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IN OLANDA E’ NATO IL TURISMO DEL SUICIDIO


NEL PAESE DEI TULIPANI SI registra un picco di suicidi assistiti da medici: ben 559 in più nel 2011 rispetto all'anno precedente

Fino a qualche anno fa l’Olanda era una terra ambita dai turisti per le sue libertà trasgressive (molto ridotte da quest’anno con le nuove leggi), le sue bellezze paesaggistiche, la sua attrattiva culturale. Ma di recente si è trasformata in una meta molto gettonata per tutt’altro motivo: l’eutanasia. Nel 2011 si è registrato un picco di arrivi di quanti, malati terminali, si sono qui recati per suicidarsi in modo medicalmente assistito.

I NUMERI AGGHIACCIANTI - La Commissione governativa per l'eutanasia ha spiegato che le segnalazioni in tal senso dei medici sono diventate il 2.7 per cento dei decessi totali olandesi, contro il 2.3 per cento dell'anno precedente.
L'Olanda è uno dei quattro Paesi a consentire legalmente la «dolce morte» ai malati terminali insieme a Belgio, Lussemburgo, Svizzera e allo stato americano dell'Oregon. In realtà si è trattato solo di una depenalizzazione, che risale al 2002, e riguarda i malati terminali che chiedono espressamente di morire per l'eccessivo dolore. Nicole Visee, segretario della Commissione, ha spiegato che le ragioni di questo incremento possono essere diverse: l'aumento dell'età della popolazione, un cambio nelle convinzioni etiche della popolazione, oppure una maggiore accuratezza nei rapporti dei medici.

STESSO DICESI PER LA SVIZZERA- La Svizzera consente il suicidio assistito fin dal 1941 e permette che sia eseguito anche da personale non medico (ammettendo anche la depressione tra le cause della volontà di morire), se l'esecutore non ha interessi economici nella vicenda. Nel 1998 le persone che hanno avuto accesso alla procedura sono state 43, contro le circa 300 del 2009. Gli stranieri sono, all’opposto dei Paesi bassi, invece in calo. Il ministro della giustizia Simonetta Sommaruga ha spiegato che dai 199 cittadini stranieri del 2006 si è scesi ai 97 del 2010, prevalentemente tedeschi, francesi e britannici.
Di recente il parlamento svizzero ha respinto una proposta volta a limitare l'accesso alla procedura per gli stranieri. Il voto del parlamento riflette un referendum dello scorso anno a Zurigo, che respinse a maggioranza schiacciante la proposta di fermare il «turismo del suicidio».

L’eutanasia resta un diritto per il malato terminale o per quanti si trovano da anni in stato vegetativo irreversibile. E se esistono Paesi come l’Olanda e la Svizzera trasformatisi in mete per il turismo un motivo ci sarà: molti sono i Paesi retrò che non aprono mai un dibattito legislativo serio su questo argomento. A cominciare ovviamente dal nostro.

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ARRIVA IL NAPO, LA MONETA DI NAPOLI CONTRO LA CRISI E PER STIMOLARE LA BUONA CITTADINANZA


HA FATTO IL SUO ESORDIO IERI IN OCCASIONE DELLA NOTTE BIANCA AL VOMERO

Il Comune di Napoli ha ideato un buono sconto formato moneta con un duplice scopo: stimolare i consumi e la buona cittadinanza: il Napo. Benché se ne parli ormai da un anno, ha fatto il suo esordio in occasione della "notte bianca" di sabato scorso, promossa dagli esercenti e dalla municipalità Vomero - Arenella. Esso potrà essere utilizzato solo nei negozi che ricadono all'interno del Comune di Napoli; quanto al regolamento e alla modalità di distribuzione sono ancora in fase di analisi.


CHI PUO’ RICHIEDERLO - Sarà distribuito solo ai cittadini che "pagano le tasse", ai turisti che visitano Napoli, o chi pagherà multe senza ritardi.

COME FUNZIONA - Il Napo garantisce, negli esercizi che aderiranno al circuito, uno sconto del 10%. Ad esempio, a fronte di una spesa di 20 euro i clienti potranno pagare 18 euro e 2 Napo.
Il commerciante potrà a sua volta mettere in circolazione i Napo, consegnandoli come resto.
Non essendo una moneta, il commerciante dovrà emettere scontrino pari a 18 euro cioè per il solo valore in euro ricevuto.
Se lo sconto del 10% è inferiore all'euro non si ha diritto allo sconto. Ad esempio sull'importo di 8 euro, il 10% di sconto pari a 0,8 euro non da diritto allo sconto e quindi all'uso del NAPO.
Mentre per importi dove lo sconto è frazionato, ad esempio su un importo di 16 euro, il 10% pari a 1,6 euro darà diritto al pagamento di 15 euro + 1 Napoli.

Una buona iniziativa che certo non basterà da sola a risolvere diffuse cattive abitudini dei cittadini o a stimolare i consumi in una fase di pesante recessione (lo sconto in fondo è solo del 10%). Ma è una trovata innovativa, che in futuro potrebbe essere anche più incisiva e consistente.

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BLAISE COMPAORÉ, L’ASSASSINO INVITATO AL FORUM DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE


IL PRESIDENTE DEL BURKINA FASO E’ COINVOLTO nella morte DI DIVERSI AVVERSARI POLITICI E DI UN giornalista, e STa intimidENDO ALTRi SUOI COLLEGHI

Il Ministro per la Cooperazione Internazionale e l'Integrazione, in collaborazione con la Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Esteri, sta preparando il Forum della Cooperazione internazionale, che si terrà a Milano l’1 e il 2 ottobre. Si tratta di un appuntamento pubblico di un giorno e mezzo, che farà incontrare i cittadini interessati, gli esperti, i giovani e gli attori tradizionali e nuovi della cooperazione allo sviluppo con le più alte cariche dello Stato e con i Ministri europei e dei Paesi del Sud del mondo.
L'ambizione del Forum è di far incontrare tutti gli individui e gruppi che vogliono e pensano che la cooperazione allo sviluppo sia una parte dell'identità del nostro Paese e che debba essere elemento centrale del rilancio del profilo internazionale dell'Italia.
Tra i relatori vi sarà anche Blaise Compaoré, Presidente del Burkina Faso; personaggio discutibile, implicato nell’omicidio di un giornalista e accusato di perpetuata intimidazione nei confronti di altri suoi colleghi. Inoltre ha vinto le ultime elezioni con metodi discutibili.


LA BIOGRAFIA – Compaoré divenne presidente del Burkina Faso il 15 ottobre 1987 in un sanguinoso colpo di stato in cui egli stesso uccise il suo predecessore Sankara. Compaoré descrisse l'uccisione di Sankara come un "incidente", anche se vi sono forti dubbi. Dopo aver assunto la presidenza, annullò molte delle riforme portate avanti da Sankara, giustificandosi dicendo che la sua politica era una "rettifica" nella rivoluzione burkinabè.
Poco dopo esser diventato Presidente fece eliminare due dei principali leader rivoluzionari, Henri Zongo e Jean-Baptiste Boukary Lingani, accusati di aver tramato contro il regime.
La salita al potere di Compaoré diede al paese una stabilità politica che fino ad allora era mancata, a discapito dell'indipendenza economica.

L’ULTIMO MANDATO DISCUTIBILE- Compaoré fu rieletto presidente nel 1991. Nel 1998 fu rieletto per la prima volta. Nell'agosto 2005 annunciò l'intenzione di candidarsi alle successive elezioni presidenziali. I politici dell'opposizione ritenevano che la candidatura del 2005 fosse incostituzionale, a causa di un emendamento del 2000 che limitava ad un massimo di due mandati presidenziali e ne riduceva la durata da sette a cinque anni, impedendo così a Compaoré di candidarsi per un terzo mandato. I sostenitori di Compaoré contestarono questa tesi, sostenendo che l'emendamento non potesse essere applicato retroattivamente.
Nonostante le obiezioni dell'opposizione, nell'ottobre 2005 la Corte Costituzionale stabilì che, dato che Compaoré era il Presidente in carica nel 2000, l'emendamento non sarebbe stato applicato prima della conclusione del secondo mandato, permettendogli così di presentare la candidatura per le elezioni del 2005.
Il 13 novembre 2005 Compaoré fu rieletto presidente, battendo 12 avversari e conquistando l'80,35% dei voti.

L’ACCUSA DI OMICIDIO - Il Presidente Compaoré e la Guardia Presidenziale sono stati coinvolti nella morte del giornalista Norbert Zongo ed hanno continuato ad intimidire i media in Burkina Faso, secondo l'ONG Reporter Senza Frontiere. La responsabilità di Blaise Campaoré nell'assassinio dell'ex-Presidente è stato oggetto della prima azione contro il Burkina Faso, iniziata da Mariam Sankara, vedova di Thomas Sankara. Nell'aprile 2006, il Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha emesso una condanna per il fallimento da parte del Burkina Faso nell'investigazione sulle circostanze della morte di Thomas Sankara (e per non aver processato i responsabili della morte di Sankara).

Ecco dunque chi siederà al tavolo della Cooperazione di Milano. I nostri Ministri lo sanno?

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I COMUNI NON SFRUTTANO INGENTI FONDI PER IL GAS IN FAVORE DEI MENO ABBIENTI


NE AVREBBERO FACOLTA’ IN BASE A UNA LEGGE DEL 2007

Secondo l'art. 46 bis L. 222/07, i Comuni hanno la facoltà di esigere dai concessionari della distribuzione del gas dei fondi da destinare ai meno abbienti; ma non lo fanno. Si parla di cifre che vanno fino a 323 milioni di euro all'anno, a cui si potrebbero sommare altri 1,2 miliardi di arretrati per il periodo 2008-2011. Nelle bollette del gas c'è infatti uno strumento che potrebbe dare grandi risultati nel promuovere l'efficienza energetica e tutelare contemporaneamente le fasce più deboli.

L’OPPORTUNITA’ MANCATA - In realtà qualche Comune ne ha fatto richiesta. Ma sono solo 2mila su 5900. E i tempi per agire sono strettissimi. I distributori infatti hanno tempo fino al 15 ottobre per girare la richiesta di modifica della bolletta all'Autorità per l'energia. “Si tratta di un'opportunità da cogliere al volo perché, se non si richiedessero ora, questi soldi andrebbero a far parte della quota dal 2008 non redistribuita e non richiesta, per recuperare la quale si dovrebbe affrontare una causa civile. In sintesi: o ora, o tra dieci anni dopo una causa, se la si vince”, commenta a Qualenergia.itDavide Sabbadin, responsabile energia di Legambiente Veneto, che si sta mobilitando per far conoscere ai Comuni questa possibilità spesso ignorata.

COSA PREVEDE LA LEGGE - La normativa in questione che deriva dalll'art. 46 bis L. 222/07, come successivamente modificato, prevede che le municipalità interessate dalle nuove gare possano incrementare, da subito e fino alla conclusione delle gare d'ambito, il canone delle concessioni di distribuzione fino al 10% del vincolo sui ricavi di distribuzione, la parte della bolletta che va a remunerare il gestore. I soldi così raccolti, dice la legge, dovranno essere destinati “prioritariamente all'attivazione di meccanismi di tutela relativi ai costi dei consumi di gas da parte delle fasce deboli di utenti”. La delibera Aeeg 159/08, all'art. 59, ha poi stabilito – “cosa non prevista inizialmente dalla norma”, sottolinea  Miotto – che i distributori possano rifarsi ricaricando sugli utenti finali: un rincaro che è proporzionale ai consumi e che in media si aggira su 1 euro al mese per utente.
Ovviamente, a differenza che per la somma dovuta per il 2012, per gli arretrati degli anni scorsi le società di distribuzione non potrebbero rifarsi sugli utenti, bensì avrebbero perdite secche: per questo, ci spiegano, i Comuni che volessero recuperare il gruzzolo che spetterebbe loro dal 2008 al 2011 – cosa che nessuno ha mai fatto finora – dovrebbero prepararsi a battaglie legali.
Più semplice ottenere i soldi del 2012: basta una delibera. Generalmente i concessionari “si limitano a osservare la legge nel caso in cui questa quota venga richiesta”, come commenta a Qualenergia.it Gianluca Spitella, il portavoce di Federutility, anche se in diversi casi – riportano dal Consorzio Reti Gas - questi hanno tenuto un atteggiamento ostativo, in particolare quando sono in essere contratti e/o atti aggiuntivi agli stessi che individuino nella fine del 2012 il termine ultimo delle concessioni.

ECCO QUANTO RICAVEREBBERO I COMUNI- Facendo qualche esempio concreto per alcuni Comuni, per esempio Torino potrebbe avere dal gestore privato della rete gas locale 6 milioni l'anno, Napoli 4 milioni, Venezia oltre 2 milioni; città più piccole come Pordenone e Frosinone, rispettivamente 350mila e 230mila euro l'anno. Questo per citare solo alcuni casi in cui tale possibilità sarebbe più redditizia non avendo a che fare con municipalizzate (infatti nel caso in cui il gestore è una municipalizzata, la questione è più complicata e si tratterebbe in un certo senso di una partita di giro).

Che dire, una grande occasione in favore dei meno abbienti e dell’eco-sostenibilità non sfruttata. Una delle tante. 
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Il convegno dell'AIPG è davvero uno specchio della psicologia giuridica italiana. Uno specchio tragico





...Un
convegno che vuole consapevolmente ignorare che non esiste solo il
lato oscuro della genitorialità ma anche, e forse è anche più
importante, il lato oscuro del professionista -e del sistema- che si
occupano del genitore.
Un
convegno che è, soprattutto, la proiezione ed il risultato del loro "lato oscuro".

Perché dimostra -prima di tutto- la volontà di questo sistema e di questi
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SALLUSTI IN CARCERE NON SAREBBE UNO SCANDALO


LE MOTIVAZIONI DI MASSIMO FINI IN RISPOSTA A MARCO TRAVAGLIO. PENA SOSPESA, MA NON CI SAREBBE COMUNQUE ANDATO

Intorno al caso Sallusti che rischia il carcere (pena confermata dalla Cassazione ma poi sospesa dalla Procura) si è creato un movimento solidale bipartisan; il che, in Italia, mi spaventa sempre un po’. Anche la stampa di sinistra ha solidarizzato con il direttore de Il Giornale; cosa che ad esempio non ha fatto il suo collega Filippo Facci su Libero, il quale ha invece elencato i dieci motivi per cui non rischierebbe di andare in carcere, quasi a ridicolizzare questa ostentata solidarietà in suo favore. Ma tra i due non scorre certo buon sangue.
In controtendenza (come sempre) anche Massimo Fini, per niente d'accordo con l'articolo di Marco Travaglio datato 22 settembre in cui il vicedirettore del Fatto ritiene ingiusto, e quasi obbrobrioso, che il direttore del Giornale Alessandro Sallusti rischi di scontare un anno e due mesi di carcere in seguito a una condanna che la Corte d'appello di Milano gli ha inflitto per aver diffamato, su Libero, un giudice tutelare di Torino. Correva l’anno 2007. Bolla la sua posizione come una “difesa corporativa”. Ecco perché.


GIORNALISTI COME CORPORAZIONE– Scrive Massimo Fini su Arianna editrice: “Noi giornalisti siamo una corporazione, attenti, come ogni altra corporazione, a mantenere i nostri privilegi (in oltre sessant'anni di vita repubblicana un solo giornalista, che io ricordi, ha scontato effettivamente il carcere: Giovannino Guareschi che aveva diffamato il presidente della Repubblica, Luigi Einaudi).
A differenza di Travaglio io considero Sallusti un ottimo professionista, lo stimo come tale e ne sono ricambiato tant'è che più volte, e ancora pochi mesi fa, mi ha proposto di andare a lavorare per i giornali che dirige (ma io non posso, non ho la disinvoltura dei Santoro e dei D'Alema).
Ma qui non è in discussione se Sallusti sia o meno un ottimo collega, sono in gioco questioni di principio come dice lo stesso Travaglio ("ciò che conta è il principio"). E questa volta Travaglio, in genere così lucido e incisivo, si ingarbuglia in un articolo insolitamente faticoso e contorto.
Prima scrive che il carcere dovrebbe essere riservato ai delitti dolosi, poi che "in tutti i Paesi civili nessun giornalista può rischiare in prima battuta il carcere per quello che scrive... neanche se è intenzionalmente diffamatorio". Il diffamato, secondo Travaglio, dovrebbe accontentarsi della rettifica, solo se questa non c'è potrebbe adire le vie legali, penali e civili.
Il fatto è che il nostro Codice penale non fa distinzione fra diffamazione dolosa e colposa e non prevede che la rettifica sia esaustiva. Se la Cassazione confermerà la sentenza della Corte d'appello Sallusti deve andare in carcere, come qualunque altro cittadino che sia nelle sue stesse condizioni. Che la legge debba essere "uguale per tutti" è proprio una battaglia del Fatto, quasi la sua ragione sociale, e non possiamo sconfessarla perché oggi nei guai è un nostro collega, simpatico o antipatico che sia. Noi giornalisti non siamo cittadini speciali, killer con la "licenza di uccidere" come gli agenti della Cia.”

LE RIFORME CHE ANDREBBERO FATTE– “Si debbono fare delle riforme sulla questione della diffamazione a mezzo stampa.
1) Un tempo, quando le persone avevano più a cuore il proprio onore che i quattrini, si querelava "con ampia facoltà di prova". Se il giornalista dimostrava di aver scritto il vero era a posto. La "facoltà di prova" dovrebbe essere resa obbligatoria in ogni procedimento penale per diffamazione.
2) Dovrebbero essere inibite le azioni civili di danno prima della querela penale. Perché nell'azione civile quel che conta, più della verità dei fatti, è il danno e anche un ladro può essere danneggiato se viene definito ladro "in termini non continenti". La definizione è talmente generica e vaga che il giornalista viaggia col freno a mano tirato. Se io attraverso col rosso so di aver commesso un'infrazione. Se uccido un uomo so che è un omicidio. Ma quali sono i termini non continenti?
3) Ha ragione Travaglio quando scrive che i politici inondano i giornalisti con azioni penali e civili per diffamazione con richieste milionarie di risarcimento che sono chiaramente intimidatorie. Se un presunto diffamato perde la causa dovrebbe essere obbligato a pagare una penale proporzionata alla sua richiesta. Così ci penserebbe due volte. Il corporativismo dei giornalisti è anche una delle cause per cui non si riesce a risolvere l'annosa questione delle intercettazioni”.

GLI INTERESSI IN GIOCO – “Qui sono in gioco tre interessi contrastanti.
1) L'interesse all'efficacia delle indagini e quindi a una efficiente amministrazione della Giustizia.
2) L'interesse del cittadino, coinvolto a qualsiasi titolo in un procedimento pena-le, a non veder lesa anzitempo la propria reputazione.
3) L'interesse del giornalista a informare e, soprattutto, quello della comunità a essere informata. Sappiamo benissimo che i berlusconiani (e non solo loro) vorrebbero limitare al massimo le intercettazioni perché hanno la coda di paglia. Non è questa la strada. Oggi per i reati associativi, soprattutto quelli finanziari, in una società complessa come l'attuale, le intercettazioni, telefoniche e ambientali, sono uno strumento indispensabile e la magistratura deve poterlo utilizzare, anche a tappeto”.
Degli altri due interessi in gioco, nella fase istruttoria deve prevalere quello della difesa dell'onorabilità delle persone, perché nella fase delle indagini preliminari, inevitabilmente incerta, a tentoni, possono essere coinvolte, con dettagli scabrosi sulla loro vita privata ma del tutto irrilevanti, persone che risulteranno poi estranee al procedimento in corso e che hanno il sacrosanto diritto alla tutela della loro privacy. Al dibattimento il discorso si capovolge: l'interesse della comunità a essere informata prevale su quello della tutela dell'onorabilità degli indagati e anche dei comprimari, perché in quella fase arrivano solo i materiali effettivamente utili al processo. Questo (istruttoria segreta, dibattimento pubblico) era il sistema del Codice penale di Alfredo Rocco che sarà stato anche un fascista, ma era un giurista di primissimo ordine. Oggi siamo in mano a dei dilettanti allo sbaraglio e, quasi sempre, anche in malafede.”

LA VICENDA – Ma cosa ha fatto Sallusti? Nel febbraio del 2007 la Stampa rese nota la vicenda di una ragazzina di 13 anni autorizzata dal Tribunale di Torino ad abortire: la notizia ovviamente innescò una serie di polemiche e Libero, a quel tempo diretto da Sallusti, dedicò al fatto un articolo e un corsivo firmato con uno pseudonimo, Dreyfus. Né nell'articolo, né nel commento è stato fatto il nome del magistrato querelante. "Qui ora esagero", si legge nel corsivo incriminato, "Ma prima di pentirmi lo scrivo: se ci fosse la pena di morte e se mai fosse applicabile in una circostanza, questo sarebbe il caso. Per i genitori, il ginecologo, il giudice".
Tanto basta a Cocilovo per sentirsi offeso. Il bello è che i suoi colleghi gli danno ragione: senza che la Procura compia alcuna indagine per individuare l'autore dell'articolo il Tribunale di Milano a gennaio 2009 processa e condanna Sallusti a pagare 4000 euro di ammenda non solo per "omesso controllo" come accade abitualmente ai direttori di giornale, ma direttamente per diffamazione aggravata. Al giudice Cocilovo non basta però. Lui e la Procura impugnano. E in appello, il 17 giugno 2011 arriva la batosta: 14 mesi di carcere e la condizionale negata perché, oltre agli altri procedimenti penali subìti da Sallusti come giornalista, se lasciato a piede libero potrebbe commettere altri reati.

DIFFICILE CHE VADA IN CARCERE- Probabilmente, come sostiene il succitato Facci, il carcere non lo rischia perché essendo la sua pena inferiore ai 3 anni e non essendo quindi immediatamente esecutiva, occorrerebbe attendere che la Cassazione notifichi la sua decisione alla procura di Milano (e già qui passa del tempo) e poi che la Procura faccia eguale notifica ai legali di Sallusti (altro tempo che passa) sinché da quel momento, cioè dalla ricezione, gli avvocati avrebbero altri 30 giorni di tempo per proporre delle pene alternative come per esempio il classico affidamento ai servizi sociali. La semi-libertà no, perché la pena supera i sei mesi.

Insomma da qui al carcere ce ne vuole, ma in Italia non si perde mai occasione per fare a gara di ipocrita solidarietà.

(Fonti: Libero1, Libero2)
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ANGELA CELENTANO IN MESSICO, VERITA’ O BUFALA?


UNA RAGAZZA DICE DI ESSERE LEI, MA I SUOI GENITORI NEGANO

Era il 10 agosto 1996 quando durante una gita sul Monte Faito – altura fitta di vegetazione sita a Castellammare di stabia – spariva Angela Celentano, di soli 3 anni. Da allora i genitori non hanno mai perso la speranza, continuando a cercarla e apparendo in Tv. Non sono mancati anche sciacallaggi di quanti hanno detto falsamente di averla vista o di sapere dove si trovasse. L’ultimo caso è però eclatante e sta nutrendo nuovamente le speranze della sua famiglia: una ragazza dal Messico a partire dal 2010 ha intrapreso una corrispondenza con la sorella di Angela, Rossana, dicendo che fosse lei.

LA MAIL - Due anni fa, esattamente il 25 maggio 2010, un messaggio su facebook riaccende la speranza: «Angela sono io, mi chiamo Celeste Ruiz, ora vivo felice, vi prego smettete di cercarmi». Ai Celentano ha anche inviato una foto recente che, a detta dei genitori di Angela, raffronta con quella di Angela «ha diversi punti di contatto». Otto mesi fa le comunicazioni con il Messico si sono interrotte.

L’INCHIESTA HA DATO ESITO NEGATIVO- Il messaggio proveniva da un'ip della capitale, Città del Messico. La polizia postale lo ha individuato presso la casa di un magistrato messicano, che nel giro di qualche settimana è stata perquisita dagli inquirenti italiani che hanno immediatamente ottenuto una rogatoria. Le prove del Dna sui due figli dell'uomo, un maschio e una femmina la cui età non corrisponde a quella di Angela, risultano negative. Un buco nell'acqua.

I DUBBI - E in Messico si apre un altro giallo. Secondo quanto accertato dalla procura messicana, ha riferito all'Ansa il legale dei Celentano, Luigi Ferrandino, i messaggi sono partiti dal Messico e da un pc, trovato in una casa diversa da quella indicata da Celeste. «Una casa dove ci sono due genitori, il padre è pubblico ministero della procura di questa città, la madre è dipendente del ministero di giustizia. Hanno due figli, un maschio e una femmina e la ragazzina ha 3-4 anni in meno di Angela - ha detto l'avvocato - sono stati compiuti dna sui due ragazzi e sui genitori ma nessun risultato. Sul pc risulta che siano stati cancellati dei dati e la famiglia ha negato che qualcuno avesse scritto da quel computer ma la procura messicana ha messo sotto in chiesta la famiglia per false dichiarazioni. Ora, però, l'inchiesta sembra aver subito una battuta d'arresto».

FALSA TESTIMONIANZA O UN HACKER- Non riuscendo a spiegare l'anomalia, gli inquirenti messicani hanno messo sotto inchiesta lo stesso giudice padrone di casa, sospettando che abbia mentito o rimosso dati dalla memoria del pc. Ma la polizia teme anche che qualcuno, probabilmente un hacker, possa aver mascherato l'indirizzo telematico da cui è partito il messaggio, sviando gli investigatori in Messico. Gli inquirenti hanno anche accertato che dallo stesso ip è stato creato anche un falso profilo Facebook a cui è stato dato il nome di Celeste Ruiz ma anch'esso rivelatosi fasullo.

Il mistero di Angela Celentano è dunque destinato a continuare. Per i suoi genitori, Luigi e Maria, continua pertanto un incubo lungo 16 anni.

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MAURIZIO ZAMPARINI, IL MANGIA ALLENATORI


BEN 48 GLI ESONERI ALL’ATTIVO PER IL PRESIDENTE DEL PALERMO

Ultima vittima Giuseppe Sannino, dopo sole tre giornate. E in tanti già attendono a breve un nuovo esonero. Non ha vinto nulla, ma passerà alla storia del calcio per la strage di allenatori che ha compiuto durante i suoi anni di Presidenza al Venezia prima e al Palermo poi. Parlo di Maurizio Zamparini, attuale Presidente del Palermo, che ha all’attivo ben 48 esoneri: 26 al Venezia e 22 a Palermo, con alcuni tecnici - Zaccheroni, Ventura, Geretto, Bellotto, Spalletti, Guidolin, Colantuono e Rossi - chiamati a piu' riprese. Ecco la lunga lista.


LA STRAGE A VENEZIA - Il primo esonero della serie è quello di Aldo Cerantola, chiamato al posto di Mazzola e sostituito da Fabbri sulla panchina del Venezia nella stagione '88/89. Nell'89/90 è la volta di Pasinato, sostituito da Sabadini, mentre nel '91/92 tocca a Zaccheroni. Al suo posto sulla panchina dei veneti arriva Marchesi ma prima della fine del campionato Zamparini torna sui suoi passi e richiama Zac. La telenovela con quello che poi diventerà il tecnico campione d'Italia col Milan continua nella stagione successiva, con l'ennesimo esonero e l'arrivo di Maroso. Poco tempo dopo altro dietrofront e ritorno di Zaccheroni in laguna. Nel '94/95 il vulcanico Zamparini riesce ad esonerare cinque allenatori in una sola stagione. In panchina parte Ventura, sostituito da Maifredi. A seguire arrivano Geretto, ancora Ventura, Rossi e ancora Geretto. La collezione continua nel '95/96 con Bellotto al posto di Marchioro. L'anno dopo Bellotto viene sostituito con il tandem De Vecchi-Fontana, ma torna sulla panchina veneziana prima della fine del campionato. Nel campionato '99/00 sono tre i tecnici ad alternarsi in riva alla laguna: parte Spalletti e gli subentra Materazzi, poi torna il tecnico toscano ma la stagione viene completata da Oddo. Nel 2001/2002 Buso prende il posto di Prandelli ma a sua volta deve abbandonare per Magni.

QUELLA A PALERMO - Da Venezia a Palermo la musica non cambia. Nella stagione 2002/2003 Ezio Glerean e il suo spregiudicato 4-2-4 lasciano il posto a Daniele Arrigoni, ma a fine campionato ci sarà Sonetti sulla panchina rosanero. L'anno dopo in Sicilia arriva Silvio Baldini, sostituito da Francesco Guidolin. Il campionato 2005/2006 inizia con Del Neri, sostituito da Papadopulo. Nella stagione successiva il ritorno di Guidolin. Nel corso del campionato il tecnico veneto viene sostituito dal duo Gobbo-Pergolizzi, ma ritorna prima della fine del campionato. Si arriva così alla stagione 2007-08, con Colantuono sul ponte di comando che dopo il 5-0 subito a Torino dalla Juventus viene esonerato con i rosanero sesti in classifica. A questo punto torna Guidolin ma i rapporti con il vulcanico presidente sono decisamente compromessi e così prima che il campionato volga al termine Colantuono è di nuovo sulla panchina rosanero, dove resta anche all'inizio della stagione 2008-09 ma solo per poco: l'esclusione dalla Coppa Italia per mano del Ravenna e la sconfitta a Udine nella prima di campionato gli sono fatali e al suo posto arriva Ballardini. La stagione 2009-10 comincia con Zenga in panchina, l'ex Uomo Ragno viene però cacciato per far posto a Delio Rossi e nel campionato in corso (2010-11) anche il tecnico romagnolo fa le valigie: lo 0-7 interno con l'Udinese gli costa l'esonero.
Al suo posto Serse Cosmi, il cui corso al Palermo dura appena 36 giorni, prima del ritorno di Delio Rossi che il 1° giugno 2011 lascia il Palermo con la risoluzione consensuale del contratto. Il nuovo allenatore è Stefano Pioli, il cui debutto di Pioli sulla panchina è il 28 luglio in occasione della sfida di andata del terzo turno preliminare di Europa League contro gli svizzeri del Thun. Dopo il 2-2 dell'andata, non basta l'1-1 al ritorno per far qualificare il Palermo alla fase successiva. Il 31 agosto, dopo due mesi dall'insediamento sulla panchina rosanero, viene esonerato. Al suo posto viene promosso il tecnico della primavera Devis Mangia che sembra districarsi bene malgrado l'inesperienza ma bastano tre sconfitte consecutive (Cesena in casa in campionato, Siena ai rigori in casa in Tim Cup e il derby a Catania) per far cambiare idea a Zamparini, che chiama Bortolo Mutti.

L’ULTIMO ESONERO - In estate il presidente rosanero affida la guida della squadra a Giuseppe Sannino, proveniente da un buon campionato col Siena; squadra con la quale ha ottenuto anzitempo la salvezza ed è arrivato in semifinale di Coppa Italia. Ma dopo due sconfitte e un pari in campionato, ecco il 48esimo cambio in panchina della sua storia, con Gian Piero Gasperini che sbarca a Palermo, proveniente invece da una breve e disastrosa esperienza all’Inter.

Quanto durerà Gasp? Ma soprattutto, quando presidenti come Zamparini capiranno che vendendo ogni anno i migliori, non è colpa degli allenatori se una squadra va male? Che poi nel caso del Palermo tanto male non va, visto che nonostante un mercato disastroso, riesce comunque a piazzarsi sempre in una posizione medio alta?

(Fonte: Yahoo)
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Follow up #3

sta mattina sono andata  in ospedale per i soliti esami e come al solito sono tornata a casa piena di buchi nelle braccia manco fossi un colabrodo! ormai credo proprio che le mie vene siano andate a farsi friggere da un bel pezzo!
ad ogni modo il primo esame che ho fatto è stata la spirometria per vedere se i miei polmoni funzionano bene e mi sono incavolata perchè la donna che mi stava facendo l'esame continuava a dire che non soffiavo bene, che non ero capace a fare l'esame ecc ecc.. avrei voluto vedere lei se era  capace di soffiare!
comunque l'esame è buono e per quanto riguarda questa sensazione di fiato corto che ho durante l'attività fisica mi hanno detto che è normalissimo e di cercare di fare piu attività fisica possibile in modo da abituare il fisico che ormai è tanto tempo che non viene messo sotto sforzo.
poi ho fatto la radiografia del torace e anche quella va benissimo.
 dovevo fare l'eco collo ma oggi non c'era proprio posto per cui tornerò il 15 ottobre per quest'ultimo esame mentre il controllo successivo è stato stabilito per i primi di febbraio!

altra novità è che oggi ho sentito la signora che si occupa delle gite della Magica Cleme  e i primi di ottobre vado un week end in Umbria alla fabbrica della Perugina e non vedo l'ora! mi è solo dispiaciuto che non può venire una ragazza che ho conosciuto all'ospedale  che praticamente  non vedo da un anno e ci tenevo tanto... ma vabbeh! ci saranno altre occasioni!


Ps: finalmente buone notizie dall'associazione ADMO!
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SOLO UNA SCUOLA SU QUATTRO E’ SICURA


A DIRLO IL X RAPPORTO DI CITTADINANZATTIVA, CHE DISCERNE DATI ANCHE SU MOLTI ALTRI DISSERVIZI DEGLI ISTITUTI ITALIANI

Anno scolastico nuovo, problemi vecchi. I dati proposti dal X rapporto su sicurezza, qualità e comfort degli edifici scolastici proposto da Cittadinanzattiva sono alquanto inquietanti oltre che disarmanti, poiché ci dicono quanto siano pericolose le scuole italiane per la salute degli alunni e di quanti ci lavorano, e quanto siano inadeguate nell’offrire una discreta formazione alle nuove generazioni.


SOLO UNA SU QUATTRO E’ A NORMA-  “Solo un quarto delle scuole è in regola con tutte le certificazioni di sicurezza e la manutenzione è ridotta a lumicino, tanto che ad esempio nel 45% delle scuole monitorate da Cittadinanzattiva sono stati richiesti interventi strutturali, ma in oltre la metà dei casi l’ente proprietario non è mai intervenuto. Lesioni strutturali in una scuola su dieci, distacchi di intonaco in una su cinque, muffe ed infiltrazioni in una su quattro.
Molti degli edifici scolastici monitorati presentano lesioni strutturali in gran parte sulla facciata esterna dell’edificio, i crolli di intonaco in corridoi (19%), aule (14%) e bagni (14%); muffe, infiltrazioni e umidità in bagni ed aule (24%), mense (18%), palestre (17%).
Sempre secondo lo studio di Cittadinanza attiva, 21% delle scuole presenta uno stato di manutenzione del tutto inadeguato. Nell’87% dei casi hanno richiesto interventi mantenutivi all’ente interessato, ma quest’ultimo, nel 15% delle situazioni, non è mai intervenuto o l’ha fatto con estremo ritardo. Gli interventi di tipo strutturale, che richiedono più soldi e tempo, sono stati richiesti nel 45% delle scuole ma in ben il 58% non hanno ottenuto alcuna risposta da parte dell’ente proprietario. Certificazioni di sicurezza grandi assenti, più che nel passato: il certificato di agibilità statica, quello di agibilità igienico-sanitaria e quello di prevenzione incendi sono presenti solo nel 24% delle scuole.

AULE FATISCENTI E SOVRAFFOLLATE– Direttamente connesso alla cattiva manutenzione è così lo stato delle aule scolastiche che nel 24% dei casi presenta  segni di fatiscenza, come umidità muffe, infiltrazioni di acqua oltre che distacchi di intonaco visibili in più di un’aula su 10 (14%). A questo vanno aggiunte le Barriere architettoniche (11%) e pavimenti sconnessi (10%) che ostacolano la vita agli studenti con disabilità presenti in numero sempre crescente nelle nostre scuole (in dieci anni il loro numero è cresciuto del 56%, ad oggi siamo ad oltre 190 mila studenti disabili).
E sedere sui banchi di scuola risulta dannoso per la salute: temperature ed aerazione non sono adeguate nella gran parte delle aule, visto che il 49% di esse è senza tapparelle o persiane e il 57% ha le finestre rotte. E ancora il 10% delle sedie e il 12% dei banchi è rotto e in oltre la metà dei casi gli arredi non sono a norma, adeguati ad esempio all’altezza degli alunni.
Dal rapporto di Cittadinanza attiva risulta inoltre che “1 classe su 4 del nostro campione ha più di 25 alunni, dunque non è adeguata alla normativa antincendio. E pur facendo riferimento al pluricontestato art.64 della legge 133/2008, che ha innalzamento il limite di alunni per classe, abbiamo riscontrato ben 60 classi fuorilegge”.
I dati sul sovraffollamento vanno letti insieme ad altri fattori relativi alla sicurezza interna come: le porte con apertura anti-panico assenti nel 78% delle scuole monitorate, le scale di sicurezza assenti nel 21% dei casi, le uscite di emergenza assenti nel 16% e non segnalate nel 15%, la larghezza dei passaggi di almeno 120 cm non rispettata nel 18% dei casi, la già citata certificazione antincendio in regola solo nel 24% delle scuole. La conclusione è che, in queste aule, il rischio di rimanere intrappolati in caso di emergenza è elevato.

CARENZA DI PALESTRE, CORTILI, MENSE E LABORATORI – Il 46% degli edifici monitorati non ha una palestra al proprio interno, in un terzo dei casi i cortili sono usati come parcheggio, un terzo delle scuole non è dotato di aule computer e quasi la metà è priva di laboratori didattici, senza contare mense e biblioteche. Le prime sono presenti solo in una scuola su tre, un po’ meglio le seconde che troviamo in una scuola su due.
Nel 56% dei casi sono presenti distributori automatici di bevande e nel 36% di snack, ma solo in 3 scuole sono previsti anche prodotti naturali.
Palestre e cortili, laddove ci sono, risultano in cattive condizioni. Le palestre presentano segni di fatiscenza nel 17% dei casi, distacchi di intonaco nel 7%, sono senza spogliatoi nel 18%, hanno attrezzature danneggiate nel 13%, mancano di cassetta di pronto soccorso in un caso su tre (34%). I cortili, a loro volta, hanno pavimentazione sconnessa nel 44% dei casi, rifluiti non rimossi o ingombri nel 12%, nella stessa percentuale presentano barriere architettoniche.

DISSERVIZI PER GLI STUDENTI DISABILI– Sono 191.037 studenti disabili inseriti nelle nostre scuole, con una crescita in percentuale del 56% rispetto a dieci anni fa. Secondo il campione analizzato, su 31.580 alunni, 1.348 sono affetti da disabilità. Scalini all’ingresso del 14% delle scuole, ascensore assente nel 54% degli edifici e non funzionante nel 14% di quelli che ne sono dotati; barriere architettoniche nel 18% delle mense, nel 14% all’ ingresso, nel 13% dei laboratori, nel 12% dei cortili, nell’11% delle aule  e dei laboratori multimediali, nell’8% delle palestre. Nel 34% delle scuole non esistono bagni per disabili, e il 7% di chi c’è l’ha presenta barriere architettoniche.

SCARSA PREVENZIONE E VIGILANZA– Da alcuni anni, viene sottolineata un’accresciuta attenzione nei confronti di aspetti relativi alla prevenzione e alla vigilanza all’interno degli edifici scolastici. Le prove di evacuazione sono effettuate almeno due volte l’anno dal 93% delle scuole, il piano di evacuazione è presente nel 98% dei casi, i cancelli sono tenuti chiusi durante l’orario scolastico nel 64% delle scuole.

Un Paese che non garantisce alle nuove generazioni almeno i servizi minimi per un’adeguata formazione, è un Paese senza futuro.  

(Fonte: Irispress)
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DEPRESSO NON VUOL DIRE ASSASSINO

Bambini messi nella lavatrice dalla propria madre.
Madri che si buttano dalla finestra con i propri figli.
Madri che li annegano nella vasca da bagno.
Con un denominatore comune: gli psicofarmaci.
Ormai siamo assuefatti a eventi e notizie di questo tipo, e i media, intenzionalmente o meno, ci raccontano la favoletta che dicono loro.
E invece le cose vanno dette chiaramente per quello che sono: moltissimi casi di omicidio-suicidio sono causati dagli psicofarmaci, soprattutto dagli antidepressivi della categoria SSRI (selettori della ricaptazione della serotonina), come Prozac, Wellbutrin, Paxil....
I media si limitano a dire "...era depressa"... "...veniva seguita da un Centro di Igiene Mentale"...etc...
questo significa solo una cosa: che la malcapitata prendeva antidepressivi.
Via la lobotomizzazione, e vediamo le cose per quello che sono.
Ormai solo un cieco non riuscirebbe a capire che gli antidepressivi possono trasformare le persone in assassini, portandole a vere e proprie "emergenze omicidiarie e suicidiarie".
Vi rendete conto che ormai questa società ha inculcato nella nostra testa che un depresso deve per forza portarsi nella tomba tutta la famiglia?
Non nego che problemi, anche gravi, nella vita, possano arrivare a mettere a dura prova il sistema nervoso di un essere umano, portandolo anche a suicidarsi.
Ma non c'è spiegazione al fatto che una madre, uccidendosi, decida di portarsi dietro il proprio figlio, uccidendolo a volte senza nemmeno uccidere se stessa!
Nessuno generalizza, ci sono situazioni psicologiche che possono portare a gesti estremi, ma che dovrebbero rimanere casi isolati, e invece non è così.
Quanti suicidi vengono archiviati come tali, ma in realtà sono psicofarmaco-indotti? Quanti omicidi portano gente in galera, ma che in realtà sono psicofarmaco-indotti? Quante ulteriori vite devono essere stroncate, con la facile scusa che "era depresso"?
Poliziotti, carabinieri, magistrati, svegliamoci e cominciamo, finalmente, ad associare il nesso causale fra il consumo di antidepressivi e gesti di natura violenta.
Altrimenti i veri responsabili rimarrano sempre impuniti.

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SCALAGGIO ZYPREXA: E' VERAMENTE DURA.

LETTERA

Da domenica sono passato da 20mg di zyprexa a 15 mg di zyprexa, mi sembra di aver assorbtio bene l' abbassamento per cui volevo passare a 12,5 perchè anche a 15mg sento troppo appiattimento affettivo e poca energia ma la mia famiglia non vuole. Lei me lo consiglia?

Eugenio


RISPOSTA

Ci si risente Eugenio,
questa è la sua seconda mail.
Veniamo a noi: ho scritto un sacco di articoli sul famigerato Zyprexa e chiunque li volesse leggere potrà utilizzare la funzione del motore di ricerca sul blog.
Ribadisco che è un farmaco demoniaco, che "guarisce" le crisi psicotiche semplicemente agendo da lobotomizzazione di tipo chimico.
Per questo, chi prende lo Zyprexa, oltre a ingrassare come una balena, a candidarsi per il diabete e tutta una serie di altri, gravi problemi di salute, registra quello che ha detto lei, e cioè "un appiattamento affettivo".
Anche un lobotomizzato capirebbe che non si guarisce una persona disattivandogli il cervello, come non si aggiusta una macchina che ha il motore difettoso semplicemente tenendola ferma o andando solo a 10 km/h. SI DEVE CAPIRE PERCHE' LA MACCHINA NON VA BENE.
Purtroppo tutti gli psicofarmaci, Zyprexa compreso, devono essere scalati con MOLTA attenzione, sia perché riaffiorano subito i sintomi che erano stati semplicemente nascosti e mai estirpati, sia perché la biochimica celebrale si era in qualche modo "adattata" a quella porcheria.
Gli effetti da scalaggio e sospensione devono quindi essere monitorati, perché qualunque psichiatra, nel caso lo scalaggio producesse sintomatologia evidentissima, andrebbe subito a imputarla al fatto che "il farmaco serve e senza non si può stare".
Prendere lo Zyprexa caro Eugenio significa accettare di vivere una vita di stenti, senza emozioni, senza poter provare affetto e amore per nessuno, pensando solo a mangiare, come gli Zombie dei film, senza una vita affettiva e sessuale.
Io non sono un medico e non faccio diagnosi, né posso prescrivere alcunché, ma posso dirle cosa dicono i dettami dell'igienismo, l'unico, a mio parere, vero modo di arrivare alla radice dei problemi.
Ora deve prendersi Lei stesso tutte le responsabilità del caso e andare avanti a scalare se ciò desidera, analizzando bene come si sente, e aumentando o diminuendo lo scalaggio in base al suo grado di sopportazione.
Può nel frattempo aiutare il suo corpo iniziando a eliminare tutte le sostanze che creano scompensi come sale, caffè, zuccheri artificiali, bibite gassate, sigarette, droghe di ogni tipo, cominciando ad avvicinarsi all'unico modo possibile di alimentarsi, e cioè quello vegano tendenzialmente crudista, che troverà riportato in molti miei articoli.
Non deve assolutamente transitare bruscamente dalla sua attuale alimentazione onnivora a quella vegana, in quanto il suo corpo sta già superlavorando per lo scalaggio dei farmaci.
Quindi, prima si scala, avvicinandosi a quel tipo di alimentazione, e poi la si abbraccia con gioia per tutta la vita, non dimenticando mai che corpo e mente sono uniti, e l'equazione cibo pulito=pensieri puliti non sbaglia mai.
Mi tenga informato.
Forza e coraggio.


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Gaspare Chemio, il peluche con il cappellino.

rispolverando tra le mensole della mia cameretta, vedo sbucare un peluche di cui avevo rimosso un po' l'esistenza... un peluche diverso dagli altri.. è tondo, arancione e porta il cappellino.



mi è stato regalato l'anno scorso all'ospedale dall'assistente sociale.. il suo nome è Gaspare  Chemio, è rosso come la famosa adriamicina e porta il cappellino ( è inutile che vi spieghi il perchè).
questo peluche mi incute un po di ansia ogni volta che lo vedo in quanto a causa del suo nome, colore e cappello mi ricordano dei momenti non proprio piacevoli eppure lo conservo con affetto perchè mi è stato regalato lo stesso giorno in cui ho conosciuto tre "compagne di avventure" a cui tutt ora sono particolarente legata.
e poi infondo, ha la faccia simpatica! o no?

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GLI ALBUM CULT ANNI ‘90


ECCO UNA LISTA DEGLI ALBUM CHE SONO STATI INNOVATORI

La disoccupazione cominciava ad essere dilagante; finita la Guerra fredda cominciava lo scontro Occidente-Medioriente; le ideologie erano ormai sbiadite; le religioni tradizionali lasciavano il passo a nuovi credi e alla Secolarizzazione; aumentavano i divorzi e la crisi del matrimonio. L’essere umano aveva perso i punti di riferimento del passato; era sempre più smarrito, isolato. Ma al contempo fantasticava anche sul Nuovo millennio alle porte, tra timori e nuove speranze.
Erano gli anni ’90. Un decennio complesso di veloci trasformazioni, durante il quale la Musica non disdegnò di lanciare nuovi promettenti artisti e generi musical, capaci di incanalare l’inquietudine e la rabbia di quel tempo. Si distinsero in particolare il Grunge, con tutte le sfumature e discepoli al seguito, e la Dance, rinnovata e spogliata dagli anni ’80. I duri del Metal si tagliarono i capelli, mentre nuovi cantautori parlavano d’amore o mostravano un nuovo impegno sociale dopo la pausa del decennio precedente. Del resto gli anni ’70 avevano già detto tanto, forse tutto.
Di seguito propongo una lista degli album Cult di questo complicato decennio, sia italiani che stranieri. Si accettano ovviamente suggerimenti.


STRANIERI -

ILL COMUNICATION – BEASTIE BOYS

Odelay – Beck

Debut- Bjork

Blur – Blur

Grace - Jeff Buckley

Exit Planet dust – Chemical broters

Linea Gotica – CSI

The score – Fugees

Dookie – Green day

King of Bongo – Mano negra

Blue lines – Massive attack

The black album – Metallica

Jagged little pill – Alanise Morisette

The fragile – Nine inch nails

Nevermind – Nirvana

What’s the story (morning glory) – Oasis

Ten – Pearl jam

Ok computer – Radiohead

Rage against the machine – omonimo

Blood sugar sex magic – Red hot

Automatic for the people – REM

Spiderland – Splint

Mellon collie and the infinity – Smashing pumpkins

Bone machine – Tom Waits

Dirt – Alice in Chains

The boy with the arab strap – Belle and Sebatian
Gran Turismo – Cardigans

Murder ballads – Nick Cave

No need to argue – The Cranberries

Homework – Daft punk

Images and words – Dream Teather

Foo fighters – omonimo

Garbage – omonimo

Emergency on planet earth – Jamiroquei

You gonna go my way – Lenny Kravitz

Anthicrist superstar – Marilyn Manson

Older – George Michael

Play – Moby

Big Calm – Morcheeba

Tragic Kingdom – No doubt

Smash – Offspring

Of the land – Prodigy

Sunburnt – Skunk anansie

Urban hymns – Verve

Achtung Baby – U2

Aenima – Tool

Superunknow – Soundgarden

all eyez on me - Tupac Shakur

life after death - Notoriuous BIG

Doggystyle - Snoop Dog

ITALIANI –

LIGABUE – Ligabue

Hai paura del buio? – Aftherhours

Pipes and flowers – Elisa

Anima migrante – Almamegretta

Confusa e felice – Carmen Consoli

Lorenzo 92 – Jovanotti

Ho ucciso paranoia - Marlene Kantz

Subsonica – SUBSONICA

Cerco tiempo – 99 Posse

Acidi e basi – Bluvertigo
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GESU’ ERA SPOSATO?


A DIRLO Karen King, studiosa di storia della cristianita' ad Harvard

Continua il tormentone su Gesù sposato con Maria Maddalena. Ultima ad avanzare questa ipotesi Karen King, studiosa di storia della cristianità ad Harvard, la quale ha annunciato la scoperta di un frammento (4 per 8 cm) di un papiro del IV secolo scritto in copto (l'egiziano non scritto in geroglifici) in cui Gesu' fa riferimento a sua "moglie".


LA TESI - Nel testo, ha spiegato la professoressa King, c'e' un dialogo in cui Gesu' parla di "mia moglie", che chiama "Maria". "La tradizione cristiana ha sostenuto sempre che Gesu' non fosse sposato, malgrado cio' non ci sono evidenze storiche a supporto di questa tesi", ha detto la King. "Questo nuovo vangelo non prova che Gesu' fosse sposato - aggiunge - ma ci dice che la questione del matrimonio e della sessualita' e' aperta". La professoressa King ha detto che il frammento fornisce la prova che fra i primi cristiani alcuni credessero che Gesu' era sposato. Roger Bagnall, direttore dell'Institute for the Study of the Ancient World di New York si e' detto convinto che il frammento, che la King ha definito 'Vangelo della moglie di Gesu'', sia autentico.

IL PRECEDENTE DI DAN BROWN - La Chiesta cattolica ha sempre sostenuto che Gesu' non fosse sposato, ma la tesi contraria ha ripreso corpo e voce nel 2003 quando Dan Brown pubblico' il suo best-seller 'Il Codice Da Vinci', che fece arrabbiare molti cristiani perche' era basato, appunto, sull'idea che Gesu' avesse una moglie di nome Maria Maddalena e dei figli.

Sposato o no, da credente non mi scandalizzerei più di tanto. Cosa ci sarebbe di male? L’unico sdegno sarebbe l’ennesimo tentativo di censurare la verità da parte di una Chiesa che non ha mai superato il proprio fare oscurantista.

(Fonte: Agi)
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ECCO CHI SI E' ARRICCHITO FACENDO POLITICA


MA ANCHE I MANAGER SUPERPAGATI

Mentre a noi poveri cittadini continuano a tagliarci i servizi perché ci dicono che lo Stato non ha più soldi per garantirceli, c’è chi invece ne ha fatto il proprio bancomat personale, guadagnando per anni lauti stipendi. Sono proprio loro, i politici, che ci dicono di fare sacrifici, ma poi sono in Parlamento da decenni accumulando cifre esorbitanti.
Ecco chi si è arricchito di più facendo politica, senza però dimenticare i manager super pagati, che ancora oggi prendono più di quanto è stato previsto dal Governo Monti nel decreto “salva Italia” dello scorso febbraio.

PISANU IL PIU’ RICCO – La classifica tiene conto dei guadagni ottenuti mediante incarichi istituzionali.
Beppe Pisanu: l'ex Dc, oggi al Pdl e grande manovratore nei giorni della caduta di Berlusconi, è il più longevo del gruppo con 38 anni e 88 giorni nei Palazzi di Roma. L'attuale presidente della Commissione parlamentare antimafia avrebbe intascato 5,5 milioni. Seguono pari merito Fini e Casini, n Parlamento da 29 anni e 32 giorni, con quota 4,18 milioni. Massimo D'Alema, già premier, conta 23 anni e 125 giorni di anzianità e un guadagno di 3,36 milioni. E la Lega? E' un partito relativamente giovane, ma il suo ex segretario Umberto Bossi è 21° con 21 anni e 124 giorni di presenza e 3,07 milioni. C'è anche Silvio Berlusconi, premier per tre legislature e presente in Parlamento da 18 anni e 120 giorni con 2,64 milioni. Meno dell'ex ministro del centrosinistra Tiziano Treu (16 anni e 96 giorni) e il presidente del Senato Renato Schifani, con 2,34 milioni.

MANAGER – Giusto però ricordare anche i lauti stipendi dei manager: con uno stipendio di 621.253,75 euro, più di 300mila euro sopra il tetto agli stipendi pubblici disposto recentemente dal governo Monti, va all'avellinese Antonio Manganelli (capo della Polizia ed ex questore di Napoli) la palma del manager pubblico più pagato.
Il tetto agli stipendi pubblici adesso è di 294mila euro. Nella lista inviata in Parlamento figurano, tra gli altri, anche il ragioniere generale dello Stato, Mario Canzio, con 562.331,86 euro (secondo in questa speciale «classifica») e Franco Ionta, capo dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, «terzo» con uno stipendio di 562.331,86 euro. A loro segue un lungo elenco di vergognosi super stipendi pubblici.



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L’OMEOPATIA NON CONVINCE PIU’, BOCCIATA DA MEDICI E PAZIENTI


la pratica inventata da Samuel Hahnemann oltre due secoli fa arranca per colpa della mancanza di evidenze scientifiche, e per uno scetticismo di fondo che sta DILAGANDO TRA i pazienti

Nonostante il boom degli ultimi decenni, la nascita di appositi corsi di formazione universitari e il proliferare di botteghe in città, anche l’Omeopatia sembra essere entrata in crisi. Il calo di vendite dei prodotti – per alcuni inutili intrugli, per altri cure vere e proprie – nonché il mai sopito scetticismo della Medicina, stanno sferrando un duro colpo a questa metodologia di cure. In effetti l’assenza di un’evidenza scientifica delle cure è un limite mai superato; in due secoli dalla sua nascita e diffusione, la scienza è riuscita a dimostrare che l’efficacia di tali cure non supera il cosiddetto “effetto placebo”. Ossia il paziente si sente meglio, ma effettivamente non sta meglio. E alla distanza, il dispendio di soldi si fa sentire, specie se inutile e in tempi di crisi come questi.


LA NASCITA – L’omeopatia fondata due anni fa da Hahnemann si basa su un concetto privo di fondamento scientifico: ovvero il principio di similitudine del farmaco, secondo il quale il rimedio migliore per una malattia verrebbe dato dalla sostanza che, in una persona sana, induce sintomi simili a quelli osservati nella persona malata. Questa sostanza si chiama “principio omeopatico”, il quale una volta individuato viene somministrato in una quantità fortemente diluita, concetto definito con la parola “potenza” da parte degli omeopati.

LO SCETTICISMO - Le università non offrono più corsi per le scarse richieste, in Norvegia, su oltre 50.000 persone, le visite all’omeopata si attestano su un 1,3 per cento. Il sito Daily Wired ha raccolto la voce di Edzard Ernst, il primo medico al mondo che ha ottenuto una cattedra in medicina alternativa ad Exeter, nel 1993, secondo il quale in Regno Unito s’investe meno dell’1 per cento del bugdet del servizio sanitario nazionale per gli studi sulla medicina alternativa. Con buona pace di chi sosteneva come il Regno Unito fosse la patria dell’omeopatia.
Anche gli omeopati sbagliano con il loro desiderio di dimostrare a tutti i costi, tramite studi scientifici, la veridicità del loro operato. Con tanto di falle difficilmente riempibili.  ”L’ omeopatia è praticamente inutile”, dice Ernst: “mi piacerebbe provare il contrario, dal momento che sono stato prima di tutto un omeopata. Sarebbe bello vincere il premio Nobel dimostrando che anche l’assenza di principi attivi può avere un effetto, ma le evidenze sono chiaramente contro”. L’agopuntura invece si è dimostrata determinante nel ridurre i dolori in certe zone del corpo, così come l’uso di alcune erbe, la cui funzionalità è certificata da 50 studi.
Per Ernst il problema sta nel fatto che un’erba medica viene vista come una medicina alternativa e non come farmaco. Perché sono altri a decidere cosa sia o non sia un farmaco. Il Bupa, British United Provident Association, società privata che si occupa in Regno Unito di assicurazioni sanitarie, ad esempio ha sospeso i rimborsi dei trattamenti omeopatici insieme alla reflessologia ed all’aromaterapia. Il meccanismo per il quale l’assicurazione ha smesso il rimborso era parecchio semplice: dato che un granulo omeopatico oltre la dodicesima diluizione è zucchero, per questo motivo, e per la necessità di evitare multe, le aziende non vendono i loro prodotti come medici e si fanno rimborsare da chi tiene corsi sull’omeopatia. Questo è stato il piano dell’inglese Helios.

LA NORMATIVA ITALIANA -  Il Decreto Balduzzi riordina e regolamenta la registrazione dei prodotti omeopatici presenti sul mercato italiano, situazione in stallo fin dal 1995. Questi prodotti sono diffusi sul mercato grazie ad una deroga del Ministero, deroga che sarebbe scaduta nel 2015. L’Europa ha chiesto dal 2006, grazie al Decreto Legislativo 219, di approntare modifiche alla legge italiana pena la sparizione, a partire proprio dal 2015, di questi farmaci dal mercato.
Ora invece i 30 mila prodotti sul mercato passeranno al vaglio dell’Agenzia Italiana del Farmaco e resteranno sui banconi senza problemi.
Osservando la tabella che raccoglie i dati di mercato dei farmaci in Italia, anno 2011, si nota come in Italia, rispetto all’omeopatia, si spende meno solo in prodotti dimagranti, ad uso erboristico e per l’igiene e la bellezza dei bambini. Si tratta della conferma per la quale i granuli omeopatici sono solo caramelle? Si, caramelle distribuite un po’ ovunque nel mondo, come certificato da Queryonline, che parla di “ospedali omeopatici”, creati da Homeopathy World Community  di Homeopathy without Borders North America i quali, ad esempio ad Haiti, hanno fornito “zucchero” ai pazienti. Costoro sono stati allontanati dai membri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e da altre Ong. Quindi costruiscono le loro strutture a fianco a quelle ufficiali.
In Italia funzionerà come in Inghilterra. Dev’essere l’agenzia che regolamenta la produzione e la vendita dei farmaci a decidere se il prodotto omeopatico è un medicinale o meno attraverso le stesse prove e gli stessi controlli dei farmaci tradizionali. Ma come si fa a dimostrare che una diluizione a base di zucchero possa avere degli effetti di tipologia medica? Come fare ad avere la precisione nel dosaggio, cosa che avviene nelle pillole medicinali “ufficiali”? Nel 2007 una commissione parlamentare guidata da Lord Broers chiese ad un rappresentante della società inglese di omeopatia come si poteva distinguere un prodotto paragonato ad un altro.

COSA DICONO LE AZIENDE PRODUTTRICI- Le aziende che offrono prodotti omeopatici possono raccontare una storia diversa. Secondo l’Istat, in Italia i prodotti omeopatici vengono utilizzati da 9 milioni di persone e sono prescritti da oltre 20 mila medici, con una predominanza nell’utilizzo da parte delle donne del nord appartenenti a ceti con un’istruzione più alta. Si sostiene che il mercato si aggiri intorno ai 300 milioni di euro, mentre Omeoimprese parla di 160 milioni, associazione della quale fa parte Guna insieme al marchio Boiron.
Omeoimprese ricorda che il mercato di riferimento è “caratterizzato da una richiesta di prodotti in quantità estremamente ridotte ma altamente diversificata”, con la necessità di fare i conti con numerose formulazioni e presentazioni dello stesso prodotto per “rispondere alle esigenze terapeutiche dei medici per i loro pazienti”. Le aziende, dal canto loro, cercano di rispettare queste formulazioni offrendo un ampio listino, ma non sempre retribuito. Infine l’associazione parla di un’industria che interessa, secondo una rivelazione Doxa, un terzo della popolazione italiana, di una realtà industriale che offre più 1000 posti di lavoro e migliaia di prescrittori.

LA NUOVA TASSA CHE POTREBBE DARE IL COLPO DI GRAZIA - Ma su loro si è abbattuto un nuovo fulmine. Il Ministro della Sanità Balduzzi ha deciso che per i prodotti omeopatici sarà necessario pagare un diritto di registrazione annuale di 1000 euro per farmaco. Omeoimprese, associazione che riunisce le aziende di farmaci omeopatici che rappresentano insieme il 90 per cento del mercato, per un fatturato di 162 milioni di euro, ha definito il balzello “un inspiegabile duro colpo all’omeopatia”, in quanto il fatturato in Italia non supera i 180 milioni di euro, con una presenza sul mercato di 30 mila prodotti, i quali devono fare i conti con 30 milioni di diritto annuale che le aziende dovranno versare a partire dalla registrazione dei medicinali omeopatici.

Insomma, dopo un periodo iniziale di grande entusiasmo, con la diffusione di tanti seguaci forse più hippy che informati, l’Omeopatia comincia ad arrancare e registrare segni di cedimento. In tanti si sono accorti che dopo un iniziale sollievo, alla distanza la patologia torna o comunque non sparisce. Certo bisogna sempre distinguere da patologia a patologia, per alcuni problemi effettivamente funziona. E poi ad incidere su questa disaffezione c’è, manco a dirlo, anche la crisi, che non permette di fare troppi esperimenti ed essere pazienti “alternativi”.

(Fonte: Giornalettismo)  
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LA GUERRA DEGLI INTEGRALISTI ISLAMICI PER UNO STUPIDO FILM SU MAOMETTO


SI CHIAMA The Innocence of Muslims

Non si placa, anzi si espande giorno per giorno, la rabbia degli integralisti islamici per un film satirico e dunque blasfemo su Maometto, dal titolo: The Innocence of Muslims. Il primo colpo l’hanno inferto una settimana fa all’ambasciata americana in Libia, uccidendo l’ambasciatore Chris Stevens e tre funzionari della sede diplomatica. Da lì tutti i Paesi nordafricani – protagonisti della famigerata Primavera araba ma nei fatti piombati politicamente e socialmente nel caos – e ovviamente i Paesi mediorientali stanno protestando vivamente in piazza, bruciando come da copione le bandiere americane e proclamando “la caccia all’americano”. Prese d’assedio molte ambasciate occidentali, non solo americane. Qualche focolaio si è visto anche in alcune capitali europee, pure Berlino e Parigi. Ma di cosa parla questo famoso film?

MAOMETTO COME TRUFFATORE E DONGIOVANNI- La pellicola incriminata, da titolo The innocence of muslims, ha come protagonista il profeta Maometto (per i musulmani è vietato ritrarre o disegnare il profeta), il quale viene descritto come un truffatore, un dongiovanni e viene ritratto mentre fa sesso e istiga al massacro. La sua vita insomma viene raccontata con sarcasmo.
Il film è stato prodotto e diretto da un imprenditore edile israelo-americano, promosso da Terry Jones , il pastore della Florida reso celebre per aver bruciato il Corano, un certo Sam Bacile (che sarebbe uno pseudonimo). Cinquantadue anni, si è nascosto in un luogo segreto; ha detto di voler mostrare al mondo la sua visione sull’Islam, considerata una religione che predica l’odio. Il Wall Street Journal riporta che, in un’intervista telefonica, lo scrittore avrebbe dichiarato: «L’islam è un cancro», aggiungendo poi che il film è di natura «politica e non religiosa».
Il film è costato 5 milioni di dollari, di cui la maggior parte donati da un centinaio di ebrei di cui Bacile non vuole rivelare le identità.
Già a luglio, del resto, lo scrittore aveva postato il trailer e alcuni clip su youtube, ma la maggior parte dei filmati era passata inosservata. È solo da un paio di settimane che la polemica è esplosa, quando alcuni attivisti egiziani hanno cominciato a far circolare i clip su twitter.

I PRECEDENTI – Non è la prima volta purtroppo che film e satira sui musulmani generano morte e scompiglio. Nel novembre 2004, il regista Theo Van Gogh è stato ucciso a coltellate ad Amsterdam per il suo cortometraggio Submission, traduzione letterale della parola Islam. Submission è la storia di una donna musulmana picchiata e violentata da un parente; la donna si era tatuata versetti del corano su tutto il corpo.
Ricorderete poi quanto accadde in Libia per una vignetta mostrata dal Ministro Calderoli al Tg1.

Per carità, i credi religiosi vanno sempre rispettati e mai offesi. Ma forse il popolo musulmano dovrebbe anche cominciare ad essere più aperto alla satira. Per un film di nicchia, che deve la sua visibilità solo a Youtube, non si possono uccidere delle persone e seminare panico e odio. Del resto il “nostro” Cristo viene continuamente preso in giro da filmati, pubblicità, barzellette, e nessuno ha mai bruciato niente. Forse siamo anche noi cristiani troppo poco difensori della nostra fede, essendo noi stessi a volte i primi a prendere in giro la nostra religione. Fatto sta che la reazione è esagerata e relega il Medioriente e l’Africa a un Medioevo mai superato.

(Fonte: Linkiesta)
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TG1 mattina, 5 giugno 2012

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GLI SPRECHI DELLA REGIONE LAZIO


SPESE DI BILANCIO GONFIATE SOPRATTUTTO PER GLI ONERI AI CONSIGLIERI

Mi sono già occupato di altre Caste che non siano quella tristemente nota legata al Parlamento; come ad esempio i Sindacati, ma anche le Regioni. Ho già parlato di Campania, Sicilia e Sardegna, oggi tocca alla Regione Lazio. Ma non le spese pazze del cassiere del Pdl Fiorito, chiamato “Er Batman” (sebbene sia grasso e barbuto), bensì le spese inserite nel bilancio regionale riguardanti i lauti stipendi e bonus vari dei consiglieri, nonché delle persone che ci girano intorno.

CONSIGLIERI REGIONALI AUTENTICI NABABBI - I 70 consiglieri, oltre allo stipendio di 18 mila euro al mese, si mettono in tasca oltre 210 mila euro l'anno. Le spese del bilancio sono aumentate di 6 milioni di euro rispetto al 2011.  Dei 17 gruppi, ben 8 sono formati da una sola persona. I settanta consiglieri della Regione Lazio, infatti, ottengono rimborsi quattro volte superiori a quelli della Camera con una voce nel bilancio che nel 2011, alla faccia dell'austerity, è aumentata di 6 milioni di euro rispetto l'anno precedente: 103.529.311 euro. Soldi con i quali i 17 gruppi consiliari (dei quali 8 sono composti da una sola persona che comunque ha minimo sette collaboratori pagati dalla Regione) fanno quel che vogliono senza dover rendere conto a nessuno.
Qualche settimana fa Sergio Rizzo, prima che scoppiasse il bubbone Pdl, aveva trovato su internet il bilancio del gruppo dei Radicali alla Pisana: nel 2011 la Regione Lazio ha versato al gruppo radicale, composto da due persone, 422.128 euro. Dividendo a metà questa somma si può dedurre che ogni singolo consigliere abbia avuto lo scorso anno a disposizione 211.064 euro. Oltre, naturalmente, a stipendio (18 mila euro al mese), diaria, annessi e connessi. Facendo il confronto con i gruppi parlamentari a Montecitorio viene fuori che nel 2011 sono stati pari a 36 milioni 250 mila euro, cifra che divisa per i 630 onorevoli dà 57.539 euro.  Più o meno quattro volte di meno dei consiglieri regionali. A tutto questo si aggiunge la cosiddetta "manovra d'aula", che non è nientr'altro che una serie di delibere che l'ufficio di presidenza del consiglio regionale approva, senza passare per l'approvazione dell'assemblea, in momenti particolari, tipo per tenersi buoni eventuali "contestatori": questa legislatura durante l'approvazione di un contestatissimo Biliancio ne è stata fatta una da oltre due milioni e mezzo che è stata giustificata con l'esigenza di pagare altri collaboratori dei gruppi consiliari. 

GLI ALTRI - Non solo. Nessuno sa dire con esattezza quanta gente gira intorno al consiglio regionale. Lo scorso anno i dipendenti ufficialmente presenti in quella struttura erano 786. I collaboratori dei gruppi, 180. Le persone addette alle segreterie dell'ufficio di presidenza, 87. Quelle delle segreterie delle commissioni, 71. Ma è niente in confronto alle poltrone che danno diritto a chi le occupa di incassare un'indennità aggiuntiva rispetto a una retribuzione base minima di 7.211 euro netti al mese. Sono un'ottantina, decisamente più numerose dei 70 consiglieri. Ci sono 17 gruppi consiliari, otto dei quali composti da una sola persona. Fra commissioni e giunte se ne contano 21. Le sole commissioni permanenti sono sedici: due più della Camera, che ha però 630 deputati.

LO SCANDALO FIORITO – Giusto un accenno allo scandalo relativo a Fiorito, come detto cassiere del Pdl laziale accusato di aver effettuato movimenti poco chiari. Mancherebbero ben 2 milioni di euro transitati sui suoi conti. Egli ha tirato in mezzo altri consiglieri pubblicando fatture e rimborsi 'allegri' del nuovo capogruppo Francesco Battistoni. Che a sua volta li ritiene in gran parte contraffatti.
Tale questione riporta in auge la piaga degli eccessivi finanziamenti dati ai partiti.

Continuate a fare sacrifici, mi raccomando.

(Fonte: Libero)
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