IN POCO PIU’ DI UN ANNO E’ PASSATO DALL’ESSERE IL FUTURO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA A UN POLITICANTE CHE MINACCIA LA MAGGIORANZA PUR AVENDO POCHI SEGGI
Dottor Mario e Mr. Monti. Cos’è successo al Professore della Bocconi, che a metà novembre 2011 si insediò al posto del Cavaliere al fine di restituire prestigio al nostro Paese in campo internazionale, che sarebbe diventato il successore di Napolitano, e che ora minaccia il Governo Letta dal basso dei pochi seggi che ha? Peraltro aveva pure detto che non sarebbe mai sceso (anzi, come dice lui, salito) in politica e invece, sempre a novembre (2012) ha fondato un suo partito. Ci ha provato il Professore. Ma gli italiani, in fondo, non sono tutti asini…
SUPER MARIO – Con lo spread arrivato a 680 punti, Napolitano destituì Berlusconi affidando a Monti il difficile compito di calmare le Borse e darci un minimo di credibilità internazionale. Il successo fu immediato: lo Spread si è dimezzato nel giro di un paio di mesi, e l’Ue ha subito apprezzato il Professore, che obbediva ai diktat della Merkel sulla nostra pelle. Poi nella seconda metà del 2012, con le elezioni sempre più vicine, Pd e Pdl hanno sempre più preso le distanze da Super Mario, per timori di ripercussioni elettorali. Intanto Monti divenne Senatore a vita, in profumo di Presidenza della Repubblica, anche perché aveva annunciato di non volersi candidare.
IL FLOP ELETTORALE - Poi a gennaio di quest’anno la svolta: presenta Scelta civica, ufficializzando la sua candidatura, invogliato dalle lobby e dalle parole incoraggianti del Vaticano. Si pone come il centro contro la vecchia politica e il bipolarismo. Ma non ha fatto i conti con la rabbia degli italiani: la lista di Scelta Civica ottiene alla Camera l'8,30% dei voti, eleggendo 37 deputati; al Senato la lista unica Con Monti per l'Italia ottiene il 9,13% a livello nazionale, eleggendo 19 senatori, dei quali 15 riconducibili a Scelta Civica, due all'UDC e due a FLI. Una bocciatura che relega il Professore ai margini del Parlamento. Oggi minaccia il Governo Letta, un po’ come faceva Mastella col Governo Prodi pur avendo una manciata di parlamentari.

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