DAL 2013 MULTE AUTOMOBILISTICHE PIU’ SALATE, ECCO TUTTI GLI AUMENTI
SARANNO IN MEDIA DEL 5,9% A INFRAZIONE
L’anno nuovo porta con sé anche nuovi rincari, e in attesa degli ormai tradizionali aumenti di luce e gas, arrivano quelli delle multe automobilistiche, con un aumento medio per ogni infrazione del 5,9%. Si tratta di un automatismo previsto dall'art. 195 dello stesso Codice della strada che stabilisce un adeguamento biennale delle sanzioni amministrative all'indice Foi (l'aumento dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati) nei due anni precedenti.
Il dato è stato comunicato dall'Istat e spetterà ora al Ministero della giustizia fissare ufficialmente con decreto i nuovi limiti delle sanzioni da applicarsi dal 1° gennaio.
Vediamo i singoli aumenti.
TABELLA AUMENTI -
| Infrazione | Vecchi importi | Nuovi importi | Variaz. |
| Superamento limite di velocità tra 10 e 40 km/h (art. 142, c. 8) | 159-639 | 168-677 | 9-38 |
| Superamento limite di velocità tra 40 e 60 km/h (art. 142, c. 9) | 500-2.000 | 530-2.118 | 30-118 |
| Superamento limite di velocità oltre i 60 km/h (art. 142, c. 9-bis) | 779-3.119 | 825-3.303 | 46-184 |
| Circolazione contromano (143, c. 11) | 154-613 | 163-649 | 9-36 |
| Circolazione contromano in autostrada o altre situazioni a rischio (art. 143, c. 12) | 302-1.207 | 320-1.278 | 18-71 |
| Mancata precedenza allo stop (art. 145, c. 5) | 154-613 | 163-649 | 9-36 |
| Sorpasso pericoloso (art. 148, c. 15) | 73-306 | 77-324 | 4-18 |
| Mancata distanza di sicurezza (art. 149, c. 4) | 39-159 | 41-168 | 2-9 |
| Mancata distanza di sicurezza con gravi danni ai veicoli (art. 149, c. 4) | 80-318 | 85-337 | 5-19 |
| Mancata distanza di sicurezza con gravi danni alle persone (art. 149, c. 6) | 398-1.596 | 421-1.690 | 23-94 |
| Sosta sul marciapiedi, in spazi per invalidi, raccordi, ecc. (art. 158, c. 2) | 80-318 | 85-337 | 5-19 |
| Mancato uso delle cinture di sicurezza (art. 172, c. 10) | 76-306 | 80-324 | 4-18 |
| Mancato uso del casco in moto (art. 172, c. 2) | 76-306 | 80-324 | 4-18 |
| Guida col cellulare | 152-608 | 161-644 | 9-36 |
(Fonte: Virgilio)
I BACI PERUGINA COMPIONO 90 ANNI
NATI NEL 1922 DA UN’INTUIZIONE DI LUISA SPAGNOLI, DETTATA DALLE DIFFICOLTA’ DELL’EPOCA
Il 2012 avviatosi ormai alla conclusione è stato ricco di eventi amari. Giusto allora annoverarne uno dal sapore dolce: il compleanno dei mitici Baci perugina, che hanno compiuto 90 anni. Nati per caso, sono diventati il simbolo del romanticismo. Ripercorriamone la storia di seguito.
NASCITA - È il 1922 quando Luisa Spagnoli – nata Sergentini, imprenditrice di Perugia molto generosa, creatrice in seguito anche della famosa omonima catena di abbigliamento - nel tentativo di contenere i costi di produzione, impasta la granella di nocciola, residuo di tante lavorazioni, aggiungendovi una nocciola intera e ricoprendola con l’inconfondibile cioccolato Luisa. Vista la forma simile alla nocca di una mano lo chiama “Cazzotto”. Una cara amica di Luisa Spagnoli, non convinta che fosse una buona idea proporre dei cioccolatini da regalare con il nome di "cazzotti", volle ribattezzarli con un nome più adatto. Nacque così il "Bacio" Perugina.
LA MITICA CONFEZIONE E IL BIGLIETTO AD OPERA DI HAYEZ - La presentazione ed il confezionamento del prodotto sono opera di Federico Seneca, direttore artistico della Perugina negli anni ’20, che rielaborando l'immagine del quadro di Francesco Hayez Il bacio, creò la tipica scatola blu con l'immagine di due innamorati. Fu sempre sua l'idea di inserire i cartigli contenenti le frasi d'amore che ancora oggi caratterizzano lo storico cioccolatino.
FINE ANNI ’30, SBARCO IN AMERICA- 1939. Il successo di Baci Perugina è inarrestabile e giunge oltreoceano nel Paese in cui tutti i sogni diventano realtà: l’America. Il punto di partenza per questa “star” elegante e raffinata non può che essere sulla Fifth Avenue a New York, dove apre il primo negozio Perugina.
ANNI ’40, ARRIVANO LE STELLE – I Baci perugina diventano presto simbolo di desiderio, speranza, fantasia, racchiusi in un sospiro e vengono simboleggiati con delle piccole stelle che diventano un elemento iconografico del cioccolatino.
ANNI ’60, NASCE L’INOSSIDABILE CONNUBIO CON SAN VALENTINO - Baci Perugina consolida il suo ruolo di romantico veicolo d’amore. Nasce una relazione che diventerà storica, il classico “per sempre” che fa sognare tutti: il Bacio e San Valentino. Da questo momento in poi, ogni innamorato avrà il regalo perfetto da donare alla propria dolce metà.
ANNI ’80, ARRIVA IL TUBO - Nasce il Tubo di Baci Perugina: un simbolo, un’icona che saprà conquistare tutti i giovani innamorati. Il suo avvento stravolge lo scenario della comunicazione di Baci Perugina. Alle struggenti e magiche atmosfere si sostituisce una pubblicità corale che, ispirata alla confezione, ha la forza di creare un nuovo linguaggio. Tubare è sinonimo di amore e di allegria nel porgere un cioccolatino dai mille significati. Il Tubo si presta a mille giochi di linguaggio come “Impara il linguaggio dei tubi! Così gli altri non capiranno un tubo!”. È il Tubo di Baci Perugina che darà una sferzata di novità a questa storica e tradizionale marca ormai entrata nel cuore di tutti.
2002, ANCHE IL BACIO HA UN SITO- Anche nell’era di internet il successo di Baci Perugina non ha confini. Nasce il sito e in pochi anni la community raccoglie più di 400.000 fan: cuori romantici che trovano un luogo in cui c’è posto per tutto il loro amore.
(Fonti: Wikipedia, Sito Baci perugina)
pomeriggio speciale.
oggi come vi avevo accennato in qualche post fa, avevo l'appuntamento con quelli dell'associazione Make A Wish e verso le quattro di pomeriggio bussano alla porta due ragazze abbastanza giovani e simpatiche ( una di loro ho notato che era senza capelli, forse avrà anche lei una malattia..) e mentre i miei genitori si occupavano della parte burocratica della faccenda firmando carte sul trattamento dei dati personali e altre cose noiosissime; io sono stata nella salotto insieme alle due volontarie e ho chiacchierato un po con loro di quello che mi piace fare nel tempo libero, di quelle che sono le mie passioni e successivamente di quello che è il mio desiderio.
tra qualche tempo ( forse ci vorrà anche qualche mesetto) posteranno il mio desiderio sul sito dell'associazione in modo che qualcuno lo possa adottare e quindi si possa dare il via alla sua realizzazione . io personalmente amo davvero tanto viaggiare e ho chiesto di poter andare a New York e/o San Francisco. giustamente mi hanno anche dovuto chiedere due desideri di scorta nel caso per qualche ragione improvvisa, non dovesse essere possibile andare in America e io ho chiesto di poter passare una giornata da "modella" oppure ancora una giornata di shopping sfrenato nel centro di Roma.
insomma, dopo quest' oretta circa di colloquio mi hanno regalato una maglietta con il loro logo e un libro da leggere e poi mi hanno salutata in attesa di essere contattata poi tra qualche tempo.
mi reputo un po' sfigatella personalmente, e penso che con tutti quei bimbi che aspettano devo avere proprio culo se mi adottano in tempi brevi il desiderio ma aspetto senza alcuna fretta.
intanto per il resto tutto scorre normale, le vacanze di natale sono passate bene ( piccole nostalgie a parte) anche se è da circa una settimana che non sto molto bene... ho raffreddore, tosse, male alla gola .. ma niente febbre. sono un po' preoccupata anche per una sensazione di fastidio e di dolore al collo ( proprio dove ho i linfonodi ) ma sicuramente sarà stata colpa di questo virus che ho preso che interessa anche la gola. spero. magari in questi giorni una puntatina dal medico di base la faccio, non mi va molto a genio come ben saprete ma faccio uno sforzo.
adesso vi saluto e vi auguro nuovamente Buone Feste!
MUSEO DEGLI INCURABILI, QUANDO NAPOLI ERA ALL’AVANGUARDIA
IL COMPLESSO OSPEDALIERO SORSE NEL 1521, PER VOLERE DI Maria Lorenza Longo
Delinquenza, rifiuti, disoccupazione ci fanno troppo spesso dimenticare le glorie passate di Napoli. Città dalle grandi potenzialità artistiche e mediche, spesso all’avanguardia col resto del Mondo. Anche politicamente Napoli è stata all’avanguardia, con la nascita della prima Repubblica del Mondo nel 1799, poi fallita per il diffuso analfabetismo del popolo, che non gli permise di comprendere davvero quanto stesse accadendo in proprio favore.
Tra le testimonianze del glorioso passato della città partenopea, senza dubbio troviamo l’Ospedale degli Incurabili, sorto nel 1521. Un complesso ospedaliero che anticipò diverse scoperte in ambito medico e dove hanno operato varie figure di spicco della scienza medica italiana.
L’OSPEDALE - Esso fu fondato il 23 marzo 1521 da Maria Lorenza Longo (alla quale è stata dedicata meritatamente la strada che funge da indirizzo del complesso ospedaliero) di nobile famiglia catalana, che sposò nel 1483 Giovanni Longo, funzionario di Ferdinando II d’Aragona, seguendolo nel 1506 a Napoli, ma rimanendo vedova solo tre anni dopo.
Affetta sin dalla giovinezza da una forma di artrite reumatoide, nel 1516 si recò in pellegrinaggio al santuario della Santa Casa di Loreto, per impetrare la grazia della guarigione: guarita, fece voto di dedicare il resto della sua vita alla cura degli infermi ed entrò nel Terz’ordine secolare di San Francesco assumendo il nome di Maria Lorenza. Tornata a Napoli, iniziò a prestare servizio presso l’ospedale di San Nicola, presso il Castel Novo, ma poi ebbe l’idea di fondarne uno nuovo per soddisfare le richieste dei sempre più numerosi infermi.
Il nome Incurabili, solo apparentemente dal sapore ostico, incarna invece il senso del complesso ospedaliero: un nosocomio straordinario per le tecniche e il sapere profuso da chi vi lavorava, al servizio dei poveri: gli incurabili appunto. Tali soprattutto perché non potevano permettersi i trattamenti utili per la propria guarigione. Le cure non erano solo prettamente fisiche, ma anche psicologiche, giacché ai ricoverati veniva dato anche conforto e sostegno morale; altro segno di sapere scientifico all’avanguardia in tutto il Mondo.
Questo spazio racchiude ancora oggi tra le sue mura gli ideali che ne promossero la fondazione; i quali sono rimasti immutati nei secoli.
L’INIZIATIVA DELL’ASSOCIAZIONE NARTEA - “Kairòs, sussurri del tempo” è un’esclusiva visita teatralizzata pensata dall’Associazione culturale NarteA (della quale ho già parlato in occasione dell'evento al Tunnel borbonico) e il Museo delle Arti Sanitarie dell’Ospedale degli Incurabili, per la valorizzazione del territorio e la ri-scoperta della cultura napoletana. I presenti sono stati ammaliati dall’arte teatrale degli attori professionisti Federica Altamura, Irene Grasso, Raffaele Ausiello e Stefano Ferraro; i quali hanno riportato in vita, con la propria straordinaria bravura, personaggi del passato.
Ogni visita a una parte del complesso ha visto l’apparizione di un personaggio storico che lì ha avuto un ruolo importante: la visita all’antica Farmacia – realizzata dall’architetto Bartolomeo Vecchione – che custodisce le straordinarie e avanguardistiche cure mediche elaborate dai luminari del ‘500-‘700, è stata anticipata dall’incontro con Domenico Cirillo, medico che ebbe un ruolo importante nella rivoluzione napoletana del 1799; esprimendo tutto il suo entusiasmo per quella che fu la prima Costituzione del Mondo ma anche il rammarico per la mancata partecipazione del popolo analfabeta. Fattore decisivo per il fallimento di quella straordinaria rivoluzione.
La visita alla Chiesa di Santa Maria del Popolo, che il tempo purtroppo sta lentamente logorando, è stata invece anticipata dall’apparizione di Maria Ayerba D’Aragona, Duchessa di Termoli, considerata la seconda fondatrice dell’Ospedale, dopo la Longo. La donna racconta la grande opera benefattrice di quest’ultima. Infine, la visita al Museo delle Arti Sanitarie, nel quale risiedono gli strumenti utilizzati dai medici che lì hanno operato, tra cui anche San Giuseppe Moscati. Proprio legata a quest’ultimo è la terza figura “apparsa” ai visitatori, quella di Vincenzo Tramontano, allievo del Moscati, che ne racconta emozionato la straordinaria figura qual’era.
Tra una tappa e l’altra ha fatto la sua comparsa Il Tempo, che ha ironizzato sui difetti dell’uomo e le paure nei suoi riguardi.
ANCHE PIETRO GRASSO IN POLITICA, ECCO TUTTI I MAGISTRATI AI QUALI SI AGGIUNGE
QUASI TUTTI A SINISTRA E IN ASPETTATIVA
Dopo Antonio Ingroia, un altro pezzo da 90 della Magistratura italiana scende o sale (come preferite) in politica. Si tratta di Pietro Grasso, Procuratore antimafia, nelle liste del Partito democratico. La lista dei Pm in politica si allunga ancor di più. Tanti sono schierati a sinistra e sono in aspettativa da anni. Con l’ausilio de Linkiesta, vediamo chi sono.
LA LISTA - In realtà mancano, oltre ai due sopracitati, anche il più famoso di tutti, Antonio Di Pietro, e Felice Casson, consigliere comunale a Venezia e Senatore della Repubblica.
La politica italiana è fatta da professionisti e abbonda anche di avvocati, notai, commercialisti, medici. I quali, più che di affidabilità e di competenza, godono soprattutto di coorti da cui attingere tanti voti. Del resto, in parlamento certo non possono finirci umili disoccupati, operai, studenti o artigiani…
INDIANI UTILIZZATI COME CAVIE DALLE CASE FARMACEUTICHE
L’India è diventata la meta privilegiata dei colossi globali del farmaco, che FANNO ESPERIMENTI SU PAZIENTI INDIANI A LORO INSAPUTA, PER UNA SORTA DI nuova forma di colonialismo nata nel 2005
E’ tristemente noto come le case farmaceutiche siano senza scrupoli, aiutate da leggi che tutelano poco i pazienti, sulle cui vite esse giocano per i propri affari. Dal 2005 in India è in atto da parte loro un’autentica nuova forma di colonialismo: le case farmaceutiche sottopongono i pazienti a test terapeutici per provarne gli effetti, trasformandoli in cavie umane. Ciò grazie a una legge varata nel 2005 dal Governo indiano che consente tutto ciò. Le vittime annuali sono centinaia.
LA LEGGE CHE GLIELO CONSENTE- L’India è diventata la meta privilegiata dei colossi globali del farmaco, che preferiscono “delocalizzare” la morte, dando vita a una nuova forma di vero e proprio colonialismo, nata nel 2005, quando fu introdotta una riforma che semplificava fortemente la conduzione di trattamenti di prova nel Paese.
In India prima del 2005 i test dovevano essere effettuati rispettando tre fasi. La prima prevedeva un controllo sulla tolleranza ai medicinali; la seconda sull’efficacia. La terza, la più onerosa in termini economici, era costituita da una comparazione tra l’efficacia del farmaco rispetto ad alcuni placebo su una popolazione compresa tra mille e tremila pazienti. Una riforma della legge ha consentito però alle multinazionali di passare direttamente alla fase tre, a patto che le prime due siano state approvate in un altro Paese.
Una manna per le case farmaceutiche, dal momento che per trovare in Europa o negli Usa malati disposti a sottoporsi ai test occorre molto più tempo (e denaro: i pazienti devono essere rimborsati con migliaia di euro a testa all’anno). In India basta qualche settimana, e (neppure sempre) qualche decina di euro.
I DATI INQUIETANTI - Da allora e fino al 2010, solamente a Indore, città dove viveva Krishna Gehlot, sono stati realizzati 3.300 test clinici, per conto di 30 compagnie (tra le quali 22 multinazionali). Un rapporto delle autorità locali ha spiegato che la metà di tali trattamenti è stata effettuata senza un assenso formale da parte dei malati. Di questi, 81 persone – tra cui anche bambini e portatori di handicap – hanno subito gravi effetti collaterali; 33 sono morti. E nessuno, ad oggi, ha ricevuto un indennizzo.
Una situazione che, allargata all’India intera, ha assunto i contorni di un massacro. Tanto da costringere, nell’agosto scorso, il ministro della Sanità di Nuova Delhi, Ghulam Nabi Azad, a sciorinarne le agghiaccianti statistiche: solo nei primi sei mesi di quest’anno sono 211 i decessi provocati dai test. Nel 2011 i casi sono stati 438; 668 l’anno precedente. Le vittime vengono gelidamente classificate con la sigla Sae: Serious Adverse Events (letteralmente, gravi eventi avversi). Come se a ucciderle fosse stato un terremoto o un’inondazione, e non una scelta drammaticamente lucida, che chiama in causa aziende, governo indiano e regolatori, locali e internazionali.
Azad ha spiegato che sono state apportate modifiche alla legge: ora ogni test è registrato dal Consiglio indiano per la Ricerca Medica e alle case farmaceutiche è imposto l’obbligo di fornire cure ai malati e rimborsi alle famiglie dei deceduti.
ALCUNE STORIE - «Il dottore ci disse che bastava firmare un documento per ricevere le cure di cui aveva bisogno mio padre, e che in questo modo sarebbe guarito completamente. Ma papà non sapeva leggere molto bene, è andato a scuola solo fino a 9 anni». A parlare è Pradeep Gehlot, ragazzo indiano figlio di Krishna, 61enne malato cronico di asma. Dal 2009 aveva accettato la proposta di uno pneumologo di un ospedale pubblico di seguire un “trattamento gratuito”. In realtà era stato inserito in uno delle decine di migliaia di test alle quali le multinazionali del farmaco sottopongono cittadini indiani. Era diventato una cavia umana. Con la complicità della legge locale.
Nello specifico – ha rivelato di recente un’inchiesta del mensile francese Alternatives Economiques – la “cura” consisteva nella somministrazione di un nuovo broncodilatatore, l’Olodarerol, sviluppato dal secondo più importante laboratorio tedesco: Boehringer Ingelheim. Krishna è morto a gennaio, proprio poco dopo aver saputo che il medicinale che aveva assunto per un anno non era mai stato approvato in India.
Il Washington Post ha raccontato ad esempio la vicenda dell’ottantenne Shrad Geete. Due mesi dopo aver perso la moglie, malata di Alzheimer, scoprì che era stata inserita in un trattamento di prova: «Il medico ci disse che i farmaci sarebbero stati concessi gratuitamente, e che si trattava di medicinali che sarebbero stati lanciati a breve da una compagnia straniera. Non spiegò che si trattava di un test. Se lo avessi saputo, pensate che avrei corso il rischio?».
I GUADAGNI DELLE MULTINAZIONALI- Nel frattempo, però, la quota di cavie umane indiane, sottoposte attualmente a test, è pari a oltre 200 mila persone. Un mercato da 500 milioni di euro, in crescita del 30% ogni anno. E solo alle famiglie di 22 vittime sono arrivati risarcimenti dalle compagnie di Usa ed Europa (a cifre in ogni caso indecenti, comprese tra 2 e 20 mila dollari).
ALTRE METE - Ma l’India non è l’unica meta del business delle cavie umane. Uno studio realizzato dal Centro olandese per la Ricerca sulle Multinazionali (Somo) ha rivelato che il 37% dei pazienti sottoposti a test clinici su nuovi farmaci (sottomessi all’approvazione delle autorità europee) risiede in Europa dell’Est, Russia, America Latina e Cina (oltre alla stessa India). Percentuale che, per le compagnie degli Stati Uniti, sale al 60%.
Nel sottolineare come sia fondamentale stabilire regole ferree per i test e come sia complesso il problema, il Somo ha ricordato i casi dell’Abilify e del Seroquel, sviluppati da Bristol-Myers Squibb e da AstraZeneca. Si tratta di anti-schizofrenici testati in Sudamerica, Asia e Africa tra il 2003 e il 2005, attraverso la somministrazione di alcune sostanze placebo a una parte dei malati. Pratica che, però, proprio per via dei gravi rischi psicologici che possono insorgere nei pazienti schizofrenici, è stata vietata in Europa. Così le multinazionali possono risparmiare tempo, denaro e agire nell’ombra. Senza “effetti collaterali”: nonostante il modo in cui vennero effettuati i test, l’Abilify e il Seroquel sono stati approvati e oggi sono regolarmente in commercio.
(Fonte: I Lupi di Einstein)
LA SADICA PASSIONE DELLE ARMI IN AMERICA
LA STRAGE NEL CONNECTICUT HA RIMESSO IN DISCUSSIONE LA FACILITA’ DI OTTENERE ARMI NEGLI STATES
Una maledetta Legge sul Controllo delle Armi varata nel lontano 1968, basata sulla solita ipocrita e fanatica estremizzazione della libertà individuale su cui poggia tutta la democrazia americana, sta costando agli Usa ben trentamila vite l’anno. La strage nella scuola del Connecticut è solo l’ultima di una lunga serie e si piazza al secondo posto come numero di vittime. Al terzo c’è il massacro di Blacksburg nel campus dell’Istituto Politecnico dell’Università di Stato della Virginia., dove, il 16 aprile del 2007, 33 fra studenti e professori venivano colpiti ed uccisi; altri venivano feriti. Mentre al primo c’è la strage consumatasi nel gennaio del 1923, nella quale furono uccisi per colpi di arma da fuoco e con altri mezzi violenti 150 Afro-americani a Rosewood, Florida. Peraltro, non seguirono condanne.
LA LEGGE VIGENTE - Il Secondo emendamento della Costituzione statunitense garantisce il diritto di possedere armi; come molti altri emendamenti, anche questo affonda le sue radici nelle occupazioni da parte dell'Impero britannico e spagnolo. Il possesso di un'arma da parte delle milizie cittadine, durante gli anni delle grandi colonizzazioni europee, era l'unico strumento che gli americani avevano per difendere territori, case e famiglie.
Se tale diritto sia esteso ai privati cittadini o solo alle milizie statali - oggi eserciti - è tuttavia questione di acceso dibattito. Le corti hanno interpretato il suo significato in diversi casi giudiziari sin dal 1900 anche in favore dei primi.
In molti Stati, chiunque può richiedere ed ottenere la licenza al possesso di armi (salvo alcune prescrizioni) - anche se ogni stato ha sue precise regole in merito -: l'arma in questione, se portata con sé, deve essere visibile e non deve avere il colpo in canna. È vietato l'acquisto di armi da parte dei minori, ma non sempre il suo uso: in battute di caccia il minore può usare le armi solo se accompagnato da genitore o da persona competente.
LA CONFERMA DELLA CORTE SUPREMA - Nel luglio del 2008 la Corte Suprema degli Stati Uniti ha riconosciuto il diritto dei cittadini di possedere armi, dichiarando incostituzionale la legge del Distretto di Columbia che invece ne vietava, ai residenti, il possesso. È così stabilito il diritto individuale dei cittadini statunitensi ad essere armati annullando la legge che da 32 anni proibiva di tenere in casa una pistola per difesa personale nella città di Washington. La sentenza ha fornito un'interpretazione definitiva al Secondo emendamento della Costituzione che dal 1791 sancisce il diritto di portare le armi. Questo significa che è stato riconosciuto un diritto inviolabile al pari di quello al voto e della libertà di espressione.
Il Presidente Obama ha promesso di impegnarsi per rendere più severa la legislazione in materia. Ma sappiamo quanto tali parole siano frutto delle suggestioni provocate dalla strage nel Connecticut, come d’altronde il sondaggio che afferma che il 52% degli americani vorrebbe una modifica siffatta. E soprattutto, sappiamo quanto anche nel Partito democratico si annidino le lobby delle armi, che indirizzeranno il voto verso un diniego, aggiungendosi a quello dei repubblicani.
LA VITA DURA DEI PENDOLARI ITALIANI
ANCHE QUEST’ANNO LEGAMBIENTE, TRAMITE IL RAPPORTO PENDOLARIA, HA DIRAMATO DATI DISARMANTI SUI SERVIZI SU ROTAIA
In Italia, mentre si investe sempre di più sull’Alta velocità – che pure lascia a desiderare – diventa di contro sempre più carente il servizio offerto ai pendolari. Quell’esercito di quasi 3 milioni di italiani che ogni giorno si sposta per lavoro o studio e che deve fare i conti con ritardi, soppressioni, treni fatiscenti. Anche quest’anno Legambiente fa una radiografia del sistema ferroviario italiano mediante il Rapporto Pendolaria, che ci fa anche sapere che rispetto al 2007 i pendolari sono pure aumentati del 20%. Un paradosso, a fronte di un servizio sempre più carente.
2012 ANNO HORRIBILIS - Anche quello che sta per finire non è stato un anno semplice per i pendolari italiani. Ne sono testimonianza i giorni scorsi, quando tra il malfunzionamento del sistema informatico e lo sciopero dei macchinisti, i treni del sistema ferroviario regionale lombardo hanno subito ritardi per più di un’ora e soppressioni improvvise.
Secondo i dati forniti da Legambiente, diverse Regioni nel 2012 hanno deciso di tagliare i servizi (meno corse e meno treni) e di aumentare il costo di biglietti e abbonamenti. Sulla linea Napoli-Avellino i tagli hanno toccato il 90% dei treni e sulla Circumvesuviana il 40 per cento. Dodici le linee chiuse in tutto il Piemonte. Definitivamente soppressi i treni della linea Pescara-Napoli. E sulla tratta jonica tra Sibari e Taranto tutti i treni sono stati sostituiti con gli autobus. In compenso, il prezzo del biglietto è aumentato in quasi tutte le regioni: + 20% in Abruzzo e Toscana, + 15% nel Lazio, + 10% in Liguria.
Per il funzionamento del servizio ferroviario regionale, le risorse sono garantite da finanziamenti statali e regionali. A livello statale, spiegano da Legambiente, la riduzione dei finanziamenti è stata costante. Solo nel 2011, i tagli hanno prodotto una riduzione del 50,7 delle risorse. Il governo Monti, appena insediato, è intervenuto con una manovra correttiva di 400 milioni nel 2011 e altri 800 nel 2012. Ma «malgrado questi finanziamenti siamo comunque di fronte a una riduzione rispetto al passato e comunque di ritardi enormi negli stanziamenti», scrivono.
Mentre i treni regionali diminuiscono, l’offerta sull’alta velocità aumenta. In cinque anni sulle Frecce i viaggi disponibili sono aumentati del 395%.
AL SUD VA OVVIAMENTE PEGGIO - Da Napoli in giù, scrive Legambiente, la vita dei pendolari è ancora più complicata. Muoversi da una città all’altra può portare a viaggi di ore con cambi anche per poche decine di chilometri di tragitto. Emblematico il caso della Sicilia, dove l’89% dei 1.241 chilometri della rete ferroviaria è a binario unico.
LE “SEMPLICI” RICHIESTE DEI PENDOLARI-
- Più treni. Aumentare l’offerta dei collegamenti sulle 20 principali linee pendolari
- Treni più veloci sulle linee pendolari. In Italia la velocità media dei treni, 35,5 km/h, è più bassa degli altri Paesi europei: Spagna 51,4; Germania 48,1; Francia 46,6, Regno Unito 40,6.
-Treni nuovi. L’affollamento dei convogli sta diventando sempre più una ragione dei ritardi. Servono trenTreni nuovi. L’affollamento dei convogli sta diventando sempre più una ragione dei ritardi. Servono treni moderni e più capienti i moderni e più capienti.
(Fonte: Contropiano)
esprimi un deisderio
oggi dopo essere "sopravvissuti" all'apocalisse dei Maya sono finalmente iniziate le meritatissime vacanze di natale e fino al 6 gennaio posso riposarmi e dormire che è la cosa che più amo al mondo.
da oggi dicevo, sono ufficialmente in vacanza e nel pomeriggio ne approfitto sicuramente per andare a farmi un giro tra i negozi insieme alla mia migliore amica e finire di acquistare gli ultimi regali..
tralasciando il senso materiale del natale, nell'ultimo periodo mi accorgo che sento sempre di più l'atmosfera natalizia .. o meglio, negli ultimi due natali sto sentendo parecchio l'atmosfera che si respira. e mai come prima riesco a capire il vero significato delle feste e dello stare accanto a chi si vuole bene. in questo sottofondo di felicità e di pensieri positivi, però, c'è sempre un velo di tristezza nel ricordare chi sta meno bene di noi, chi sta lottando, chi ha appena iniziato la sua battaglia, chi è giunto al termine e chi purtroppo non ce l'ha fatta... in particolar modo il mio pensiero e augurio di buon natale lo rivolgo sempre ai bambini dei reparti pediatrici.
a proposito di questo, il 24 vi avevo accennato alla distribuzione dei regali in ematologia pediatrica nel mio ospedale e invece poi, ieri, ho saputo che è stato tutto rimandato all'anno prossimo in quanto ci sono già molte associazioni che provvedono alla distribuzione di piccoli pensierini e di conseguenza ci saremmo accavallati inutilmente con altri volontari. mi dispiace tantissimo!.. ma sarà per il prossimo anno!
inoltre, per chiudere in bellezza questo post vi do una notizia che mi sta facendo contare i giorni da quì al 29 dicembre...
mesi fa ho contattato via e- mail una associazione famosa negli stati uniti ma anche in italia e in molti altri paesi del mondo ( ne stanno parlando in una pubblicità televisiva recentemente ) che si occupa di realizzare un desiderio di ogni bambino gravemente malato fino ai 17 anni di età.. l'altro giorno mi hanno richiamata e mi hanno dato appuntamento per il 29 per una "intervista"... verranno a casa mia a chiacchierare un po con me e capire quale è il mio desiderio... sono veramente contenta di questa cosa e spero tanto che qualcuno lo adotti al più presto.
se vi state chiedendo quale sia il mio desiderio vi lascio ancora un po' di suspanse fino al 29 dicembre! accenno solo al fatto che amo viaggiare e che il mio sogno sarebbe quello di andare in un posto lontano lontano...
da oggi dicevo, sono ufficialmente in vacanza e nel pomeriggio ne approfitto sicuramente per andare a farmi un giro tra i negozi insieme alla mia migliore amica e finire di acquistare gli ultimi regali..
tralasciando il senso materiale del natale, nell'ultimo periodo mi accorgo che sento sempre di più l'atmosfera natalizia .. o meglio, negli ultimi due natali sto sentendo parecchio l'atmosfera che si respira. e mai come prima riesco a capire il vero significato delle feste e dello stare accanto a chi si vuole bene. in questo sottofondo di felicità e di pensieri positivi, però, c'è sempre un velo di tristezza nel ricordare chi sta meno bene di noi, chi sta lottando, chi ha appena iniziato la sua battaglia, chi è giunto al termine e chi purtroppo non ce l'ha fatta... in particolar modo il mio pensiero e augurio di buon natale lo rivolgo sempre ai bambini dei reparti pediatrici.
a proposito di questo, il 24 vi avevo accennato alla distribuzione dei regali in ematologia pediatrica nel mio ospedale e invece poi, ieri, ho saputo che è stato tutto rimandato all'anno prossimo in quanto ci sono già molte associazioni che provvedono alla distribuzione di piccoli pensierini e di conseguenza ci saremmo accavallati inutilmente con altri volontari. mi dispiace tantissimo!.. ma sarà per il prossimo anno!
inoltre, per chiudere in bellezza questo post vi do una notizia che mi sta facendo contare i giorni da quì al 29 dicembre...
mesi fa ho contattato via e- mail una associazione famosa negli stati uniti ma anche in italia e in molti altri paesi del mondo ( ne stanno parlando in una pubblicità televisiva recentemente ) che si occupa di realizzare un desiderio di ogni bambino gravemente malato fino ai 17 anni di età.. l'altro giorno mi hanno richiamata e mi hanno dato appuntamento per il 29 per una "intervista"... verranno a casa mia a chiacchierare un po con me e capire quale è il mio desiderio... sono veramente contenta di questa cosa e spero tanto che qualcuno lo adotti al più presto.
se vi state chiedendo quale sia il mio desiderio vi lascio ancora un po' di suspanse fino al 29 dicembre! accenno solo al fatto che amo viaggiare e che il mio sogno sarebbe quello di andare in un posto lontano lontano...
EMERGENZA CASA SEMPRE PIU’ ALLARMANTE IN ITALIA
AGLI HOMELESS SI STANNO AGGIUNGENDO QUANTI PERDONO LA PROPRIA ABITAZIONE NON RIUSCENDO A PAGARE MUTUI O FITTI
In Italia l’emergenza abitativa sta raggiungendo punte allarmanti, eppure i Governi avvicendatisi negli ultimi decenni non se ne sono mai occupati. Men che meno, figurarsi, quello tecnico in carica. La mancanza di una casa non riguarda più solo i “soliti” barboni e indigenti, ma sempre più anche la classe media, giacché molte famiglie finisco per perdere il tetto sotto cui vivono non riuscendo a pagare il Mutuo o il fitto. Da Nord a Sud sono in atto moltissimi sfratti, che fanno gridare all’emergenza sociale.
LA “MOROSITA’ INVOLONTARIA” - Circa quarantaseimila famiglie alla fine di quest’anno verranno sfrattate per insolvenza. In pratica non sono riuscite a pagare le rate del mutuo. Le notifiche di pignoramento infatti aumentano senza sosta. Tanto che alla fine dell’anno saranno 8.500 in più rispetto al 2011. Uno degli effetti diretti è l’aumento delle persone senza fissa dimora. L’Istat ha calcolato che gli homeless sono quarantasettemila, in maggioranza uomini al di sotto dei quarantacinque anni e disoccupati, per metà italiani. Per lo più divorziati, lavorano in media tredici giorni al mese e riescono guadagnare appena 340 euro. Si sostengono con le mense Caritas e gli ostelli delle Onlus. In tutta Italia notizie e scene sono le stesse. Quelle di ufficiali giudiziari che bussano alla porta e tentano di buttare per strada interi nuclei familiari.
Molti degli sfratti per morosità invece interessano famiglie che, in seguito alla perdita del posto di lavoro, si sono trovate nell’impossibilità di pagare il canone di affitto. Per definire questo fenomeno è stata definita la categoria di “morosità involontaria”, cosa assai diversa dalle tradizionali morosità che hanno caratterizzato la guerra quotidiana tra inquilini e proprietari in un paese che destina poco più di uno “zero virgola per cento” all’edilizia economica e popolare. Inoltre, le politiche governative incidono negativamente anche sui bilanci comunali riducendo le possibilità di interventi da parte degli enti locali.
I NUMERI NELLE GRANDI CITTA’– In Emilia-Romagna crescono le domande di accesso alle graduatorie di edilizia residenziale, o per quelle per accedere al fondo affitti o al canone calmierato, e allo stesso tempo aumentano i processi per sfratto. Particolarmente colpita risulta la provincia di Rimini, con in valori più alti della regione. Anche qui a crescere sono soprattutto gli sfratti per morosità, essendo quelli per finita locazione pressoché nulli. Secondo i sindacati c’è un’area di povertà sociale dalle dimensioni molto elevate, che rischia di portare a tensioni sociali.
A Torino, secondo i dati del Comune, oltre alle 3.500 persone famiglie che vivono in case popolari, ce ne sono altre quattromila sul mercato privato degli affitti che potrebbero essere sfrattate per morosità nel 2013. Anche perché la nuova legge regionale dice che chi non paga, anche se incolpevolmente, perde la casa. Migliaia sono infatti le famiglie che a causa della perdita del lavoro o della cassa integrazione non riescono a pagare regolarmente l’affitto.
Il prefetto di Firenze (della cui emergenza abitativa ci siamo occupati di recente) ha invece deciso di sospendere per Natale tutte le operazioni di sfratto, di fronte a un’emergenza in crescita costante, che ormai genera ogni mese oltre 150 pignoramenti nel solo comune toscano. Si tratta tuttavia di un provvedimento che, dall’inizio della crisi nel 2007, è diventato prassi. Anche quest’anno il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, riunito a Palazzo Medici Riccardi alla presenza dei vertici delle forze dell’ordine, ha deciso di sospendere, fino all’11 gennaio, l’impiego di polizia nell’esecuzione degli sfratti, e solo per le accresciute esigenze di prevenzione e controllo del territorio in questo periodo dell’anno.
A Napoli sono già 1.500 le persone censite come senza fissa dimora, un numero destinato però ad aumentare nel caso in cui non dovessero essere prorogati gli sfratti esecutivi in atto. In tal modo potrebbero diventare 2.500 le persone senza un alloggio.
A Roma infine, mentre un pacchetto di sessantaquattro delibere in materia urbanistica, che dovrebbero scaricare sulla capitale altri venti milioni di metri cubi di cemento, giace in Campidoglio, migliaia di persone in emergenza abitativa hanno deciso di riprendersi la città e il diritto all’abitare. Più di seicento famiglie hanno trovato casa occupando il 6 dicembre scorso nove stabili abbandonati in diversi punti della città.
Tante le iniziative dei sindacati degli inquilini e dei movimenti di lotta per il diritto all’abitare, che hanno lanciato l’allarme emergenza abitativa anche in luoghi fino a ieri impermeabili a questa emergenza. Oggi i vasti terreni diventano sempre preda dei grandi centri commerciali; eppure occorrerebbe destinarli all’edilizia popolare, fermatasi ormai a inizio anni ’70. Produttrice peraltro di mostri urbani che finiscono per ghettizzare chi vi abita. Ma se non altro un tetto lo davano.
(Fonte: Contropiano)
IL FLOP DI DEL PIERO IN AUSTRALIA
IL SUO SIDNEY FC E’ ULTIMO. ALEX HA SEGNATO 5 GOL IN 10 PARTITE
Un campionato di basso livello come quello australiano non basta ad Alex Del Piero per chiudere in modo glorioso la propria straordinaria carriera. Il suo Sidney FC è ultimo, mentre Pinturicchio ha segnato con una media di un gol ogni due partite giocate.
IL CAMMINO DELLA SQUADRA AUSTRALIANA- Il Sydney FC ha 10 punti in classifica dopo 11 gare di A-League. L’ultima gara persa è stata proprio nel derby contro il Western Sydney, per giunta giocato in casa. La nuova sconfitta interrompe altresì gli effetti positivi della 'terapia Farina'. Chiamato il 28 novembre sulla panchina degli Sky Blues dopo le dimissioni dell'inglese Ian Crook - che denunciava lo stress da lui patito e l'eccessiva pressione sulla squadra derivanti a suo dire proprio dall'arrivo dell'illustre immigrato - l'ex ct della Nazionale australiana Frank Farina aveva fin qui rimediato un pareggio e una vittoria e sembrava poter rimettere in carreggiata gli Sky Blues.
Del Piero, reduce da una contrattura al polpaccio che lo ha costretto a saltare la gara di domenica scorsa, è entrato a metà ripresa. Ma pochi minuti dopo ha raddoppiato Heuchamp, e il n. 10 (la maglia è azzurra, non più bianconera, ma il numero è rimasto quello) si è segnalato solo per un ininfluente tiro in porta e un cartellino giallo rimediato per nervosismo.
ALEX TRA SOLDI E RIPENSAMENTI– ADP ha segnato 5 gol in 10 gare, di cui 8 da titolare e 2 di soli spezzoni (un’altra saltata). Un bilancio non esaltante, sebbene occorra dire che Pinturicchio non ha certo intorno a sé una squadra competitiva.
Del Piero è legato al Sydney sino a fine campionato, ma il suo contratto - da favola per il calcio locale, 1,6 milioni di euro a stagione - prevede un'opzione per un altro anno. Ma il malumore cresce, per un’avventura che Alex sperava da protagonista: "Per il momento lotto, perché nella mia vita non ero abituato a perdere tante partite. Ma capisco che sono in una squadra diversa e in una situazione diversa", aveva detto con un pizzico di ironia. Aggiungendo comunque: "È una sfida per me, ed è per questo che voglio giocare e fare qualcosa di speciale". E, sul suo sito, 'Pinturicchio' accenna alla "Sensazione del tutto nuova di vivere i giorni che precedono il Natale con la gente che fa l'albero e prepara gli addobbi in bermuda ed infradito".
(Fonte: Tuttosport)
IN GIAPPONE VINCE SHINZO ABE. VENTI DI GUERRA CON CINA E COREE?
IL leader liberaldemocratico, nazionalista e militarista ELETTO A PREMIER, PUNTA A UN INASPRIMENTO DEI RAPPORTI CON I PAESI VICINI ED E’ UN SOSTENITORE DEL NUCLEARE
Ennesimo nuovo Premier per il Giappone, che, quanto a stabilità di Governo, sta messo peggio di noi (come visto in precedenza). Le ultime elezioni politiche hanno visto la vittoria di Shinzo Abe, leader del partito conservatore dalle idee liberaldemocratiche, nazionaliste e militariste. Prende il posto del democratico Yoshihiko Noda, ex Ministro delle Finanze del dimissionario Naoto Kan. Una vittoria che rischia di rendere ancora più complicati i rapporti diplomatici tra il Giappone, la Cina, la comunista Corea del Nord e la democratica Corea del Sud. Inoltre, il nuovo Premier non vuole rinunciare al Nucleare, nonostante quanto successo lo scorso anno.
RUGGINI STORICHE - Tra il Paese del Sol levante e la vicina Cina i rapporti continuano ad essere freddi, per non dire gelidi; complice un astio mai sopito risalente alle stragi che i due Paesi hanno messo in atto a vicenda nel secolo scorso, per opera del Giappone imperialista a inizio ‘900 e della Cina maoista durante e immediatamente dopo la Seconda guerra mondiale. Anche i rapporti tra il Giappone e le due Coree restano critici, a causa dei vecchi attriti legati ai possedimenti delle isole che intercorrono, per propria sfortuna, tra i tre Paesi. In particolare quelle dell’arcipelago delle isole Senkaku.
LE DICHIARAZIONI MINACCIOSE - Il ritorno al potere di Abe ha creato timori nell'area a causa dei propositi annunciati dal premier in pectore in campagna elettorale e dopo l'ampia vittoria di ieri: l'atteggiamento anti-Cina, la volontà di rivedere alcune posizioni del periodo bellico (come la questione delle 'donne di conforto' coreane, cioè le schiave sessuali dell'esercito nipponico, duramente criticata da Seul) e la modifica della costituzione pacifista in funzione del rafforzamento del potere militare del Sol Levante. Il Giappone, ha esordito Abe in una delle prime interviste a risultato elettorale chiaro, ''dovrà ricostruire le relazioni con gli Usa'', rovinate nei tre anni di governo dei Democratici, e a tal proposito conta di recarsi a gennaio 2013 a Washington per un primo faccia a faccia con Barack Obama. Abe ha assicurato di non avere intenzione di peggiorare le relazioni con Pechino che, a sua volta, attraverso un editoriale diffuso dall'agenzia ufficiale Xinhua, ha messo in guardia dai rischi di ''ulteriori politiche conflittuali'' affermando che un Giappone ''debole economicamente e arrabbiato politicamente non farà male solo al Paese, ma colpirà anche la regione e il mondo nel suo insieme. Il Giappone, che ha portato gravi danni e devastazione in altri Paesi asiatici durante la Seconda guerra mondiale, alimenterà altri sospetti tra i suoi vicini, se la politica attuale conservatrice non sarà fermata in tempo''.
(Fonte: Contropiano)
DONNE LAUREATE UMILIATE DAL MERCATO DEL LAVORO
SOLO IL 12% OCCUPA MANSIONI DIRIGENZIALI
In occasione dell’inaugurazione di una serie di incontri sul tema dell’uguaglianza di genere, con un focus sui vertici delle società, Ypo - associazione no profit che riunisce i giovani presidenti e amministratori delegati di realtà aziendali internazionali - il 12 dicembre, ha fornito un po’ di numeri sulle donne laureate nel mercato del lavoro: sebbene esse rappresentino circa il 60 per cento dei laureati, la quota di amministratrici delle maggiori aziende europee quotate in Borsa ammonta ad appena il 12% del totale. E solo nel 3% dei casi le stesse ricoprono il ruolo di presidenti.
IL CONFRONTO CON ALTRI PAESI- Guardando all’Italia, secondo lo studio dell’Ypo, le donne dirigenti sono, come detto, circa il 12%, contro il 37% della Francia, il 35% del Regno Unito e il 21% di Spagna. Dato quest’ultimo che ci fa comprendere come il Paese iberico sia molto progredito ed emancipato negli ultimi anni, benché abbia avuto per secoli una società maschilista e tradizionalista.
Anche Oltreoceano la strada da percorrere per l’uguaglianza di genere all’interno delle società sembra piuttosto lunga, ma meno che in Europa: Ypo evidenzia che negli Stati Uniti le donne che siedono nei consigli di amministrazione delle maggiori aziende si attestano sul 15,6%, in aumento di un punto percentuale rispetto a un anno fa, con le società più piccole (tra i 500 e i 1000 dipendenti) che in questo campo hanno messo a segno la crescita maggiore.
PESANO ANCORA GLI STEREOTIPI DI GENERE - Uno studio risalente a maggio 2012 e firmato dalla ricercatrice Marta Favara ha tentato di rispondere al non semplice interrogativo: “Perché le ragazze di talento scelgono carriere scolastiche che conducono a lavori meno pagati di quelli degli uomini?”. E la risposta è “per via degli stereotipi di genere“. Tali preconcetti, infatti, secondo quel che emerge dalla ricerca, influenzano le scelte delle ragazze fin da quando si trovano davanti alla prima importante decisione da prendere nell’ambito del proprio percorso educativo. In altri termini, gli uomini tendono ad assecondare molto di più il proprio talento e le proprie abilità, scegliendo carriere più improntate alla matematica e all’analisi quantitativa.
Un sentiero che, una volta proiettato nel mondo del lavoro, tende a tradursi in maggiori salari e maggiore potere. Al contrario, le donne sembrano restare invischiate nel pregiudizio – che non ha alcun riscontro effettivo, come la stessa ricerca sottolinea – per cui sarebbero più portate a carriere umanistiche e, in generale, meno orientate alla matematica. All’alba del 2013, dunque, è ancora difficile sganciarsi dagli stereotipi di genere. E, naturalmente, non solo da quelli.
Se a questi dati aggiungiamo quelli sulla disoccupazione femminile, che ormai viaggia verso il 40% nazionale, con punte mortificanti che superano il 50% in Sicilia, abbiamo un quadro completo sulla situazione assurda che vivono le donne nel nostro Paese.
(Fonte: Il Fatto quotidiano)
ISCHIA, UN’ISOLA INSOSPETTABILMENTE DEDITA AL PORNO
SCOPERTO UN GIRO DI TRASGRESSIONI E PROSTITUZIONE ORMAI ATTIVO DA ANNI
Nell’immaginario popolare, da sempre, l’isola italiana lussuriosa per antonomasia è Capri. Non a caso scelta anche dagli Imperatori romani per passarci le proprie viziose vacanze. Eppure, sebbene l’isola di Tiberio resti comunque una meta ambita per spassarsela in modo lussuoso e trasgressivo, negli ultimi anni la vicina Ischia sembra averla superata quanto a trasgressione; sfociando in un’autentica pornografia nascosta dalla tranquillità che da sempre l’accompagna e la rende famosa. Sull’isola dove giace silente il castello degli Aragonesi è stato scoperto un giro di escort locale, nazionale e internazionale; nonché una produzione continua di film porno.
PALCOSCENICO PER FILM HARD - Fiorente industria del film porno, ma al tempo stesso anche meta preferita per quante esercitano la prostituzione d'elite. Per non parlare poi di festini orgiastici e interi gruppi organizzati di scambisti. È la realtà che emerge dalla sonnacchiosa (ma solo in apparenza) isola verde. Certamente famosa per le cure termali e quindi per il suo turismo generalmente over 40-50, Ischia ha scoperto negli ultimi anni la sua vocazione di paradiso del sesso. Nulla viene fatto alla luce del sole, ovviamente. Ma l'etichetta di isola trasgressiva da queste parti oramai non spaventa più di tanto, come hanno dimostrato fra l’altro gli attori isolani che si sono prestati sul set dell'ultimo film di Andy Casanova.
Discoteche, alberghi e prestigiose ville utilizzate come set per le produzioni di video hard a livello internazionale dunque. Ed al tempo stesso prostituzione di alto bordo, festini a luci rosse e vorticosi giri di scambi di coppie. Il tutto avviene al riparo delle mura domestiche e con discrezione. Così come si addice ad una località di provincia. Ma di tanto in tanto, lo scandalo emerge. Come nel caso della casalinga di Lacco Ameno, o del proprietario del camping di Ischia e perfino dell'avvocato di Forio denunciati dalla polizia per favoreggiamento della prostituzione. Avrebbero affittato a peso d'oro i monolocali dove le signore in trasferta ad Ischia offrivano le loro prestazioni alla numerosa clientela locale, chiudendo un occhio se non addirittura tutti e due.
GIRO DI ESCORT - «Funziona così. Le escort, in genere in coppia - spiega un anonimo cliente - arrivano sull'isola per 15, al massimo 20 giorni, in tutti i periodi dell'anno. Hanno già la lista dei clienti pronta e una volta sull'isola non devono fare altro che contattarli e fissare gli appuntamenti». Giovani dell'est, della Repubblica dominicana, del Brasile, ma anche italiane, tedesche ed americane. Questo l'identikit delle escort che frequentano Ischia. E talvolta anche i suoi più prestigiosi alberghi, come si è saputo di recente, quando sono state rese note le intercettazioni di un importante scandalo che ha fatto tremare il gotha politico ed affaristico italiano.
Ma il giro funziona anche all'inverso. Con insospettabili ragazze isolane che effettuano trasferte del sesso a Roma, a Milano e anche all'estero. Il fenomeno dello scambio delle coppie è concentrato invece soprattutto nei mesi invernali. Si tratta di giri consolidati, dove è difficile entrare, se non attraverso una rigida selezione. Partecipano gruppi che arrivano dalla terraferma. Gli appuntamenti fra scambisti vengono programmati a cadenza settimanale, privilegiando gli incontri in discrete e isolate abitazioni nei comuni della parte alta dell'isola, come Barano e Serrara Fontana.
Si torna dunque a parlare negativamente di Ischia. Come non bastasse il già difficile periodo che sta passando l'isola, tra scioperi dei traghetti, mancanza d'acqua potabile, disagi burocratici e sanitari, frane e abusivismo edilizio.
(Fonte: Il Mattino)
LA CRISI NON E’ PER TUTTI: I CLAMOROSI CACHET DEI VIP
NEL MONDO DELLO SPETTACOLO CIRCOLANO ANCORA INGAGGI D’ORO
In tempi di profonda crisi economica come quella in cui viviamo, è naturale che parta un’autentica “caccia alle streghe” verso chi guadagna cifre astronomiche, non risentendo minimamente la crisi. Ce la prendiamo sempre coi politici; certo, a ragione. Ma dimentichiamo spesso i compensi percepiti dai calciatori, che tanto idolatriamo come autentici dei in Terra, e anche quelli beneficiati dai divi dello spettacolo. Che seguiamo con passione, sovente sopravvalutandone le doti artistiche. Ma soprattutto, ignorando quanto percepiscono all’anno. Cifre da capogiro, come se la povertà dilagante fosse cosa di un altro pianeta. Vediamo qualche esempio.
DA BENIGNI A BELEN - L'ultimo ingaggio a far discutere è quello di Roberto Benigni che, secondo quanto riportato da Carlo Tecce sul Fatto Quotidiano, sarebbe pronto a incassare dalla Rai una parte dei quasi 2 milioni di euro spesi dalla televisione pubblica per lo show "La più bella del mondo" in onda il 17 dicembre. Ma anche le showgirl di casa nostra sanno farsi pagare salatamente per le loro apparizioni sul piccolo schermo.
Per sbarcare il lunario la futura mamma Belen Rodriguez guadagna 15000 euro l'ora, mentre il suo fidanzato, noto ballerino, può arrivare a chiedere anche 1800 euro per una serata in discoteca.
Lorella Cuccarini, la più amata dagli italiani, è invece tornata in Rai con un contratto d'oro di 384mila euro: un investimento che non ha dato grandi frutti, visto il flop in termini di ascolti di Domenica In.
Anche gli uomini non scherzano. Bobo Vieri, per partecipare all'ultima edizione di Ballando con le stelle, ha incassato 800 mila euro.
QUELLI DEL GRANDE FRATELLO - Gli ex gieffini, che una volta chiedevano almeno 5 milioni delle vecchie lire per partecipare agli eventi nei locali, ora si lasciano invitare per 1000 euro: anche tra loro ci sono però casi eccezionali come quello di Melita Toniolo, che per passare poche ore tra pista e consolle percepisce 3500 euro.
(Fonte: Affaritaliani)
SAN GIUSEPPE MOSCATI RISCHIA LO SFRATTO
L'abitazione del medico canonizzato da Giovanni Paolo II è stato inserito nell'elenco degli immobili del Comune in dismissione
Nella svendita patrimoniale del Comune di Napoli rischia di finirci pure quella che è stata l’abitazione di Giuseppe Moscati, instancabile medico che fece, tra la fine dell’800 e inizio ‘900, della sua professione un’autentica missione. L’appartamento si trova in via Cisterna dell’Olio n. 10 a Napoli, traversa nei pressi di Piazza del Gesù. Una casa modesta dove il futuro Santo (25 ottobre 1987) si spense il 12 aprile 1927, poco dopo aver terminato l’ennesima e pienissima giornata di lavoro.
Ora è stata inserita nell’elenco degli immobili in dismissione con un costo approvato tramite delibera della giunta comunale che supera i 620.000 euro. A causa della crisi, quindi, quello che è a tutti gli effetti un patrimonio non solo religioso ma anche laico, è stato messo all’asta e sarà venduto al miglior offerente.
L’ABITAZIONE – Come detto, l’appartamento si trova in Via Cisterna dell’Olio n.10, dal quale si scorge anche il campanile della Chiesa del Gesù Nuovo sita nell’omonima Piazza. A fare da intermediario giù al portone del vecchio palazzo per quanti volessero visitarlo, c’è il proprietario di un esercizio commerciale che da anni affaccia sul piccolo cortile d’ingresso. L’uomo valuta di volta in volta i visitatori che chiedono dell’appartamento di Moscati e, se gli individui appaiono raccomandabili, provvede ad indicare il percorso per raggiungerlo ed eventualmente visitarlo.
Dopo aver aperto la porta, il primo dettaglio che invita a una profonda riflessione è l’enorme differenza di ampiezza tra gli spazi che il medico riservava alla sua persona e quelli dove invece accoglieva i malati: al contrario della stanza da letto con scrittoio, infatti, il salone d’ingresso è vasto e bene illuminato. In quello stesso salotto, migliaia di pazienti hanno atteso di essere visitati, quasi sempre gratuitamente, dal santo.
IL COMUNE E’ DISPOSTO AL DIALOGO- Sulla delicata (e clamorosa) questione della casa in vendita è intervenuto l’assessore comunale al Personale Patrimonio e Demanio, Bernardino Tuccillo, che si è detto disponibile a tentare ogni strada possibile per eliminare l’appartamento dall’elenco degli immobili in dismissione. «Il Comune di Napoli - ha argomentato l'assessore - è proprietario di molteplici beni immobili di interesse storico, culturale e religioso. Spesso queste nostre proprietà versano in condizioni di estremo degrado ed il Comune non ha la possibilità né le risorse finanziarie per intervenire, riqualificarle. È sicuramente il caso dell'immobile di San Giuseppe Moscati. Ho da qualche settimana avviato un confronto con l'Associazione costruttori edili di Napoli per verificare la possibilità di una permuta tra l'acquisto di immobili comunali e l'esecuzione di importanti interventi di riqualificazione e di adeguamento di nostri cespiti. C'è bisogno di definire, per ciò che concerne i nostri beni immobili di interesse storico, culturale e religioso, una vera e propria scala delle priorità, dal momento che tutto e subito non si riesce a fare».
MEDICO E RICERCATORE - Giuseppe Moscati è nato a Benevento il 25 luglio 1880, proveniente da una famiglia borghese avellinese. Il 4 agosto 1903 si laureò a pieni voti con una tesi sull'urogenesi epatica, lavoro che gli valse anche il diritto di stampa. Dopo pochi mesi si presentò ai concorsi per assistente ordinario e per coadiutore straordinario agli Ospedali Riuniti degli Incurabili, superando entrambe le prove. Si impiegò all'Ospedale degli Incurabili dove rimase per 5 anni. Svolse con grande devozione la propria professione. A trentun'anni il dottore vinse il concorso di Coadiutore negli Ospedali Riuniti (posto ambito da medici di tutta Italia), facendo stupire tutta la commissione grazie alla sua eccellente preparazione.
Nello stesso anno, gli fu conferita la libera docenza in Chimica Fisiologica, su proposta del professor Antonio Cardarelli, da sempre ammirato per la preparazione del giovane medico. Sempre nel 1911 Moscati fu inviato dal Prof. Gaetano Rummo ad essere corrispondente per l'inglese e il tedesco di "La riforma Medica" da lui fondata prima come quotidiano, poi come settimanale e poi come quindicinale. Per vari anni fino al 1917 fu segretario di redazione della rivista Michele Landolfi. Fu anche socio della Reale Accademia Medico-chirurgica e direttore dell'Istituto di Anatomia Patologica. Era stimato dai giovani medici in tirocinio che lo seguivano durante le visite ai pazienti.
Insegnò all'Ospedale degli Incurabili dal 1911 al 1923, divenendo un modello di vita insostituibile per i suoi allievi. Inoltre, sempre nel 1911, partecipò al Congresso internazionale di fisiologia tenutosi a Vienna.
Allo scoppio della prima guerra mondiale presentò domanda di arruolamento volontario, ma la domanda venne respinta in quanto la sua opera fu giudicata necessaria in corsia, agli Incurabili, per prestare soccorso e conforto spirituale ai soldati feriti di ritorno dal fronte. Ecco che venne nominato Direttore del reparto militare dal 1915 al 1918. Il Consiglio d'Amministrazione dell'Ospedale Incurabili lo nominò primario nel 1919, e il 2 maggio 1921 il Prof. Giuseppe Moscati inviò al Ministero della Pubblica Istruzione la domanda per essere abilitato per titoli alla libera docenza in Clinica Medica Generale.
Successivamente compì numerosi viaggi in Europa, facendosi apprezzare anche come ricercatore. Ma faceva sempre ritorno a Napoli.
MORTE E SANTIFICAZIONE - Il 12 aprile 1927, dopo aver preso parte alla Messa, come ogni giorno, ed aver atteso ai suoi compiti in Ospedale e nel suo studio privato, verso le 15 si sentì male, e spirò sulla sua poltrona. Aveva solo 47 anni e 8 mesi.
Il pontefice Paolo VI lo proclamò Beato il 16 novembre 1975. Ai fini della canonizzazione, la Chiesa cattolica ritiene necessario un secondo miracolo, dopo quello richiesto per la beatificazione: nel caso di Giuseppe Moscati, ha ritenuto miracolosa la guarigione di Giuseppe Montefusco, ammalato di leucemia, avvenuta nel 1979.
Giuseppe Montefusco, nato a Somma Vesuviana, in provincia di Napoli, il 15 febbraio 1958, all'inizio del 1978 cominciò ad accusare disturbi a causa dei quali, il 13 aprile dello stesso anno, fu ricoverato all'ospedale Cardarelli di Napoli, dove gli fu diagnosticata una leucemia acuta mieloblastica. Mentre l'ammalato non rispondeva alle terapie ed era considerato senza speranze di guarigione, sua madre sognò una notte la foto di un medico in camice bianco: dopo essersi consultata con il parroco si recò alla Chiesa del Gesù Nuovo, dove riconobbe nella foto di Giuseppe Moscati il medico visto in sogno.
Furono rivolte allora al Moscati, allora beato, fervide preghiere collettive e il Montefusco, nel giugno 1979, guarì perfettamente, interrompendo ogni cura e riprendendo il lavoro di fabbro.
Il caso fu sottoposto alla Congregazione per le Cause dei Santi che, il 27 marzo 1987, promulgò il decreto sul miracolo, confermando "La modalità della guarigione relativamente rapida, completa e duratura, non spiegabile secondo le conoscenze mediche".
Il 25 ottobre 1987, in Piazza San Pietro, Papa Giovanni Paolo II canonizzò Giuseppe Moscati; alla cerimonia era presente anche Giuseppe Montefusco, che in quell'occasione donò al Papa un volto di Gesù in ferro battuto, da lui realizzato.
Occorre comunque dire che la camera da letto e lo studio di San Giuseppe Moscati sono stati già da anni trasferiti all’interno della Chiesa del Gesù Nuovo, dove gli è stato dedicato un ampio spazio. Ma sarebbe un peccato – in tutti i sensi – se la sua casa finisse in mano a nuovi proprietari che ci farebbero altro, smantellando un pezzo di storia non solo religioso, ma anche dal grande valore civico, dato che riguarda una persona che ha speso la vita per gli altri.
Il Santo è chiamato dunque a un nuovo, difficile miracolo.
giorni malinconici..
In questi giorni di Dicembre mi viene spesso la malinconia perchè ripenso allo scorso anno e a quando era ancora viva mia nonna..
quando si è ammalata di demenza senile e abbiamo dovuto metterla in una casa di riposo perchè non era più in grado di poter fare niente da sola ( questo a 78 anni... non era poi molto vecchia), io avevo appena iniziato ad intraprendere il mio percorso ed ero davvero devastata psicologicamente.. mi ricordo che nei pomeriggi in cui non stavo malissimo andavo a trovarla e lei a volte sembrava lucida e mi riconosceva ( anche se ci vedeva molto molto poco) altre invece non riusciva a capire chi fossi. ho passato con la mia famiglia quasi un anno intero a stare con lei tutti i giorni della settimana per assisterla perchè nonostante ci fossero state le infermiere, un anziano ha bisogno lo stesso del calore dei suoi familiari.
a volte capitava che dovessi portarmi dietro le classiche pastiglie da prendere perchè ero sotto terapia e dicevo a me stessa in tono ironico: "sei molto più giovane ti tutti questi anziani eppure stai molto peggio rispetto ad alcuni di loro"
il natale l'anno scorso l'ho vissuto male... male perchè ero appena uscita da un tunnel difficilissimo da attraversare ed ero ancora psicologicamente instabile e poi perchè come ogni anno non c'era mia nonna a casa con noi.. non era li a scherzare con mia mamma, non era a giocare con noi a tombola, a cucinare i sui soliti mangiarini squisiti o a coccolarmi e dirmi quanto stavo diventando bella mano a mano che crescevo.
il natale scorso lei non c'era. era in una casa di riposo e stava aspettando che noi nel pomeriggio la venissimo a trovare. mi ricordo che fu contenta di vedere tutta la famiglia riunita, compreso mio zio che di solito a natale non vedeva mai. io più che mai ero felice di vederla. la portavo a spasso per i corridoi con la sedia a rotelle e le parlavo ( chissà mai se avrà capito almeno uno dei tanti discorsi che le facevo).. allora lei ad un certo punto mi guardò e anche se ci vedeva poco capivo che notava qualcosa in me...allora io ho capito all'istante che cosa stava osservando e le presi la mano e gliela poggiai sulla testa:"ecco nonna, senti che mi sono ricresciuti i capelli? senti come sono morbida? sembro un peluche non trovi?"
a volte mi accorgo che per come sono fatta io, la piango troppe rare volte.. ma una delle poche cose che ho capito solo di recente è che in realtà io non ho avuto la forza di piangerla 8 mesi fa quando è morta e anche nei mesi successivi perchè non avevo più lacrime da versare. ero come diventata fredda. arrabbiata. incazzata con la vita che negli ultimi tempi mi aveva tolto troppo. adesso invece, non riesco neanche più a leggere quello che sto scrivendo perchè sto piangendo. perchè mi manchi nonna.
io e lei abbiamo sempre avuto un rapporto speciale.. di quelli che pochi sanno spiegare.. forse perchè ero la sua prima nipotina ma era un rapporto di quelli bellissimi.
mi ricordo che quando avevo 5 anni e da poco sapevo scrivere, le inviavo letterine a casa ( lei abitava solo a 3 km di distanza) per dirle quanto le volevo bene o quanto mi mancava dopo che ero stata da lei qualche settimana per le vacanze di natale ed ero tornata a casa mia...
adesso di anni ne ho diciotto ( quasi, manca un mese) e avrei sperato che lei fosse rimasta con me ancora per qualche tempo... che mi vedesse guarire e "rinascere" come piace dire a me.. che mi vedesse diventare più forte dopo la mia grande battaglia. avrei voluto, certo..
ma probabilmente lei, da lassù, mi segue sempre e mi guarda affrontare la vita come fosse ancora qui accanto a me.
Buon Ntale nonna, un po in anticipo... ma non importa!
AMANDA KNOX, DA PRESUNTA OMICIDA A SCRITTRICE MILIONARIA
LE CASE EDITRICI SI SONO FATTE LA GUERRA A SUON DI MILIONI PER ACCAPARRARSI LE SUE MEMORIE. INTANTO IL PROCESSO E’ ANCORA IN CORSO
Chissà cosa starà pensando Antonio Gramsci, il cui “Quaderni del carcere” può essere reperito su qualche bancarella per qualche euro; ma soprattutto, Meredith Kercher, giovane studentessa inglese uccisa a Perugia nel 2007 in circostanze ancora non del tutto chiarite. Una delle persone indagate per il suo omicidio sta per incassare milioni di dollari per un diario di memorie: Amanda Knox. Anch’ella giovane, ma americana, ha diviso l’opinione pubblica tra colpevolisti e innocentisti. Il processo si concluderà definitivamente l’anno prossimo, dunque non può essere già trattata come una innocente. Peraltro ce n’è anche un altro a suo carico, per calunnia nei confronti di alcuni poliziotti della Questura di Perugia e una interprete. Ma per ora si gode la libertà e soprattutto, il conto in banca.
IL LIBRO – Amanda incasserà 4 milioni di dollari per le sue memorie. Dopo una lotta durissima tra le maggiori case editrici americane la ragazza di Seattle e' riuscita a ottenere questa somma da sogno dalla vendita dei diritti delle sue ''memorie dal carcere''. Ad aggiudicarsi la gara, la HarperCollins.
Lo scrive il sito del New York Times, citando fonti che hanno preso parte al negoziato. E' questo il risultato di una trattativa durissima. Giorni fa s'era sparsa la notizia che la ragazza sarebbe riuscita a strappare almeno 600mila dollari. Poi, evidentemente, il numero dei pretendenti e' salito, cosi' il prezzo finale ha raggiunto questa cifra da capogiro.
Incassato l'accordo, ora la giovane accusata, e poi assolta, dell'uccisione della sua amica Meredith Kercher e' pronta a mettere nero su bianco le tappe della sua vicenda giudiziaria. Durante la sua permanenza in prigione, Amanda ha tenuto un diario molto puntuale, che molto probabilmente sara' il canovaccio del volume. Per poter raggiungere l'accordo migliore, Amanda mesi fa aveva assoldato come agente letterario Robert Barnett, un guru nel settore, che in carriera ha gia' negoziato i diritti delle memorie di personaggi del calibro di Barack Obama, Bill Clinton e George W. Bush, solo per fare qualche nome. ''Tutti si innamorano di lei'', ha ammesso un dirigente di una casa editrice dopo aver parlato con la Knox. ''E soprattutto - ha aggiunto - tutto il mondo ha parlato di questa vicenda, ma nessuno ha sentito cos'ha da dire Amanda''.
LA VICENDA - L'omicidio di Meredith Kercher, noto anche come delitto di Perugia, è un caso di cronaca nera avvenuto a Perugia nella notte del 1º novembre 2007. Meredith, studentessa inglese in Italia nell'ambito del progetto Erasmus presso l'Università di Perugia, venne ritrovata priva di vita con la gola tagliata nella sua camera da letto, nella casa che condivideva con altri studenti[1]. La causa della morte fu un'emorragia dovuta alla perdita di sangue da una ferita al collo, provocata da un oggetto acuminato usato come arma.
Per l'omicidio viene condannato Rudy Guede, ivoriano. Amanda Knox, statunitense, e Raffaele Sollecito, italiano, all'esito di un controverso processo, vengono condannati in primo grado ed assolti, invece, in appello per non avere commesso il fatto relativamente all'omicidio, mentre la Knox in appello vede inasprita la sua condanna per calunnia a tre anni di carcere, per aver ingiustamente accusato dell'omicidio Patrick Lumumba, completamente estraneo ai fatti. Il processo è ancora in corso di svolgimento innanzi alla Corte di Cassazione: la Procura di Perugia, infatti, il 14 febbraio 2012 ha presentato ricorso innanzi alla Suprema Corte, avverso la sentenza di assoluzione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito.
La prima udienza innanzi alla Corte di Cassazione è stata fissata per il giorno 25 marzo 2013.
IL SECONDO PROCESSO DI AMANDA- Amanda Knox è stata anche rinviata a giudizio, con prima udienza 15 novembre 2011, per calunnia nei confronti di alcuni poliziotti della Questura di Perugia e una interprete. La Knox ha accusato in più circostanze, anche durante il dibattimento in primo grado, di aver subito percosse dalla Polizia durante l'interrogatorio che ha preceduto il suo arresto. I magistrati non hanno trovato riscontro per tali affermazioni e hanno chiesto ed ottenuto un nuovo processo per la cittadina americana con l'accusa di calunnia, reato per il quale rischia una condanna da due a sei anni di carcere.
C’E’ ANCHE UN FILM - Sulla vicenda, nel 2011, è stato realizzato un film per la televisione intitolato Amanda Knox (Amanda Knox: Murder on Trial in Italy) per la regia di Robert Dornhelm. Il cast comprende Amanda Fernando Stevens nel ruolo di Meredith Kercher, Hayden Panettiere è Amanda Knox, Paolo Romio è Raffaele Sollecito e Djibril Kebe interpreta Rudy Guede. Diverse scene di questo film sono state girate a Roma all'interno del Complesso del Buon Pastore.





