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LA PALESTINA ENTRA NELL’ONU, UN PRIMO PASSO PER LA NASCITA DI UNO STATO


l'Assemblea generale HA VOTATO LA RISOLUZIONE con 138 voti su 193

Esattamente 65 anni dopo il voto sulla spartizione della Terra Santa in due Stati (era il 29 novembre del 1947, e persino un giovedì), l'Assemblea generale delle Nazioni Unite si rende protagonista di un'altra giornata memorabile, approvando con 138 voti su 193 una risoluzione voluta fortemente dal presidente dell'Anp Abu Mazen, che prevede l’entrata della Palestina nell’Onu come “Stato osservatore”. Dunque non ha ancora diritto di voto, ma almeno viene riconosciuta come entità nazionale da un punto di vista formale.

IL VOTO - Il si' alla Palestina da parte dell'Assemblea Onu consegna alla storia un mondo occidentale diviso: con gli Stati Uniti al fianco di Israele nel dire 'no' e i Paesi europei in ordine sparso, incapaci di parlare con una sola voce e di raggiungere una posizione comune. Posizione che aveva auspicato l'Italia, a cui fino all'ultimo ha lavorato la diplomazia del nostro Paese, che alla fine ha optato a favore della risoluzione insieme a Francia, Spagna e molti altri Stati della Ue. Provocando pero' la reazione dell'ambasciata israeliana a Roma che parla di "forte delusione". Altri Stati europei, come Germania e Regno Unito, si sono invece astenuti.

LA DICHIARAZIONE DI ABU MAZEN- "La Palestina crede nella pace e il voto di oggi e' l'ultima chance per salvare la soluzione dei due Stati", ha affermato il leader dell'Anp davanti all'Assemblea che lo ha accolto con un calorosissimo applauso. Assemblea a cui ha chiesto di dare alla Palestina "un certificato di nascita" come Stato. Per Abu Mazen si tratta di un'enorme vittoria diplomatica, che lo rafforza anche sul fronte interno e nei confronti di Hamas.
"Noi siamo qui mentre stiamo ancora seppellendo i martiri a Gaza", ha detto non rinunciando ad alcune battute polemiche nei confronti di Israele.

CHI SI E’ OPPOSTO - Il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, è tornato a ribadire con forza che la decisione dell'Assemblea delle Nazioni Unite "non avvicinera' la costituzione di uno Stato della Palestina. Anzi - ha sottolineato - l'allontanera'".
Ancora piu' dure le sue parole dopo che l'Assemblea Onu si e' pronunciata, con l'intervento di Abu Mazen definito "ostile e velenoso" e dai toni che non si conciliano con la richiesta di pace. Sulla stessa linea gli Stati Uniti, con Hillary Clinton e la sua possibile erede al Dipartimento di Stato, l'ambasciatrice all'Onu Susan Rice, che hanno definito il voto "controproducente" e che "pone nuovi ostacoli alla pace".

COSA CAMBIA - Per gli israeliani, come per Washington, un vero e proprio Stato palestinese che viva in pace e sicurezza accanto ad Israele puo' scaturire solo da un negoziato che porti a un definitivo e duraturo accordo di pace. Netanyahu, quindi, assicura come il voto all'Onu di fatto non cambi nulla: "Non sara' costituito uno Stato palestinese senza il riconoscimento di Israele come Stato del popolo ebraico, senza la proclamazione della fine del conflitto e senza misure di sicurezza reali che difendano lo Stato di Israele e i suoi abitanti". Da domani pero' qualcosa cambia. E il neo 'Stato palestinese', per esempio, avra' accesso a molti trattati e organizzazioni internazionali che finora gli erano preclusi. A partire dalla Corte penale internazionale, davanti alla quale i palestinesi potrebbero decidere di portare Israele per denunciare la questione dei Territori Occupati.
Questo uno dei timori piu' grandi degli israeliani e di molti altri Paesi, anche se i vertici dell'Anp hanno assicurato che non compiranno tale passo automaticamente: dipendera' dalla politica che Israele decidera' di portare avanti sul fronte degli insediamenti. Intanto Abu Mazen guarda gia' alla prossima sfida, questa si' impossibile e simbolica: il si' alla Palestina Stato membro dell'Onu da parte del Consiglio di sicurezza. Una mossa gia' tentata dal presidente dell'Anp ma che si e' inevitabilmente scontrata con il veto degli Stati Uniti. L'auspicio di tutti, pero', e' che dalla storica giornata al Palazzo di Vetro nasca una nuova spinta verso il dialogo. In questo senso il segretario generale dell'Onu, Ban ki-Moon ha lanciato un chiaro appello a israeliani e palestinesi: "E' giunta l'ora di rianimare il processo di pace". Un processo di pace in stallo da troppo tempo.

(Fonte: Msn)
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quando ammalarsi o no di cancro può diventare una scelta..

in questi giorni sicuramente avrete sentito alla televisione del ciclone che si è abbattuto sull'ILVA ..

poche settimane fa avevo visto per caso una puntata di verissimo su canale cinque in cui un padre ed una figlia ex abitanti del quartiere in cui sorge l'ILVA sono stati intervistati e si sono lamentati dei gravi effetti che i fumi che emette questa grande azienda provocano. ( vi lascio il link del video, andate a 00:53:00 e guardatevi l'intervista.
http://www.video.mediaset.it/video/verissimo/full/358727/puntata-del-17-novembre.html)
in più, se avete voglia vi invito anche a leggervi questo articolo http://www.corriere.it/inchieste/a-taranto-vita-impossibile-veleni-ilva-/86ea73ec-07e8-11e2-9bec-802f4a925381.shtml

non riesco a capire perchè si ostinano a tenere aperta una azienda che nuoce alla salute non solo degli abitanti del quartiere ma anche, immagino, degli operai e di chi ci lavora.
per carità, so che c'è talmente tanta crisi che si ha veramente paura all'idea di poter perdere un lavoro ma come si fa a mettere il lavoro  davanti alla salute?

si dice che un malato di cancro non abbia scelta.. ed è vero ma in certi casi è buon senso evitare di stare a contatto con qualcosa di potenzialmente pericoloso per la salute e di conseguenza diminuire almeno i possibili rischi..
io sono dell'opinione che quell'azienda andrebbe chiusa.

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OMOCISTEINA, B12 E INTEGRATORI

LETTERA

Caro Pietro,

complimenti per il tuo blog, pieno di informazioni utili, e anche per il modo equilibrato con cui sai rispondere a chi non è assolutamente d’occordo con la tua ‘filosofia di vita’, e magari per questo ti aggredisce nel modo più incivile.

Sono un uomo anziano, vegetariano da anni ma vegano solo da due. Sono contento di questa mia scelta, tuttavia da qualche tempo ho degli strani sintomi, mai avuti prima d’ora, tutti riconducibili al sistema nervoso. Ho fatto delle analisi complete del sangue, le quali hanno evidenziato una forte carenza di B 12 e un eccesso preoccupante di Omocisteina, mentre tutti gli altri parametri risultano a posto.

Il mio medico di base (un buon amico) mi ha detto che dovrei prendere un integratore di B 12 oppure tornare a consumare regolarmente cibi ricchi di tale vitamina, come i latticini e le uova. In base alla tua esperienza, cosa mi consigli di fare?

Ti ringrazio fin d’ora per la tua risposta e ti saluto cordialmente,

Attilio

RISPOSTA

Ciao Attilio,
grazie della tua mail.
Veniamo a noi.
Grazie anche per il tuo incoraggiamento. Fortunatamente ho le spalle larghe, e vado avanti per la mia strada, sempre pronto a imparare ma fermamente convinto di essere nel giusto.
Anzitutto vediamo cosa è l'omocisteina:
L'Omocisteina è un aminoacido non proteico prodotto dal metabolismo della metionina un aminoacido solforato essenziale che viene introdotto nel nostro organismo con la dieta. Da alcuni anni l'iperomocisteinemia, cioè elevati livelli di Omocisteina nel sangue, è considerata un importante fattore di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari (aterosclerosi coronarica ed infarto miocardico), cerebrovascolari (ictus cerebrale) e vascolari periferiche (trombosi arteriose e venose).
La medicina allopatica ritiene quindi che l'iperomocisteinemia sia direttamente collegata a bassi livelli di vitamine del gruppo "B" e che quindi sia assolutamente consigliata una loro integrazione.
Premetto, come sempre, che non sono medico, non curo nessuno, e tutto quello che dico è esattamente quello che faccio o farei per me stesso.
Ti consiglio anzitutto di leggerti il miei articoli sull'integrazione alimentare, utilizzando la ricerca nel blog.
Il principio è questo: vitamina sintetica non fa vitamina naturale e quindi possiamo rimpinzarci di supradin dalla mattina alla sera, ma non potremo mai sostituire tutta la serie di enzimi e sostanze che vengono con il cibo, che nascono con esso per aiutare la digestione dello stesso e che vengono riconosciute come utili e amiche dal corpo umano.
Non credo nemmeno spassionatamente agli esami del sangue e delle urine, che non fanno altro che fotografare un momento del corpo umano.
Sono convinto che se mi avessero fatto esami simili nel momento in cui stavo avendo la più forte crisi eliminativa della mia vita (vds. articolo "GUARIGIONE DA DEVASTANTE HERPES") non sarei ora qui con la mia pelle rosea come quella di un neonato...ma in qualche reparto di infettivologia con ben più di un problema.
Però, come tu dici, i sintomi ci sono.
E possono essere inquadrati sia in un contesto di fase eliminativa, che in altro.
Come mi li hai descritti, e che non ho riportato per tuo desiderio qui nel blog, posso dirti che mi fanno pensare a un problema di assimilazione dovuto al glutine.
Prova, e teniamoci in contatto, con il cominciare ad escluderlo categoricamente dalla tua dieta.
Il problema del glutine è tanto diffuso quanto ancora sconosciuto, e può dare sintomatologia come quella da te evidenziata.
Non mi dilungo ulteriormente perché sono curioso di vedere, se deciderai di provare, come ti sentirai dopo aver escluso tutti i cereali che lo contengono.
Ricorda però che il glutine è ovunque, e quindi attuare una dieta senza glutine (come peraltro faccio io da anni) risulta difficile e ci vuole molta buona volontà.
Ma, secondo me, i risultati non tarderanno ad arrivare


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PSICOFARMACI: QUANTI PESCI CADUTI NELLA RETE DEL DENIBAN

COMMENTI AL MIO ARTICOLO "DENIBAN: LO SPACCIATORE DI FELICITA'"

  1. Il Deniban, che io assumo, è un ottimo farmaco che non ha niente a che fare con le droghe mache aiuta a superare ansia e distimia. Prima di chiacchierare tanto provate ad affrontare questi disturbi!
    RispondiElimina
  2. Anche io assumo, a periodi, il Deniban. Ho solo paura che mi faccia aumentare di peso, per il resto trovo che sia un buon farmaco, altro che droga!
    RispondiElimina
  3. questo talebanesimo sugli psicofarmaci non porta da nessuna parte. Lo volete capire che il cervello è un organo come tutti gli altri e risente di squilibri e carenze che, se gravi, devono essere trattati farmacologicamente???? Vi auguro di essere colpiti da insonnia, quella grave, quella che non fa chiudere occhio, quella che vi porta ad uno stato di prostrazione tale da farvi implorare il medico di darvi qualsiasi cosa purché vi faccia dormire...magari riuscite a capire che prendere uno psicoattivo per sbloccare una situazione grave e invalidante NON EQUIVALE a drogarsi.
    E dire che siamo nel 21° secolo e l'ottusità regna sovrana...

RISPOSTA

Cari Lisbeth e Anonimi,
dedico un articolo ai vostri commenti in primis per dimostrare che questo blog non pubblica solo quello che gli fa comodo, e in secundis per rendere consapevoli e quindi aiutare chi ancora non riesce a capire che l'equazione farmaco=guarigione è la bufala del XXI secolo.
Mi dispiace dirlo, ma come il titolo dice siete tutti caduti nella rete degli psicofarmaci.
Rabbrividisco a sentire frasi come "è un ottimo farmaco", "ho solo paura che mi faccia aumentare di peso, per il resto trovo che sia un buon farmaco".
Come è possibile non capire che una sostanza, che tra l'altro agisce sui recettori della dopamina al pari della cocaina, che riesce a tirare fuori una persona dal letto super-depressa in 30 minuti non è niente altro che una sostanza stupefacente?
Come è possibile non capire che chi produce queste sostanze sa molto bene come produrle per dare l'effetto "sirena di Ulisse", dove prima ti ammalia con un finto benessere (quando va bene) per poi tenerti incatenato a vita?
Mai in questo blog mi sono permesso di sottovalutare i problemi che possono sorgere durante la vita, e che quelli di origine psichiatrica siano invalidanti e terribili.
Quello che continuo a ribadire però è il modo in cui questi problemi vengono affrontati.
Uno "psicoattivo per sbloccare una situazione grave e invalidante" come dice Lisbethe equivale sì a drogarsi.
Tu non dormi da giorni, e quindi c'è una causa per cui il corpo non riesce ad addormentarsi.
Addormentarlo di forza non significa altro che violentarlo, senza aver risolto il problema alla base.
Mi viene in mente quando gli eroinomani del decennio scorso passavano dall'eroina al metadone, inserendo poi un potentissimo sonnifero poi tolto dal mercato, il Roipnol, poiché lo stupefacente li aveva praticamente fatti diventare incapaci di addormentarsi.
Non voglio fare paragoni con le vostre situazioni, ma quello che voglio ribadire a gran voce è che sono convinto che nessuno, dico nessuno tra i vostri dottori vi ha sicuramente detto nulla riguardo le vostre abitudini di vita, alimentari e non.
No, subito via di prescrizione, e poi si vedrà.
Non importa se chi cade nella rete dovrà poi prendere psicofarmaci a vita o ciclicamente, non importa se ingrasserà come una balena, non importa se gli sparirà il ciclo, non importa se agli uomini verranno le tette e il latte dovuti all'aumento smisurato della prolattina.
Non importa: basta che rimanga il sorriso da ebete e la frase tipica "Va tutto bene".
Svegliatevi.
Gli psicofarmaci tutti, ma ora parliamo del Deniban, vi catturano in una rete difficilissima da rompere.
Prima di appiopparvi il Deniban un medico coscienzioso dovrebbe dirvi di tutti gli effetti che vi ho elencato sopra, e di quanto velocemente il Deniban sia capace di agire, e di quanto altrettanto velocemente smetterà di agire, sviluppando la classica sintomatologia della "tolleranza" come tutte le sostanze stupefacenti.
Andate a leggere tutti i miei articoli sugli psicofarmaci, ove a gran voce cerco di farvi capire come qui non si faccia talebanismo, come dice Lisbeth, ma si tenta di far capire concetti ovvi.
Quando Lisbeth dice "Lo volete capire che il cervello è un organo come tutti gli altri e risente di squilibri e carenze che, se gravi, devono essere trattati farmacologicamente????" mi arrabbio. E anche molto.
Perché in quella frase è riassunto il lavaggio del cervello che ha funzionato alla perfezione.
Nessuno soffre di carenze e squilibri nel cervello. E nessuno necessita di trattamente farmacologici.
In Natura i disturbi mentali non esistono. E fino al 1940 l'umanità è andata avanti senza psicofarmaci.
Quando si vorrà capire che cervello e intestino sono intimamente collegati? Quando si vorrà capire che l'alimentazione è una parte fondamentale della nostra salute, anche psicologica? Quando si vorrà capire che il glutine, la caseina, i metalli pesanti, i denti devitalizzati, le tossine ambientali possono influire sui delicati meccanismi celebrali? Quando si vorrà capire che una glicemia sballata, e quindi un funzionamento esagerato delle ghiandole surrenali, portano a superproduzione di ormoni quali l'adrenalina e il cortisolo, che portano a loro volta a stati di ansia e depressione cronici?
Al posto di impasticcarvi, fornite al vostro corpo tutto quello che gli serve. 
Alimentatelo secondo natura, fatelo funzionare con il carburante giusto.
E vedrete che uscirete dalla rete.

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NON SOLO GRECIA, ANCHE IN PORTOGALLO E’ IN ATTO UNA MACELLERIA SOCIALE


L’ULTIMA FINANZIARIA APPROVATA E’ LA PIU’ PESANTE DEGLI ULTIMI DECENNI, FORSE DAI TEMPI DI SALAZAR

“Ce pede Europa” diranno anche in Portogallo. Ce lo chiede l’Europa, un motto inquietante col quale si chiedono sacrifici ai popoli europei per calmare lo Spread. Una dittatura delle borse che sta massacrando i Paesi del Sud Europa. Si parla tanto della Grecia, ma anche il Portogallo è nel baratro e in questi giorni è stata approvata una finanziaria pesantissima, che a molti forse sta rievocando i tempi duri della dittatura clerico-fascista di António de Oliveira Salazar.

LE MISURE - In mezzo a un’ondata di nuove proteste e indignazione sociale, il Parlamento portoghese ha approvato oggi pomeriggio il bilancio 2013, definito dallo stesso governo e da molti media come il più pesante degli ultimi decenni. La legge finanziaria del prossimo anno – approvata con i voti dei soli due partiti di centrodestra, il Psd e il Cds-PP, che sostengono il primo ministro Pedro Passos Coelho – prevede pesanti tagli alla spesa sociale e forti aumenti delle tasse. In tutto 5,3 miliardi di risparmi sulle spalle dei portoghesi, ad esempio su una sanità già al collasso. Per l'80% nuove tasse che graveranno per intero su quella che una volta si considerava una incipiente classe media e che ora ha sempre più difficoltà a sopravvivere. Quella dei lavoratori dipendenti - sia del pubblico che del privato - che da gennaio, dovranno pagare un 3,5% in più di Irpef quale che sia il loro salario. Tra tagli e nuove gabelle i portoghesi ci rimetteranno l'equivalente di uno stipendio.
Addirittura coloro che percepiscono il sussidio di disoccupazione dovranno pagare la supertassa. E i pensionati, che perderanno anche la quattordicesima, già sparita lo scorso anno.

LA SITUAZIONE ECONOMICA PORTOGHESE- Il governo di destra ha così rispettato gli impegni sottoscritti da Lisbona con la troika già dal 2011, in cambio di un pacchetto di aiuti da 78 miliardi di euro. Secondo le previsioni dell'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) il Pil del Portogallo scenderà d’un ulteriore 1,8% il prossimo anno, un tracollo quasi doppio rispetto alle stime realizzate dal governo portoghese. Dopo che nel 2012 la contrazione della ricchezza prodotta è già stata del 3%.

LE MANIFESTAZIONI - Nella piazza antistante l’Assemblea della Repubblica soprattutto i lavoratori convocati dal sindacato comunista CGTP, protagonista nei mesi scorsi di scioperi generali e proteste capillari insieme a movimenti creati ad hoc da precari e realtà sociali. Il segretario generale del maggiore sindacato portoghese, Arménio Carlos, ha chiesto formalmente al presidente della Repubblica, Cavaco Silva, di porre il suo veto al Bilancio dello Stato, annunciando per i prossimi giorni nuove proteste da parte dei lavoratori e dei cittadini. Due grandi manifestazioni sono state già convocate per l’8 dicembre a Porto e per il 15 dicembre a Lisbona.
Davanti al Parlamento anche molti giovani precari, studenti, casalinghe e anziani. Arrabbiati e disperati. "Fatemi uscire da questo film" recitava il cartello portato da un manifestante. Un film horror di cui non si capisce il senso.

(Fonte: Contropiano)
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LA MOSTRUOSA DIPENDENZA DELLO XANAX

COMMENTO AL MIO ARTICOLO "XANAX, CLOZAPINA, ABILIFY, DEPAKIN CRONO E LAMICTAL E NESSUNA GUARIGIONE"

Posso confermare che, dopo quasi 5 anni di assunzione di xanax, erano più i momenti in cui stavo male che quelli in cui stavo bene. Mi spiego meglio.
L'alprazolam, principio attivo dello xanax, è un ottimo ansiolitico e sonnifero, ma, ha il forte svantaggio di avere una brevissima "emivita", in parole povere, il suo effetto è molto breve nel sangue e quindi a livello cerebrale; ne consegue che si è costretti a ripetute assunzioni durante il giorno per mantenere uno stato costante di "non ansia".
A questo punto, la "disintossicazione" dallo xanax dovrebbe avvenire passando a un ansiolitico magari meno potente ma che ti consenta una sola assunzione al dì. Ve ne sono svariati, basta chiedere al medico o al farmacista. Una volta stabilizzatosi con il "nuovo" ansiolitico, si potrebbe cominciare una riduzione lenta e progressiva, non inferiore a 8-10 mesi. Se alla fine dello scalaggio i sintomi ansiogeni ricompaiono, le cose sono due: o si è innestata una "dipendenza", il che avviene nel 60-70% dei casi in generale, o, la sintomatologia ansioso-depressiva non è passta ancora, ma ahimè perdura. Questo è un problema delicato, e di non facile individuazione perchè la non guarigione è quasi simile ai sintomi di astinenza. Io sto cercando ancora di eliminare del tutto l'ansiolitco, e, sono arrivato a mezza pasticca di Delorazepam da 2mg. ogni 2-3 gg. massimo. Il cammino è ancora lungo ma vorrei farcela davvero.

Gianni


RISPOSTA

Ciao Gianni,
posso dirti una cosa? Mi sembri esattamente "TG2 Salute".
E questo non per criticarti, ma per farti capire che lavaggio del cervello ti hanno fatto.
Ti rendi conto che hai scritto che il principio attivo dello Xanax è "un ottimo ansiolitico e sonnifero"?
Mi spieghi che cosa di buono possa esserci in una sostanza capace di ottundere, mascherare, addormentare il cervello di un essere umano?
Io non ci vedo proprio nulla di buono, e il vortice in cui ora tu sei ne è la piena conferma.
Sei tecnicamente perfetto, e concordo quindi sulla brevissima "emivita" dello Xanax, e quindi il bisogno di una sua ripetuta assunzione durante la giornata.
Ma sono in completo disaccordo con tutto il resto.
Scalare lo Xanax è per molti un'impresa epocale, con sintomi da dismissione di una potenza inimmaginabile.
Non mi interessano i pochi casi in cui si riesca a scalarlo senza problemi, come non fa testo il vecchietto che vive fino a 120 anni fumando dalla mattina alla sera.
L'eccezione conferma la regola, e il dato generale è che scalare lo Xanax sia infernale.
Sbagli assolutamente anche minimamente pensando che lo Xanax, e gli psicofarmaci in generale, possano guarire.
Sono sintomatici, quando va bene. Capire questo concetto significa finalmente, una volta per tutte, smontare il mito che questi farmaci possano guarire.
Il consiglio che posso dare a te e a tutti è che il corpo va aiutato nello scalaggio, che deve avvenire in maniera lenta.
Non sono sempre daccordo sul passare da un farmaco a un altro, anche se di emivita più lunga.
Mi sembra la stessa cosa che viene fatta dall'eroina al metadone.
Basta incatenarsi da una sostanza all'altra.
Si scala lentamente e nel contempo si inonda il corpo di sostanze che esso stesso necessita disperatamente per disintossicarsi.
Dieta vegana, crudista al massimo, ma con grande grande cautela e attenzione, senza esagerare, andando per gradi, per non dover passare attraverso una crisi eliminativa troppo forte da sopportare.
Investigare su se stessi a 360 gradi: via glutine e caseina, che sono i più grandi allergeni presenti nella nostra alimentazione.
Massimizzare l'apporto di acqua biologica della frutta e mai, dico mai tentare un digiuno terapeutico quando si è ancora sotto farmaci.
Investigare sulla presenza di metalli pesanti attraverso un test del capello e prevedere la rimozione, ove presenti, di amalgame al mercurio in bocca.
Investigare sulla presenza di denti devitalizzati, che sono come la peste per il corpo essendo denti morti con all'interno una carica batterica enorme.
Investigare su altri farmaci che si stanno prendendo: farmaci contro la caduta dei capelli e contro l'acne cistica hanno come effetti collaterali depressioni che possono raggiungere i pensieri suicidiari.
Investigate, investigate, investigate su voi stessi.
Il corpo è nato per funzionare bene, non per vivere in un perenne stato di ansia/depressione.

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I GIOVANI CHOOSY E IL NUOVO ’68, PURE MIGLIORE


RISPETTO ALLA RIVOLUZIONE CONTROCULTURALE DI ALLORA, FATTA PREVALENTEMENTE DA FIGLI DI PAPA’, LA RIBELLIONE DI OGGI E’ SOSTENUTA DA RAGAZZI SENZA FUTURO

Questa volta è stato scelto un termine inglese per sbeffeggiare i giovani italiani: choosy, il cui suono british da’ un tocco meno offensivo del precedente bamboccioni coniato qualche anno fa dall’ormai defunto Ministro Padoa Schioppa. Ad usarlo, come noto, il Ministro Elsa Fornero, non nuova a sparate del genere (come d’altronde tutto l’esecutivo in carica), inconsapevole del resto di come se la passano le nuove generazioni italiane, visto che la figlia, trentenne, gode già di una brillante carriera. Così come altri “figli di” di questo Governo: a soli 37 anni è infatti professoressa associata di Genetica medica alla facoltà di Medicina dell'Università di Torino e responsabile della ricerca alla Hugef; una fondazione che si occupa di genetica, genomica e proteomica umana. Alcune sue ricerche sono state finanziate dalla Compagnia di Sanpaolo, fondazione che è la prima azionista della banca Intesa Sanpaolo, di cui sua madre era vicepresidente.
I cosiddetti choosy però non ci stanno e in questi mesi si stanno mobilitando in lungo e largo per l’Italia, così come i loro coetanei europei, per manifestare “in piazza” il proprio disagio. Molto più drammatico di quello che spinse i giovani nella famosa controrivoluzione culturale del ’68.

ALTRO CHE CHOOSY – I giovani che oggi manifestano - manganellati dalle forze dell’ordine, che a quanto pare dal G8 di Genova non sono migliorati - sono ragazzi a cui è stato tolto il futuro; la speranza. Costretti a lunghi periodi di stage sottopagati o per nulla pagati, a contratti di lavoro che durano qualche mese, alla poca certezza di avere una pensione da vecchi, alla nulla possibilità di farsi una vita propria lontano dalla famiglia. Manifestano più di quanto hanno fatto le generazioni precedenti, degli anni ’80,’90 e primi anni 2000, che si limitavano a qualche corteo ordinato. Giovani dalla pancia piena, pigri, a cui, nel frattempo, la politica cancellava i diritti. Quelli di oggi hanno la pancia vuota o quasi; tanti hanno gli stessi genitori che non lavorano o sono precari.

QUELLI DEL ’68 – I giovani del ’68 erano tutti studenti delle superiori e universitari, il che, allora, voleva già dire essere discretamente agiati. In piazza non scesero certo i giovani contadini, manovali o operai (questi ultimi lo fecero qualche anno dopo). I sessantottini non fanno testo, erano figli della borghesia e della borghesia avevano preso tutti i notori vizi: il cinismo e l’opportunismo. Non volevano cambiare il mondo ma semplicemente sostituirsi ai loro padri nell’esercizio del potere, con metodi, se possibile, ancora più trucidi. Il viso di Paolo Mieli diceva, già allora, tutto: non voleva fare nessuna rivoluzione ma diventare, per vie scorciatoie, direttore del Corriere della Sera. Caratteristiche che facevano dire a Pasolini di stare con i poliziotti e non con gli studenti.
E che questa non sia un’esagerazione lo dimostra come sono oggi quei giovani di allora, specie chi occupa ruoli dirigenziali in partiti, giornali o aziende. Gente svuotata di valori, imborghesita, opportunista.

Non resta che augurarsi che questa agitazione sia costante, e non sia il solito “autunno caldo” pre-natalizio, per allungare le festività sospendendo le attività didattiche.
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passione per la cucina e ricetta veloce.

ho sempre avuto una certa passione per la cucina già da quando ero piccina... passione che non deriva certo da mia madre che è negata nel cucinare.. e quando dico negata non intendo dire che non sappia cucinare perchè se ci si mette sa fare delle buone ricette ma non ha quella passione per la cucina e soprattutto quel tempo necessario per dedicare la giusta attenzione alle ricette.
per questo dice sempre che io devo aver preso da mia nonna. lei si che sapeva cucinare! e lo faceva anche bene. d'altronde, con una mamma ed una nonna del sud italia, se non avesse saputo cucinare sarebbe stato strano!
mi ricordo che una delle cose che le riusciva meglio fare erano i patè di carne e di tonno, quei patè che mangiavamo sempre a natale o nelle feste come antipasto oppure i classici struffoli ( e chi è napoletano saprà bene di cosa sto parlando) quei piccoli pallini di pasta dolce ricoperti di miele tipici del carnevale se non sbaglio. oppure ancora il casatiello, anche questo tipico piatto napoletano che si mangia a pasqua( fatto con farina, strutto, burro, pancetta a dadini e uova sode).

io personalmente amo cucinare di tutto ma soprattutto i primi piatti e i contorni di verdure anche se nell'arco di quest'anno, ho  fatto una pausa piuttosto lunga durante i mesi delle terapie in cui molto spesso non riuscivo a mangiare per via della nausea,  dei sapori alterati dei cibi che percepivo o semplicemente perchè andavo avanti solo a "voglie da cortisone" mangiando quello di cui avevo voglia al momento.

credo che uno dei primi piatti che ho cucinato subito dopo lo stop terapia è stata la pasta con  panna, prosciutto crudo, pepe ed un pizzico di noce moscata ( variante diversa rispetto alla classica pasta con panna, prosciutto cotto e piselli ma il fatto è che non avendo potuto mangiare cibi crudi se  non rigorosamente cotti per molti mesi, avevo veramente voglia di rifarmi!) ed è una ricetta che è piaciuta a tutta la famiglia!

se volete provarla vi serve( per 4 persone):

400g pasta ( corta o lunga, come preferte. io uso le penne rigate)
un cartone piccolino (o anche mezzo, dipende da quante porzioni volete fare) di panna da cucina
del prosciutto crudo
un pizzico di noce moscata
del pepe.


cominciate scaldando l'acqua della pasta e quando sarà arrivata ad ebollizione buttate dentro le penne.
intanto in una padella mettete il prosciutto crudo con un cucchiaio di olio d'oliva e fatelo leggermente scaldare (  non troppo altrimenti diventa cotto). aggiungeteci la panna, la noce moscata e il pepe a fuoco spento.
buttate in padella le penne e fatele saltare  per qualche secondo  a fuoco medio in modo da amalgamare bene la panna con la pasta e distribuire meglio il pepe e la noce moscata.
servite poi in un piatto fondo.

Bon appétit!!
reade more... Résuméabuiyad

DEPRESSIONE POST-PARTUM: VIA IL REMERON, MA INCATENATA AL CYMBALTA

LETTERA


Ciao Pietro,

ho visitato il tuo blog in cerca di informazioni riguardo agli effetti collaterali da sospensione di psicofarmaci.
Si, li ho presi anch'io... dopo una depressione post parto.
Mai presi prima... mai. Avevo fatto uso sporadicamente di qualche rimedio omeopatico in momenti un po' particolari della mia vita...
Poi ho partorito... e a 6 mesi dal parto ho cominciato a non dormire di notte. Ho passato 2 notti e 2 giorni totalmente in bianco.
Ero completamente a pezzi, avevo dolori in tutte le parti del mio corpo e piangevo perchè avevo paura di non dormire nuovamente.... così mi sono rivolta al centro depressione donna della Macedonio Melloni di Milano.
Mi hanno dato subito il cymbalta 60 mg di giorno e di sera il Remeron. Ho fatto cura per un pò e sono stata da subito meglio.
Dormivo alla notte così da riuscire a stare dietro alla bimba di giorno...
Col tempo ho smesso il remeron... sempre sotto scalaggio e dietro controllo medico, ma ho tenuto il cymbalta. Per me era come una stampella, qualcosa che mi dava forza...
Sono ingrassata 10 kg 
3 mesi fa ho deciso di dire basta a questa cosa... e ho contattato la psichiatra che me lo aveva prescritto e le ho detto la mai intenzione.... così abbiamo deciso insieme di cominciare a scalare prima con il 30 mg per 3 settimane fino a terminare.
E adesso è da un mese che sono senza farmaco....
Ho passato il periodo di scalaggio nervosissima, avevo continue scosse in testa.... rispondevo male... irrascibile. Questo da una parte.
Dall'altra comincio a sentire il mio cuore, le emozioni... quello che il farmaco aveva totalmente tolto... sia emozioni negative che positive...
Riesco a piangere, ad emozionarmi con la mia piccola e a vivere serenamente il lato sessuale (era totalmente assopito anche quello).

Oggi ti ho contattato perchè mi sento giù... comincio ad accusare il colpo ho voglia di piangere e stare a letto.

Grazie intanto per esserci... mi sento meno sola.


Deborah


RISPOSTA

Ciao Deborah, grazie della tua preziosa testimonianza.
La mia solita premessa la devo fare: non sono un dottore, non curo nessuno, ma la mia esperienza anche "su strada" di operatore di polizia mi ha permesso in questi anni di farmi un'idea ben precisa sul mondo della psichiatria e degli psicofarmaci.
Veniamo a noi, e alle sostanze che ti hanno somministrato:
Remeron: è un antidepressivo definito "tetraciclico", il cui principio attivo, la mirtazapina, è utilizzato per la cura dei disturbi depressivi maggiori.
Cymbalta: antidepressivo della categoria SNRI, che agisce evitando la ricaptazione (e quindi una maggiore disponibilità a livello delle sinapsi neuronali) dei neurotrasmettitori serotonina e noradrenalina).

Nel tuo delirio di prescrizioni mi salta all'occhio subito una cosa: anche se non fossi totalmente in disaccordo con la somministrazione di psicofarmaci, mi chiederei, perché dare contemporaneamente due antidepressivi che agiscono nella stessa, identica maniera?

La depressione post-partum, diciamolo a gran voce, esiste eccome.
E chi ne soffre va incontro ad un inferno, con una disabilità che arriva persino a sentirsi inadeguati a curare il proprio figlio, con pensieri intrusivi anche di natura lesiva nei confronti del neonato.
Ma l'errore che fa la psichiatria moderna è di dover per forza dare un'etichetta e quindi partire, immancabilmente con la cura standard, che è sempre e comunque la somministrazione di sostanze psicoattive totalmente estranee al corpo umano.
Le tue parole sono emblematiche "sono stata subito meglio".
Certo che sei stata meglio: con una tale bomba chimica, mi sarei meravigliato del contrario.
Nessuno però si è preso la briga di capire la motivazione, verosimilmente anche organica, per cui ti sei ridotta a uno straccio.
Il parto è, oltre a un eccezionale ricambio cellulare per il proprio corpo, anche uno grande sforzo fisico ed emotivo, che, nel caso di fisici già indeboliti da anni di abitudini alimentari e/o spirituali sbagliate, può diventare un'arma a doppio taglio, andando a rompere un equilibrio di per sé già precario.
Ma è troppo difficile capire che siamo anche fatti di carne, e che un corpo debole significa un sistema nervoso debole, che a sua volta significa la comparsa di manifestazioni di tipo psichiatrico.
E i dottori con laurea e master prescrivono immediatamente due super antidepressivi che fanno schizzare il buonumore artificiale alle stelle, preparando però la strada a problemi ben più gravi.
Infatti ora ti ritrovi con due problemi: quelli che avevi prima, mai risolti, e quelli che gli psicofarmaci ti hanno portato.
Questa è guarigione?
No, questa è una presa in giro, e anche molto, molto pericolosa.
La dismissione, infatti, non fa altro che far partire, da un lato, una vera e propria crisi di astinenza, e tipiche degli SNRI e SSRI sono proprio le scosse, mentre, dall'altro, una crisi eliminativa del corpo, che tenta in tutti i modi di tornare allo stato di quiete che gli psicofarmaci gli hanno tolto.
Quindi ti sei trovata davanti a un bivio: grassa, senza emozioni, ma tranquilla e con il sorriso da ebete, senza libido ma con la classica risposta "va tutto bene", oppure con un cuore che finalmente può sentire le emozioni, la libido, ma comunque con un grande stato di depressione mai risolto.
E io ti dico, e sembrerà una banalità, che ogni essere umano è nato per stare bene, il nostro corpo, alimentato fisicamente e spiritualmente in modo corretto, tende sempre alla tranquillità e al buon umore, a patto di rispettare la nostra conformazione psicofisica.
Sei stata bravissima a scalare, e ora devi essere altrettanto brava a resistere ai sintomi, che, ti garantisco, andranno via.
Il tuo corpo sta facendo un lavoro bestiale, e ora ha bisogno di essere aiutato.
Circondati di persone che ti amano, non aver paura a chiedere aiuto, elimina tutti le fonti di stress nel possibile e parti, senza indugio, con un'alimentazione vegana il più tendenzialmente crudista possibile con ben indicato nel mio blog.
L'alimentazione è una parte fondamentale nella guarigione e nell'insorgenza dei disturbi psichiatrici, in quanto tutta la salute ce la giochiamo a livello intestinale, e un intestino infiammato significa senza se e senza ma un cervello che lavora male.
Non dimenticare, assolutamente, di escludere categoricamente i due più noti allergeni dalla tua dieta: glutine e caseina.
Niente, dico niente cereali contenenti glutine, e niente, dico niente latte e latticini di alcun tipo.
Recenti studi sull'Autismo hanno evidenziato il fatto che queste sostanze sia mal tollerate da uno spropositato numero di persone, e non faccio fatica a crederlo, essendo i latticini e i cereali alimenti incompatibili con la vita umana.
Quindi, se vuoi, sono ammessi, pochi e saltuari cereali senza glutine, ad esclusione del mais, ormai tutto geneticamente modificato.
Via anche la soia, tanto decantata, ma a mio giudizio assolutamente negativa.
Via caffè, thè, zuccheri, dolcificanti, sigarette, via tutto quello che può interferire con la tua battaglia per il recupero.
Non sono uno stupido, né un ingenuo e quindi ti devo dire che sarà dura.
Ma posso dirti che, una volta uscita, ne sarai uscita per sempre e non con le solite illusorie guarigioni.
Non dimenticare di verificare, mediante un test del capello, la quantità di metalli pesanti all'interno del corpo.
Informati bene sulla correlazione tra amalgame dentali al mercurio, denti devitalizzati e disturbi del sistema nervoso.
Più informazioni vorrai fornirmi, più sarò in grado di instradarti.
Non mollare.


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LINA WERTMULLER, IL CINEMA D’IMPEGNO POLITICO E SOCIALE IN SALSA GROTTESCA


I SUOI FILM MANCANO ANCHE DI PRESUNZIONE DIDASCALICA

Non per forza il Cinema d’impegno politico e sociale deve essere sofisticato, documentaristico, elitario. Un film può istruire, informare, far riflettere anche trattando un argomento di attualità o un evento storico in modo satirico, comico, leggero, pur sfociando all’occorrenza nel drammatico. Tra i massimi esponenti di questo modo particolare di trattare il cosiddetto “cinema impegnato”, troviamo Lina Wertmüller, autrice anche di commedie all’italiana. Naturalmente non è stata risparmiata dai ben pensanti.

I PRIMI LAVORI - Arcangela Felice Assunta Wertmüller von Elgg Spanol von Braueich nasce a Roma da padre lucano (di Palazzo San Gervasio, in provincia di Potenza), avvocato, e madre romana, discendente da una nobile e agiata famiglia svizzera. A scuola è stata compagna di Flora Mastroianni, futura moglie di Marcello, con cui instaurerà una lunghissima amicizia. Questa conoscenza si rivelerà poi fondamentale per avvicinare la giovane Lina al mondo dello spettacolo. A diciassette anni si iscrive all'Accademia Teatrale diretta da Pietro Sharoff, in seguito, per alcuni anni, è animatrice e regista degli spettacoli dei burattini di Maria Signorelli. Successivamente collabora con celebri registi teatrali, tra i quali Guido Salvini, Giorgio De Lullo e Garinei e Giovannini.
Lavora sia per la radio sia per la televisione, e in veste di autrice e regista alla prima edizione della celebre trasmissione Canzonissima e a Il giornalino di Gian Burrasca, serie televisiva-musical, con Rita Pavone protagonista maschile. Inizia una lunga solidarietà artistica con Enrico Job, apprezzato scenografo teatrale con il quale presto si sposò.
Assistente alla regia in E Napoli canta del 1953 (che segnò l'esordio sul grande schermo anche di Virna Lisi), fu aiutante e attrice di Federico Fellini nelle pellicole La dolce vita (1960) e 8½ di due anni più tardi.
Il suo esordio come regista avvenne nel 1963 con I basilischi, amara e grottesca narrazione della vita di alcuni poveri amici del sud (il film fu girato in gran parte tra la Basilicata, a Palazzo San Gervasio, e la Puglia, a Minervino Murge), che le valse la Vela d'argento al Festival di Locarno.

I TANTI FILM CON GIANNINI - Nella seconda metà degli anni sessanta nacque la sua collaborazione con l'attore Giancarlo Giannini, che fu presente nei suoi grandi successi Mimì metallurgico ferito nell'onore del 1972, Film d'amore e d'anarchia, ovvero stamattina alle 10 in Via dei Fiori nella nota casa di tolleranza del 1973, Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto del 1974, Pasqualino Settebellezze del 1976, La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia e Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova... si sospettano moventi politici, entrambi del 1978.
Per Pasqualino Settebellezze, che ebbe successo anche negli Stati Uniti, la Wertmüller fu candidata a tre Premi Oscar nella cerimonia del 1977 (tra cui quello per la miglior regia) mentre una quarta nomination arrivò a Giancarlo Giannini per la sua interpretazione del protagonista.

IRONIA ANCHE SUL TERRORISMO - Il 1983 è l'anno di Scherzo del destino in agguato dietro l'angolo come un brigante da strada, film che affronta con leggerezza e coraggio il tema del terrorismo (è ambientato negli anni di piombo), raccontando il guasto dell'apertura degli sportelli di un'auto blu con il ministro dell'interno (Gastone Moschin) bloccato all'interno e un deputato (Ugo Tognazzi) che cerca di trarne vantaggio facendo spingere l'auto nel proprio garage.

IL TEATRO - Nel 1986 la prima delle sue rare incursioni nel teatro lirico con la regia della Carmen di Georges Bizet che inaugurò la Stagione lirica 1986-87 del Teatro di San Carlo di Napoli, rappresentazione che venne ripresa in diretta su Raiuno. Nel 1997 ha invece diretto una Bohème all'Opera di Atene.
Ha invece scritto copioni e fatto diverse regie teatrali, dal primo Due più due non fa più quattro (1968, per la regia di Franco Zeffirelli) a L'esibizionista (1994), da Gino, Ginetta e gli altri (1995) a Lasciami andare madre (dal libro di Helga Schneider, con Roberto Herlitzka che recita la parte della vecchia madre).

IL RITORNO AL SOCIALE E ALLA POLITICA - Successivamente, la regista romana continuò a realizzare film venati di forte satira sociale e contraddistinti spesso da titoli esageratamente lunghi. Nel 1992 diresse Io speriamo che me la cavo con Paolo Villaggio, mentre nel 1996 tornò alla satira politica con Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica, con Tullio Solenghi e Veronica Pivetti come i nuovi Giannini-Melato.

GLI ULTIMI LAVORI - Dopo la ricostruzione storica Ferdinando e Carolina del 1999, la Wertmüller tornò dietro la macchina da presa con la fiction Francesca e Nunziata (2001, con Sophia Loren e Claudia Gerini) e il film Peperoni ripieni e pesci in faccia (2004, sempre con la Loren protagonista), che però, nonostante le proteste della regista, ebbe scarsa distribuzione nelle sale un paio d'anni dopo. Il successivo Mannaggia alla miseria (2008, con Gabriella Pession e Sergio Assisi) viene pertanto trasmesso direttamente in prima serata su Raiuno il 2 giugno 2010. Nello stesso anno le viene conferito il David di Donatello alla carriera.

(Fonte: Wikipedia)
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XANAX, CLOZAPINA, ABILIFY, DEPAKIN CRONO E LAMICTAL E NESSUNA GUARIGIONE

LETTERA

Ciao Pietro mi chiamo Daniele ed ho 26 anni, ho trovato la tua mail su un blog, ti volevo dire che è da circa 2 anni che assumo psicofarmaci (xanax e clozapina) che non riesco proprio a eliminare. Insieme a questi prendevo anche abilify, depakin crono e lamictal che grazie a Dio sono riusciuto ad eliminare.
Da quando li assumo sono diventato completamente un altra persona, non sono più la persona solare e socievole che ero, ma anzi sono il contrario ed inoltre sono anche aumentato di peso e questo non lo accetto proprio.
Ho provato ad eliminare anche la clozapina ma sono durato solo 3 giorni, non ce l'ho proprio fatta.
Ti volevo chiedere se anche tu in passato prendevi psicofarmaci e se mi potevi aiutare in qualsiasi modo a smettere di prendere queste porcherire.
Grazie.

RISPOSTA

Ciao Daniele,
cercherò di darti tutti i consigli che ritengo possano esserti utili, ma prima devo fare una piccola premessa.
Non sono un dottore, non curo nessuno, no, psicofarmaci non ne ho mai presi ma ritengo ormai di aver acquisito una grande esperienza a riguardo dopo anni di studi e di esperienze personali anche sul campo, che mi hanno portato a considerarli forse la sostanza più demoniaca inventata dall'essere umano.
Sono infatti un operatore delle forze dell'ordine, e i contatti con la moderna psichiatria sono ormai all'ordine del giorno. A metà del prossimo anno sarà pronto un libro che sto scrivendo a riguardo.
Veniamo a noi.
Ti hanno appioppato:
Xanax: nessuno lo dice, ma una, se non la benzodiazepina più potente e la più difficile da scalare e da eliminare.
Clozapina: antipsicotico utilizzato per pazienti schizofrenici resistenti al trattamento.
Abilify: farmaco utilizzato per curare gli episodi maniacali e il disturbo bipolare di tipo I.
Depakin crono: indicato sia per l'epilessia che per gli episodi maniacali nel disturbo bipolare di tipo I, allorquando il litio sia controindicato.
Lamictal: farmaco utilizzato per l'epilessia e per la prevenzione degli episodi depressivi nel disturbo bipolare.

Ora, dopo cotanta farmacologia dovresti essere diventato un superuomo, mentre in realtà ti sei semplicemente aggiunto a tutta la lista delle persone che mi scrivono dicendomi di essersi rovinate a causa degli psicofarmaci.
Non so la tua storia pregressa, non so le tue abitudini di vita, non so nulla di te, ma proverò lo stesso a farti capire alcuni concetti.
Gli psicofarmaci, come la maggior parte dei farmaci, bloccano una sintomatologia. La sparizione di quella determinata sintomatologia è l'unico obiettivo dello psichiatra.
Prendo il farmaco, non ho allucinazioni, sono guarito.
Smetto il farmaco, riprendono le allucinazioni, significa che ho bisogno del farmaco tutta la vita.
Ecco perché chi inizia a prendere psicofarmaci sarà obbligato quasi sempre a prenderli o continuamente tutta la vita o a cicli.
Il motivo? Perché la vera causa del disturbo non è mai stata né individuata né quindi sradicata.
Mi sembra un concetto così semplice che anche un bambino senza lauree o master riuscirebbe a comprendere.
E la tua mail punta il dito anche contro un altro aspetto: la dismissione.
Ti hanno sicuramente "calmato", ti hanno permesso di sopravvivere...ma dove è la tua vera vita?
Hai barattato la tua forma fisica, il tuo vigore sessuale, la tua voglia di vivere, di imparare, di incuriosirti, di sperimentare, di viaggiare con un falso, illusorio senso di apparente calma.
E su questa strada stai sicuro che la vera guarigione mai la raggiungerai.
Bisogna armarsi di grande pazienza e mettersi nelle mani dell'unico medico al mondo che ti conosce bene: il tuo sistema immunitario.
Ora sei una pentola a pressione che sta per scoppiare, a cui hanno messo un coperchio farmacologico.
Bisogna quindi disinnescare lo scoppio, in modo tale da poter togliere senza problemi il coperchio che ti hanno messo.
Questo significa capire le cause, siano esse di origine psicologica, organica o entrambe che stanno facendo funzionare male il tuo corpo.
Quando i "malati psichiatrici" capiranno che il sistema nervoso è fatto anch'esso di sangue, e che quindi un sangue marcio fa venire tanto un tumore quanto la depressione riusciremo finalmente a entrare in un'altra era.
Nessuno nega che le avversità della vita possano abbattere anche il più forte essere umano, ma gli psicofarmaci non sono mai e poi mai un rimedio, ma solo un pericoloso tampone che porta illusorio benessere, quando va bene, nel corto periodo, per poi portare un enorme conto da pagare nel lungo.
Quindi, Daniele, l'unico che può prendersi le responsabilità anche legali su te stesso sei tu.
Gli psicofarmaci vanno scalati, e sei già stato bravo.
Ti consiglio sempre di scalarne assolutamente uno per volta.
E comincerei con lo Xanax.
Prenditi il tempo che ti serve, scalalo con tutta la calma del mondo, trova uno psichiatra alternativo che ti assista e ti conforti in questo scalaggio.
Non spaventarti delle crisi da dismissione che arriveranno e tieni duro, che anche se forti passano, passano sempre.
Continua la strada del cambiamento totale: la dieta onnivora è alla base del decadimento anche mentale della nostra società.
Via tutto quello che può interferire con il tuo corpo e con la delicata biochimica celebrale: sigarette, droghe, caffé, thè. zuccheri artificiali. Via tutto.
Devi arrivare ad alimentarti come Madra Natura ha deciso, con una alimentazione vegana il più crudista possibile.
Leggiti bene i quasi 100 articoli del blog e fatti un'idea a riguardo.
Parti dal concetto che i problemi mentali non sono tutti nella testa, ma possono essere, e molto spesso lo sono, conseguenza di problemi di origine organica.
Una tiroide che funziona male è causa di depressione.
Una presenza forte di metalli pesanti è causa persino di psicosi (e quindi bisogna investigare la presenza di amalgame al mercurio o altre esposizioni).
La presenza di denti morti, devitalizzati, può influire sul sistema nervoso.
L'intolleranza al glutine è da valutare con attenzione, in quanto è alla base di una miriade di disturbi mentali.
Quindi, rivoltati come un calzino, sfiamma il tuo intestino con la giusta alimentazione e dai tempo al tuo corpo di ristabilirsi.
Credici, o salterai, per tutta la vita, da un farmaco all'altro, e gli anni persi mai nessuno psichiatra te li restituirà.


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ALTRO CHE RINNOVABILI, LA RISORSA DEL FUTURO SARA' ANCORA L'INQUINANTE CARBONE



Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, “la domanda di carbone nel mondo crescerà del 21% entro il 2035

Il carbone è stato una risorsa energetica fondamentale per la rivoluzione industriale ottocentesca; un motore trainante per lo sviluppo tecnologico ed economico dell’umanità. Una risorsa la cui importanza è stata conservata anche nel ‘900 e proseguirà pure in futuro, purtroppo per noi, essendo il carbone altamente inquinante. Dunque non sarà solo il petrolio a minare l’ecosistema del Mondo, e siamo ancora lontanissimi da una svolta in favore delle energie rinnovabili. Inoltre, nel Mondo per estrarlo muoiono ancora migliaia di operai. 

I PAESI CHE NE FANNO PIU’ USO- Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, “la domanda di carbone nel mondo crescerà del 21% entro il 2035”. Sono già più di mille i nuovi impianti in arrivo: bruciando il buon vecchio combustibile fossile, immetteranno in atmosfera una quantità di gas serra pari a quelle dell’intera Cina, ormai il più grande inquinatore del pianeta. Catastrofe climatica assicurata, avverte il World Resources Institute, ma l’allarme cade nel vuoto: l’importante, per i super-produttori, è garantirsi energia a basso costo. Proprio la Repubblica Popolare, insieme all’India, ospiterà più di tre quarti di questi nuovi impianti. I due giganti asiatici però non sono soli: fra i 10 principali importatori e utilizzatori di carbone restano anche nazioni europee “virtuose” come la Germania, il Regno Unito e, nonostante la forte vocazione nuclearista, la Francia.
Se il vecchio carbone vivrà una nuova giovinezza in Europa e in Giappone, ci sono Paesi come Turchia e Russia che – riguardo a nuove centrali – coltivano progetti ambiziosi ma ancora incerti. Senza contare la costellazione di economie emergenti (dal Senegal alla Cambogia, fino all’Uzbekistan) che hanno fame di energia immediata e poco costosa, ma non dispongono di giacimenti entro i propri confini.

I NUMERI - Il combustibile più inquinante del mondo non passa mai di moda: come 200 anni fa, è ancora leader nell’industria energetica. Sono infatti 483 le compagnie elettriche che, in tutti i continenti, si apprestano a costruire ben 1.199 nuove centrali. Impianti che, come evidenzia lo studio Global Coal Risk Assessment (qui il documento integrale, in inglese), saranno capaci di fornire elettricità per oltre 1.400 Gw: una quantità di energia enorme, pari a quattro volte quella attualmente prodotta (con il carbone) negli Stati Uniti d’America. Il record di progetti è detenuto dall’India, che da sola costruirà 455 nuove centrali; segue la Cina, con 363. E le 381 rimanenti? Saranno sparse in 57 altri Paesi. Fra cui l’Italia, dove lo studio prevede i cantieri per l’avvio di 4 nuovi impianti.

LE PREVISIONI NEGATIVE DEGLI SCIENZIATI - Uno scenario che, secondo il responsabile della Campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia, Andrea Boraschi, deve preoccupare: costruire oggi infrastrutture energetiche di quel tipo vuol dire “aggiungere un contributo enorme alle emissioni di gas serra per almeno 30 o 40 anni”. E’ questione di numeri, avverte Boraschi: anche se l’Europa dovesse frenare, “se Cina e India non invertiranno presto la rotta, la strada verso il caos climatico sarà sempre più breve e diretta”.

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flash mob Milano 24 novembre

Non so se vi ricordate ma di scuro da qualche parte vi ho parlato del flash mob che il 24 ottobre avrei dovuto fare a Milano per aiutare una mia amica ( che ho conosciuto tramite un'associazione che collabora con l'ospedale di Monza e quello di Milano) ma in generale  tutti i ragazzi dell'Istituto dei Tumori di Milano a far conoscere la loro linea di moda che si chiama B.live..
dopo qualche settimana di prove per imparare la coreografia da ballare ci siamo trovati sabato scorso in piazza della scala alle 3 e mezza di pomeriggio  per poi incamminarci verso la galleria Vittorio Emanuele per il primo flash mob e verso piazza del duomo per gli altri due.

nonostante io conosca a grandi linee il progetto e non faccia parte del loro ospedale sono stata contenta di poter dare una mano.. infondo non importa il reparto di provenienza, importa solo il legame che si crea tra noi ragazzi che in questo caso abbiamo un "passato" chiamiamolo cosi, che ci accomuna.
 vedere tutti i ragazzi ma anche molta gente adulta partecipare all'evento per sostenere questo progetto ha emozionato perfino me che non ne ero coinvolta in prima persona, figuriamoci gli altri ragazzi.. 
ad ogni modo, i passanti si dimostravano incuriositi e quasi tutti accettavano  i volantini  che venivano distribuiti per pubblicizzare la sfilata di moda che si terrà l'11 dicembre ai frigoriferi milanesi ( sono stata invitata anche io) anche se,  della gente  che li rifiutava c'era sempre.
per la prima volta ho sperimentato quanto sia brutto fare la distributrice di volantini!


tornata a casa ho cominciato a pensare ad una frase per partecipare al concorso dell'AIRC di cui vi avevo parlato nello scorso post e qualche idea mi è  venuta.. si tratta solo di migliorare alcune parti... deve uscire  una frase  che riesca a  rendere a  pieno il concetto di ricerca sul cancro e allo stesso tempo colpire immediatamente il lettore.

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UN ANNO DI MONTI. UN MASSACRO PER ACCONTENTARE LE BORSE


I NUMERI BOCCIANO IMPIETOSAMENTE I PROFESSORI

Il Governo Monti, o forse sarebbe meglio dire la Dittatura delle Borse, ha compiuto qualche giorno fa un anno. In Italia, come in altri Paesi dell’Ue, vi è stata un’autentica sospensione della democrazia con un’ascesa al potere della tecnocrazia più spietata. Quella che ci considera semplici numeri su cui calcolare tasse, tagli e spesa pubblica. Nei Paesi dell’Europa meridionale le manifestazioni sono ormai all’ordine del giorno, con consueti bagni di sangue per opera della polizia.
I numeri bocciano comunque i professori; il cui unico successo è il dimezzamento dello Spread rispetto al precedente Governo Berlusconi. Il differenziale rispendo ai Bond tedeschi resta comunque alto, sfiorando sovente i 400 punti.

I NUMERI DEL FALLIMENTO - Il debito pubblico è arrivato al massimo storico di 1995 miliardi di euro. Solo nell’ultimo mese è salito di 19,51 miliardi. Da quando c’è Monti, addirittura, di 80,75 miliardi: 252,34 milioni di euro al giorno. Significa che Monti non ha fatto meglio ma persino peggio di Berlusconi. Nell’anno precedente, infatti, il debito era cresciuto di 44,52 miliardi di euro: 121,97 milioni al giorno. Circa la metà di quel che ha combinato il professore.
Quando il governo tecnico si è insediato l’Italia era in conclamata recessione e il Pil aveva registrato, per il 2011, un -0,7%. Ora, mentre Monti afferma che siamo fuori dalla crisi, il Pil sta molto peggio, vale a dire a -2,4%, e il debito ammonta al 126,26% del Pil medesimo. Un disastro.
Anche la disoccupazione ha raggiunto il massimo storico, con un tasso del 10,9% che, secondo tutte le stime, peggiorerà ulteriormente nei prossimi mesi. Rispetto ai tempi duri, prima che arrivassero i professori con le loro cure, i disoccupati sono aumentati del 2%. E’ un quadro catastrofico, ma tra i giovani la situazione è peggiore: uno su tre non ha lavoro. E, grazie al ministro Fornero, l’aumento è addirittura del 4,5% in più di giovani disoccupati. La disoccupazione femminile viaggia verso il 30%.
Al momento le ore di cassa integrazione nell’anno di Monti, Passera e Fornero sono state 900 milioni ma, per la fine dell’anno, supereranno il miliardo. Di conseguenza non c’è da stupirsi se la gente compra poco e niente e i consumi precipitano avvitando più che mai la recessione: -4,2%.
La nota più drammatica sono le tasse: 35 miliardi di tasse in più. I dati di Confesercenti: per effetto delle tre manovre che si sono succedute da metà 2011, ogni famiglia ha speso 1450 euro in più.
Infine, anche le bollette di gas e luce sono state di nuovo aumentate al rialzo.

NULLA FATTO PER L’AMBIENTE – Il Governo Monti è stato bocciato anche sull’ambiente da tutte le associazioni ambientaliste.
Perfino l’industria, meno interessata all’ambiente per ovvi motivi, boccia lo scarso pollice verde dell’esecutivo Monti. L’Associazione italiana di Produttori di Energia da Fonte Rinnovabile - che riunisce le aziende del settore – dichiara sollievo per aver posto fine ad una situazione difficile e senza timone ma esprime delusione per le azioni finora intraprese. L incertezza normativa che caratterizzava il settore energetico durante il precedente governo è stata superata ma le semplificazioni normative necessarie per adeguarsi agli standard europei del settore non ci sono state.
Anzi, sono arrivate nuove barriere (registri, aste, plafond, sbilanciamenti) che contraddicono gli obiettivi di crescita definiti nella strategia energetica nazionale appena varata.

Insomma un bilancio disastroso, che difficilmente il Governo Monti può migliorare di qui a 5 mesi dalla fine della legislatura. A difenderlo ancora a spada tratta solo quei politici che temono di non entrare in parlamento alle prossime elezioni – come Fini e Casini – o chi si affaccia ora sulla scena politica, come Montezemolo e la Marcegaglia. Il rischio però è che ci ritroveremo i tecnici anche dopo le elezioni, poiché la soglia che si vuole imporre alle coalizioni per poter governare il paese è del 42,5%. Quel 2,5 superfluo ha proprio l’intenzione di scongiurare ogni governabilità. Del resto, ai partiti fa comodo starsene all’opposizione (o nascosti in maggioranza) e darsi al populismo.

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UN CARNIVORO CON QUALCHE DUBBIO

LETTERA

Ciao Pietro, scusami se ti porto via del tempo con questa breve lettera, ma credo e spero tu possa aiutarmi a comprendere meglio me stesso e chi e cosa mi circonda, se ti va. Ti sembrerà strano ma penso spesso a te da quando ho letto che sei un vegano-crudista. proprio ieri ho letto un articolo, che ho condiviso qui su fb, il quale sostiene, citando pure la tesi di un premio nobel tedesco - 1931, sulla corrispondenza di malattie tumorali in relazione al tipo di alimentazione a cui ci sottoponiamo. Insomma, pare che per abbattere drasticamente i rischi tumori, almeno quelli derivanti da una cattiva alimentazione e da un cattivo stile di vita, sembra essere quello di diventare vegani, meglio se crudisti, oltre che a mantenere una buona e costante attività fisica. Non che non lo sapessi, mi sono sempre documentato un po' su questi argomenti e già leggere che un luminare quale Veronesi sostiene ciò è un'ulteriore conferma ad esempio.
Senza contare, che pur non facendolo condivido che rinunciare a carne e prodotti animali , anche in sola forma di protesta verso i regimi di allevamento a cui sono sottoposti per ottenere i prodotti sia abbastanza.
Il punto è, almeno per me, che è veramente difficile accettare di alimentarmi solo di verdure e frutta e in un secondo tempo esclusivamente crude. Rinunciare ai gusti a cui sono abituato (dolci, carne, affettati, formaggi, ecc) e limitare l'alimentazione solo a frutta e verdura mi pare un cilicio, uan specie di autosofferenza inferta, però capisco chge sarebbe la scelta giusta. tu come ti trovi? Sicuramente, frutto di una tua libera scelta non ti sarà certo di peso, anzi, ma uno come me, CARNIVORO per eccellenza come mai potrebbe fare? E poi anche pediatri e medici vari sostengono che la carne e tutto il resto in modo equilibrato sia necessario alla crescita.
Qual è il menù tipo di uan settimana da vegano e quello per uan settimana da vegano - crudista?
Sarei portato a dilungarmi ancora, ma credo tu abbia compreso il mo dubbio o meglio le mie indecisioni. Aspetto con piacere una tua risposta. ciao luca


RISPOSTA

Ciao Luca,
grazie per questa tua lettera, che mi permette un ulteriore serie di spunti.
Ricordi la canzone di Jovanotti riguardo all'AIDS che faceva "Quanto sto bene non c'è niente che io tema".
Il discorso è proprio questo.
Moltissima gente si avvicina al vegancrudismo (anche se non mi piace dare etichette, in quanto questo è incofutabilmente il modo in cui ogni essere umano dovrebbe mangiare) solo ed esclusivamente quanto i danni e gli insulti fatti al corpo durante la vita si fanno sentire a viva voce.
Immagina se ogni qualvolta si mangiasse un pezzo di carne si dovesse finire sulla tazza del WC.
Oppure, se per ogni sigaretta cominciasse una tosse senza fine.
Oppure ancora, se per ogni latticino ingerito spuntasse fuori un bell'herpes in faccia.
Ecco che le cattive abitudini cesserebbero di colpo.
Il problema invece è che ognuno di noi ha una diversa reattività immunitaria e quindi una diversa sopportazione degli insulti che vengono fatti al corpo.
E quindi, spesse volte, si continua a vivere in uno stato di salute apparente che in realtà è fuorviero di danni in agguato.
Io sono stanco di sentire parlare di luminari, e non posso trovarmi in sintonia con Veronesi, che da un lato auspica una alimentazione vegetariana (e non vegana, e continuo a ribadire la dannosità dei latticini tutti) e da un altro opera con farmaci velenosi come fatto tutti gli oncologi.
Tu dici che è una punizione autoinflitta quella di privarsi di determinati sapori, e da un lato posso dirti che hai ragione, avendo io fatto una fatica estrema a separarmi da tutta una serie di alimenti che per me erano normali.
Il concetto è che solamente quando si è riusciti a distaccarsi da quegli alimenti si può finalmente capire quanto siano dannosi.
È il periodo di transizione che frega tutti, un po' com quando si comincia la palestra.
Le palestre fanno soldi a palate con chi si iscrive un mese, si accorge della fatica, e rinuncia, non dando il tempo al proprio corpo di apprezzare e desiderare una sana attività fisica.
Se tu fossi nato in una foresta senza comodità, stai tranquillo che non penseresti al brasato o alla pasta alla matriciana, ma saresti felice con il tuo mango o il tuo ananas.
Il nostro problema è che da sempre ci hanno svezzati con cibi falsi, dopanti e adulterati, e solo una volontà ferrea può permetterne il distacco.
Tu dici...ma chi me lo fa fare?
1.000.000 di buone ragioni: dalla salute del pianeta in cui vivi, alla tua personale.
Passare dal cappuccio e briosche al mattino alla spremuta d'arancia è un passo difficile, che solo la convizione e una forte autodisciplina possono realizzare, ma il benessere psicofisico che ne consegue è impareggiabile.
Non mi dilungo ulteriormente sul perché dobbiamo alimentarci in maniera vegana.
Guardati allo specchio, ascoltati e lo capirai da solo.
Il mio unico consiglio: non aspettare che sia il corpo a chiederti il conto da pagare. Precedilo, e anche di corsa.

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VIETIAMO GLI ZOO E L’USO DI ANIMALI NEI CIRCHI


RETAGGI OTTOCENTESCHI DOVE SI MALTRATTANO GLI ANIMALI

Qualche giorno fa il Tg1 ha trasmesso l’ennesimo servizio inquietante sul maltrattamento degli animali nei circhi, che eseguono i comandi proprio perché terrorizzati dai maltrattamenti. Molti di loro danno chiari segnali di squilibrio, muovendosi in modo innaturale. In realtà, gli animali subiscono già un primo fortissimo trauma quando vengono catturati e allontanati dal loro habitat naturale. Il discorso va ovviamente ampliato anche agli Zoo, dove essi vengono costipati in gabbie strette, sedati, malnutriti e poco curati. Alcune compagnie circensi straniere hanno già provveduto a vietare il loro sfruttamento.

LA LEGGE IN MATERIA - Alcuni comuni italiani hanno in realtà già provveduto a vietare l’utilizzo di alcuni animali nei circhi. Di recente il Sindaco di Cagliari Massimo Zedda con un’ordinanza che andrà in vigore nel 2013 (per quest’anno è già stata firmata un’autorizzazione a luglio), vieterà l’utilizzo nei circhi di alcune specie animali.
La giurisprudenza in questo campo è materia di legge nazionale, che oggi non consente di vietare l'utilizzo di animali ma solo di regolamentarlo. Sarebbe necessaria e auspicabile pertanto una revisione da parte del Parlamento nella direzione che diversi Paesi europei hanno già intrapreso.

COME SI DIFENDONO I CIRCENSI- I circensi trovano invece che tutto ciò sia naturale e normale per gli animali. Almeno, così affermano quando li si accusa di maltrattare gli animali. La loro esplicita ipocrisia nel negare gli evidenti maltrattamenti e prevaricazioni nei confronti degli animali che tengono prigionieri, non impedisce a chi è un minimo sensibile di vedere la cruda realtà, dietro una facciata di lustrini e divertimento. Per stravolgere completamente l'istinto di un animale, si deve necessariamente ricorrere alla violenza: per far alzare alternativamente le zampe ad un orso si ricorre a piastre e pungoli elettrici (nel passato a braci ardenti), per fa "sorridere" un pony lo si punge ripetutamente sul muso con uno spillone, in modo che durante lo spettacolo si ricordi il dolore ed esegua l'esercizio.
La stessa circense Liana Orfei sostiene che "la tigre è pericolosa perché, oltre a essere astuta, è vigliacca. La tigre ti attacca a tradimento. Mentre il leone in genere è leale (...). La iena non la domi mai perché non capisce. Puoi punirla cento volte e lei cento volte ti assale e continua ad assalirti perché non realizza che così facendo prende botte mentre, se sta buona, nessuno le fa niente." E ancora, la signora Orfei afferma che le foche "possono essere ammaestrate solo per fame e non si possono picchiare perché lo loro pelle, essendo bagnata, è delicatissima. Ma con un po' di pesce ottieni quello che vuoi". Anche per insegnare alle tigri a salire sugli sgabelli, si usano la fame e le botte, continua la signora Orfei: "... poi ricomincia la storia con la carne finché la belva si rende conto che se va su riceve dieci-dodici pezzettini di carne, sa va giù la picchiano, e allora va su."

LE CONSEGUENZE DEI MALTRATTAMENTI- Gli animali in cattività, sofferenti a causa di spazi inadeguati alle specie, convivenze difficili  con altri animali, stress e frustrazione, dimostrano il loro disagio con un comportamento anormale. Gli esperti hanno identificato un grande numero di comportamenti anormali, tra i quali i movimenti ripetitivi privi di senso, il camminare avanti e indietro, movimenti veloci della testa dall’alto verso il basso oppure in modo ondulatorio, che si sviluppano in comportamenti più radicati.
Uno studio ha individuato un comportamento disturbato in  una grande quantità di specie tra cui elefanti, cavalli, lama, leoni  e tigri. Gli animali dei circhi sono costretti all’isolamento combinato alla reclusione  quindi non è sorprendente osservare questi comportamenti anormali causati dalla frustrazione, se non si ha la possibilità di fare altro che camminare su e giù, è molto probabile che ogni creatura faccia lo stesso.
I comportamenti spaziavano da animali chiaramente disturbati ad altri “solo” fortemente frustrati, i quali forse ripetono lo stesso percorso semplicemente perché non hanno altro posto dove andare.
Già lo studio eseguito in  precedenza sullo stress e i danni  psicologici degli animali dei circhi risalente al 1989 ha dimostrato che tutte le specie osservate mostravano costanti di comportamento anormale e che questo comportamento anormale poteva occupare  anche una parte considerevole del tempo degli animali; gli elefanti del circo impiegavano 60% del loro tempo a muovere avanti e indietro gli arti incatenati, e i comportamenti anormali occupavano il 25% del loro tempo; gli orsi camminavano a lungo o senza una chiara direzione per il 30% del loro tempo.
Elefanti che dondolavano implacabilmente la loro testa, cavalli e altri animali nelle stalle che roteavano la testa, tigri e leoni ed altri felini che camminavano su e giù per la loro piccola gabbia. Tutti gli animali osservati nelle stalle, legati o incatenati, erano frustrati e annoiati e mostravano un desiderio represso di libertà. Tutto ciò è stato osservato sia durante le tournées che durante il periodo di pausa.
La situazione appare peggiore rispetto a quella riportata precedentemente; per esempio è stato osservato che un elefante è stato incatenato per il 96% del suo tempo, mentre  nel 70-90% del suo tempo l’animale ripeteva movimenti a scatti e ondulatori.

Trattasi dunque solo di violenza e di un retaggio ottocentesco che serviva a far divertire il Re e la sua corte, e distrarre la plebe dai loro imbrogli. Un po’ come accade ora insomma.

(Fonte: Tg1, Agireora.org)
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GLI PSICOFARMACI CREANO DIPENDENZA


Smettere significa PER I PAZIENTI andare incontro A sintomi fisici e mentali FINO A 10 volte più intensi DELLE PATOLOGIE CHE LI HANNO SPINTI AD ASSUMERLI

Il Dottor Lorenzo Acerra - chimico industriale, attivista per quasi dieci anni nell'ambito delle intossicazioni da mercurio, relatore ai seminari della Società italiana di medicina funzionale (SIMF), socio fondatori dell'Associazione per la difesa dalle otturazioni di mercurio (ADOM) – mi ha gentilmente segnalato un altro interessantissimo e delicatissimo argomento, questa volta relativo ai farmaci psichiatrici.
Alla fine se ne sono dovute occupare anche le televisioni americane, venendo a patti con il pericolo di perdere gli introiti pubblicitari dei colossi multinazionali del farmaco: i farmaci psichiatrici, come le droghe pesanti e anzi di più, danno dipendenza chimica. Smettere significa andare incontro ad una crisi di astinenza con sintomi fisici e anche mentali che sono 10 volte più intensi di qualsiasi disturbo sperimentato dai pazienti prima dell'assunzione dello psicofarmaco.

I DANNI - Gli psicofarmaci gradualmente nel tempo distruggono e alterano la chimica del cervello, lasciandolo in rovine. Sul sito www.Paxilprogress.org (solo in inglese) è possibile trovare qualche testimonianza. Scrive Darcy Baxton: "L'interruzione chimica di questi farmaci è una cosa inimmaginabile, se non la vedete di persone non sapete di cosa si tratta. I sintomi lasciati dall'uso del Paxil durarono un anno, prima di poter dire di essere tornato ad essere sè stesso e non avere più disturbi del sonno di ogni tipo. Capita a molti pazienti di avere una crisi di astinenza così lunga. Per evitare i 'crash' abbiamo visto che la discontinuazione con step del 10% ogni 3 o 4 settimane va molto molto meglio. Ci si mette un'eternità per tirarsi fuori, ma i successi sono praticamente universali."

SITI PER AIUTARE CHI NE SOFFRE- Negli Stati Uniti è nato un gruppo di supporto basato su internet, www.Paxilprogress.org, per quelle persone che hanno bisogno di capire meglio la sindrome da interruzione chimica degli psicofarmaci. Perché altrimenti i dottori ti darebbero la valutazione che la colpa della sindrome dismissiva è tua che sei matto e che devi rimanere a vita con gli psicofarmaci, se non addirittura raddoppiare la dose.
Il supporto peer-to-peer di www.Paxilprogress.org significa che non addetti ai lavori, che hanno imparato sulla propria pelle le mille sfaccettature della crisi chimica collegata alla riduzione di dose di questi farmaci, si relazionano con aspiranti addio-farmaci neofiti. In Italia un equivalente potrebbe essere il sito http://www.aerrepici.org/forum/ dove trovi pazienti super-informati che ti parlano della medicina ortomolecolare e un'alimentazione quanto più possibile crudista che nel loro caso ha funzionato.

RIMEDI NATURALI - Le idee non mancano per pianificare la grande fuga dagli psicofarmaci. Lascio dei link in italiano per organizzarsi sui vari fronti critici.
- Utilità della vitamina C:  http://www.aerrepici.org/faidate.htm
- Tossicità dei focus dentali:  http://www.scribd.com/doc/112937955/bozza-novembre
- Utilità del crudismo (mangiare il più possibile frutta e verdura cruda): http://contiandrea.wordpress.com/category/crudismo-fruttarianesimo/ 

Il video seguente mostra diverse testimonianze di persone che hanno sofferto di crisi d’astinenza dagli psicofarmaci:

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Sentenza rivoluzionaria a Firenze: per la prima volta il "Diritto" si arresta alle esigenze della genitorialità


E' quanto ottenuto da un padre fiorentino, Fabio Barzagli, musicista, autore multimediale, ma anche studioso dei problemi della paternità e titolare del sito www.paternita.info.


Fabio Barzagli era rimasto "vittima" di una sentenza che amputava drasticamente le sue frequentazioni con la piccola figlia: a dire del magistrato, infatti, Barzagli avrebbe potuto vedere la piccola solo per tre ore
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MONTEZEMOLO SCENDE IN CAMPO PER SALVARE FINI E CASINI


DOPO ANNI DI TENTENNAMENTI, HA UFFICIALIZZATO IL PROPRIO IMPEGNO IN POLITICA

“Scendo in campo per l’Italia”. Queste parole le ho già sentite anni fa, e, sinceramente, mi fanno anche venire i brividi. Allora pure le proferì un imprenditore miliardario e sappiamo dove ci ha portati. Questa volta a tuonarle è Luca Cordero di Montezemolo, il quale, dopo anni di tentennamenti e da “un piede dentro e uno fuori”, ha finalmente svelato le carte. Finalmente, nel senso che se non altro ci ha detto finalmente quali sono in modo chiaro le sue intenzioni.
Il Presidente Napolitano ha comunque frenato il suo entusiasmo e di quanti volevano Monti candidato. Un senatore a vita, infatti, non può candidarsi a Premier. Ma questo non lo sapeva nessuno

CHI VI FARA’ PARTE - Ma più che per salvare l’Italia, servirà soprattutto a salvare Fini e Casini, leader logoratisi dietro il berlusconismo e oggi in serio pericolo di non entrare in Parlamento nella prossima legislatura. Pertanto si aggrappano a una lista coordinata dal Presidente della Ferrari e farcita dai soliti personaggi in cerca d’autore, l’ex Presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, più qualche attuale Ministro del Governo tecnico che serve a dare un po’ di autorevolezza al tutto.

COME NTV? - Auguriamoci che il suo nuovo partito non sia come il suo tanto annunciato treno Italo, della societa’ Ntv, il quale doveva costituire finalmente una concorrente della statale Trenitalia, ma nei fatti si è dimostrato un pacco, giacché le tariffe sono sostanzialmente uguali a quest’ultima e per di più in alcune citta’ non raggiunge neppure le stazioni principali.

Comunque benvenuto Montezemolo. Anzi, visti i tanti ruoli che ricopre, Monteprezzemolo.
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