ISTITUITI NEL 2011 HANNO ARRECATO TANTE CONSEGUENZE NEGATIVE AL NOSTRO SISTEMA EDUCATIVO
Tra i pochi fiori all’occhiello del nostro malmesso Paese vi era senza dubbio la Scuola. Parlo al passato poiché da oltre dieci anni è in atto un processo che ne ha minato duramente le fondamenta. Un processo innescato dal primo Governo Prodi con Berlinguer Ministro dell’istruzione, e accelerato dai successivi governi Berlusconi (con Ministre la Moratti prima e la Gelmini poi). Uno degli ultimi colpi inferti alla scuola è l’introduzione degli Istituti comprensivi, mediante D.L. del 6 luglio 2011 n. 98, convertito, con modificazioni, nella legge 15 luglio 2011 n. 111.
LA LEGGE – Suddetta legge stabilisce che: “Per garantire un processo di continuità didattica nell'ambito dello stesso ciclo di istruzione, a decorrere dall'anno scolastico 2011-2012 la scuola dell'infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado sono aggregate in istituti comprensivi, con la conseguente soppressione delle istituzioni scolastiche autonome costituite separatamente da direzioni didattiche e scuole secondarie di I grado; gli istituti comprensivi per acquisire l'autonomia devono essere costituiti con almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche”. Sono possibili limitate deroghe al numero complessivo degli alunni per istituto comprensivo qualora i piani di dimensionamento realizzino il numero ideale di istituti comprensivi. Poi i giudici della Corte Costituzionale hanno accolto il ricorso presentato da 7 Regioni(Toscana, Emilia Romagna, Liguria, Umbria, Sicilia, Puglia e Basilicata) che ritenevano la norma sul dimensionamento lesiva delle proprie prerogative. La Corte infatti ha riconosciuto che la norma sul dimensionamento viola l’art.117 della Costituzione (quello che definisce le competenze tra Stato e Regioni) perché interviene su una norma di dettaglio (i parametri per costituire gli istituti comprensivi) che avrebbe dovuto essere concertata con le Regioni perché rientrante in un ambito di competenza concorrente.
LE CONSEGUENZE NEGATIVE - I piani di dimensionamento approvati dalle regioni (purtroppo anche da parte di molte di quelle presentatrici del ricorso alla Corte Costituzionale) hanno finora già comportato:
- la chiusura di oltre 1000 scuole sull’intero territorio nazionale
- un taglio di organico di tutto il personale
- la determinazione di numerosissimi soprannumerari, in particolare Dirigenti scolastici e Dsga
- la costituzione di istituti comprensivi abnormi senza alcun fondamento didattico
LA SITUAZIONE IN CAMPANIA - In molte regioni è già caos, come in Campania, dove addirittura molti Dirigenti si sono ritrovati in esubero e sono stati sistemati su due scuole sottodimensionate, anche molto distanti tra loro, peraltro togliendo del tutto, in maniera illegittima,la possibilità di rientrare nella loro regione ai Dirigenti che si trovano ancora in altre regioni da ben quattro anni, come se essi non avessero uguale o maggiore diritto dei colleghi esuberanti campani a trovare finalmente giusta collocazione nella regione di appartenenza!
L’ultima ingiustizia è ora il concorso per gli insegnanti. Ultima ovviamente in ordine di tempo, perché si attende la prossima, che non tardera’ molto ad arrivare.
(Fonte: Il Giornale di Casoria)
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